23 Dicembre, 2024
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Ama, ecco il piano industriale: 12 nuovi impianti, ed entro il 2025 differenziata al 60%

 

In totale sono previsti 340 milioni di investimenti.

Polemiche dal Pd: “Nessun riferimento ad aree idonee per gli impianti, un libro dei sogni”

Almeno dodici impianti da realizzare entro il 2024 per raggiungere l’autosufficienza nel trattamento dei rifiuti. È il cardine della bozza di piano industriale 2020/2024, elaborata da Ama. Un documento in cui, tra le altre cose, compare un Tmb da 540 mila tonnellate (o tre impianti da 180mila), il raddoppio dell’impianto di compostaggio di Casal Selce e un altro impianto sempre per valorizzare i rifiuti organici utilizzando la tecnologia che estrae biocarburanti da questa frazione. In totale sono previsti 340 milioni di investimenti. Ma vediamo i dettagli.

Differenziata al 60%

Un capitolo del piano è dedicato alla raccolta differenziata. “Il contributo di Roma Capitale al raggiungimento dell’obiettivo comunitario – si legge nel documento, che RomaToday ha potuto visionare – è conseguire una raccolta differenziata pari al 60% nel 2025″. Ricordiamo che a inizio mandato Raggi parlava del 70% entro il 2021. “Per contribuire all’obiettivo del 60%, si punta a una riduzione inerziale della produzione dei rifiuti del 4% al 2025, arrivando a una produzione totale di 1.620.000 tonnellate al 2025, a fronte di 1.690.000 tonnellate prodotte nel 2019”. La raccolta differenziata al 2024, secondo Ama, aumenterà di 167mila tonnellate rispetto al 2019 (da 768mila a 935mila, ndr) per effetto di: nuovi centri di raccolta e riuso, efficientamento dei servizi di raccolta (potenziamento flotta, nuove stazioni di trasferenza, completamento postazioni stradali) e pulizia delle strade, internalizzazione delle utenze commerciali.

 

Dal porta a porta ai cassonetti intelligenti

Dal potenziamento della flotta, dalla razionalizzazione delle postazioni stradali e porta a porta, dalla sperimentazione dei ‘cassonetti intelligenti’ e dalle nuove stazioni di trasferenza, che comporteranno un investimento di 76,6 milioni dal 2020 al 2024, Ama si attende un aumento di 68mila tonnellate di raccolta differenziata, una regolarità dei servizi di raccolta del 100% e l’introduzione della tariffa puntuale. L’internalizzazione della differenziata delle utenze commerciali comporterà un investimento di 30 milioni e aumento della raccolta di 47mila tonnellate. Altre 43mila arriveranno dai nuovi centri di raccolta e riuso (costo 30 milioni). Infine 13,9 milioni costerà lo sviluppo dei servizi di spazzamento (+9 mila tonnellate di differenziata).

340 milioni di investimenti

Dei 340 milioni di investimenti previsti nel piano, 157,5 saranno nel periodo 2020-2021, 77,5 milioni nel 2022 e 105 nel 2023/2024. Quasi la metà (almeno 155 milioni circa) riguarderanno gli impianti, 31 milioni per i cassonetti (2mila saranno posizionati nel breve periodo), 105 milioni per il rinnovo della flotta dei mezzi, 30 milioni per i centri di raccolta e riuso, poco più di 13 milioni di investimenti sugli edifici (officine, sede Tari e sede direzionale), 4,7 milioni per le compostiere medie e piccole e 1,2 milioni sulle stazioni di trasferenza.

 

L’impiantistica

Attualmente Ama, che lavora nei propri impianti il 15% dei rifiuti raccolti, spende 149,3 milioni per trattare i rifiuti indifferenziati e 31,5 milioni per quelli differenziati e punta nel 2024 a ridurre queste cifre passando rispettivamente a 111,5 milioni e 27,1 milioni: “L’autonomia impiantistica – recita il piano – che si prevede di raggiungere nel 2024 permetterà il trattamento dei rifiuti in impianti di proprietà con una sensibile riduzione dei costi per il trattamento in impianti di terzi”. Ecco di quali impianti si tratta.

