L’impennata di contagi spaventa e per questo servono nuove soluzioni per affrontare la seconda ondata di contagi da coronavirus, che in Italia ha contato nelle ultime ore oltre 10mila nuovi casi.
Ne è convinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che da Genova ha detto: “Dobbiamo affrontare questa ondata con strategia diversa e nuova, che non prevede più il lockdown”.” Il lockdown viene usato da chi non ha mezzi”, ha aggiunto Conte. “Non sto dicendo che l’ondata è meno pericolosa, sto dicendo che abbiamo lavorato, facciamo tanti test”.
“Di fronte a una seconda ondata che sta coinvolgendo tanti altri Paesi siamo tutti preoccupati, perché questa seconda ondata sta stressando i sistemi sanitari, le economie e i tessuti sociali. Siamo anche stanchi, i nostri cittadini sono stanchi: vengono già da una prova durissima, ed è forse nel riaffrontare questa prova, per questo, che non riusciamo a rientrare nell’ottica di rispettare le semplici norme di protezione, ma lo dobbiamo fare”, ha proseguito il premier.
Preoccupato il capo delegazione del Pd Dario Franceschini, che ha chiesto al governo e al presidente Conte “una riunione per decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni”. Tra le ipotesi di cui si ragiona per il nuovo Dpcm ci sarebbero smart working obbligatorio (in una percentuale da definire), lo stop agli eventi e una nuova stretta allo sport, tra palestre e sport di contatto, oltre ad orari più scaglionati e più didattica a distanza a scuola. Locali e ristoranti potrebbero chiudere prima, alle 22 o alle 23. Ma nulla è ancora definito.
A palazzo Chigi è in corso un vertice di maggioranza sul Documento programmatico di bilancio. Intanto, sempre da Genova, il premier Conte ha cercato di tranquillizzare gli animi: “L’Unione europea sta finanziando le più importanti ricerche ed è in condizione di potersi garantire varie centinaia di milioni di vaccini – ha detto – È stato un investimento ad ampio spettro, alcuni gruppi prospettano esiti per fine novembre o dicembre, potremmo avere molto presto 200 o 300 milioni di vaccini. Saremo in grado di inondare i nostri sistemi di vaccini e ci siamo premurati anche di procurarli per i paesi più fragili”.
(Il Riformista)