Nel 2021 la municipalizzata conta di avviare 4 tritovagliatori mobili (costo 2,8 milioni), e stazioni di trasferenza. Ma gran parte degli impianti entrerà in azione tra quattro anni: un mega Tmb da 540mila tonnellate (“ovvero 3 moduli da 180mila tonnellate l’anno, anche nell’ottica di dismissione/riconversione dell’impiantistica obsoleta”) al costo di 60 milioni, l’impianto di compostaggio di Cesano (27 milioni), quello di Casal Selce verrebbe raddoppiato (passando da 60mila a 120mila tonnellate) con un costo totale di 41 milioni di euro, un altro impianto di trattamento della frazione organica con modalità “waste to fuel” (cioè ottenere biocarburante dal rifiuto) con un investimento di 50 milioni, uno o due impianti di selezione della carta da 150mila tonnellate totali (8 milioni), uno o due di selezione del multimateriale da 60mila tonnellate totali (7 milioni) è uno da 10mila tonnellate per il recupero dei pannolini (4 milioni).

Per la realizzazione del terzo impianto di trattamento dell’organico derivante dalla raccolta differenziata, Ama pensa a un investimento diretto di Roma Capitale: “Si desidera – si legge nel piano – sottoporre all’attenzione di Roma Capitale l’opportunità di possibili sinergie con la costituenda Circular IT, società dedicata allo sviluppo di impianti per la produzione di biocombustibili, tramite l’impiego dei rifiuti organici urbani. In entrambi gli scenari (A e B) si è ipotizzato che l’investimento sia a carico di Roma Capitale ed Ama debba sostenere una tariffa fissa, competitiva rispetto alle tariffe attuali”.

I due scenari ipotizzati da Ama, per la realizzazione dei 340 milioni di investimenti previsti nel piano industriale, prevedono nel primo caso “investimenti a carico di Ama, a fronte di un apporto di capitale di 100 milioni da parte del socio e i restanti 200 milioni tramite finanziamento”. Il secondo invece “con investimenti realizzati direttamente da Roma Capitale, a fronte dei quali sarà previsto da parte di Ama il pagamento del canone di locazione per compensare gli ammortamenti”. 

Chiusura del Tmb di Rocca Cencia

Per quanto riguarda l’impianto Ama di Rocca Cencia, quello sotto sequestro (ma comunque funzionante) per una serie di irregolarità legate alle procedure di  smaltimento, il piano prevede un’ipotesi di chiusura e conversione nel 2021, da realizzare “modulando il progressivo trasferimento delle quantità trattate in questo impianto (oggi ridotte a 140.000 tonnellate/anno) verso siti di trattamento che saranno contestualmente avviati”. L’iter è però subordinato “all’individuazione di spazi alternativi già esistenti, di capacità equivalente”. Su questo però l’assessora Katia Ziantoni, da poco nominata nella giunta Raggi, ha chiesto di accorciare ulteriormente i tempi.

Dalle compostiere ai centri di raccolta 

Sul fronte della riduzione della produzione dei rifiuti la municipalizzata intende: realizzare compostiere di comunità e di media taglia che contribuiranno al trattamento in loco di circa 10mila tonnellate/anno di rifiuti organici; sperimentare l’utilizzo di ‘cassonetti intelligenti’ dotati di un sistema di riconoscimento dei conferimenti (accesso controllato), finalizzato ad introdurre un sistema di tariffazione puntuale calibrato sull’effettiva produzione di rifiuti; realizzare centri di riuso all’interno dei 39 centri di raccolta (13 operativi, 6 approvati e 20 in fase di approvazione/verifica) per favorire lo scambio tra privati; sperimentare la raccolta dei prodotti assorbenti per la persona (pannolini, pannolini, assorbenti femminili).

Nuovi mezzi e assunzioni

Quanto invece al personale, l’azienda conta di passare dagli attuali 7.262 dipendenti a 7.626 nel 2024, attraverso 902 assunzioni e 709 uscite nel quinquennio. Infine i mezzi per la raccolta. Ama ritiene che avrà a disposizione 561 nuovi veicoli tra compattatori (102) per la raccolta stradale e vetture più piccole per il porta a porta che “permetterà entro giugno 2021 il raggiungimento della disponibilità del 75% della flotta (a fronte di una disponibilità media del 65% ad agosto 2020) per effetto del ringiovanimento del parco mezzi aziendale).

“Un altro libro dei sogni”

Insomma, un piano industriale con diverse novità che però non convince affatto le forze di opposizione. “Un altro libro dei sogni con cui non si riesce neanche a chiudere il ciclo dei rifiuti” commenta la consigliera Pd Valeria Baglio. “Si ipotizzano 12 impianti ma non si fa nessun riferimento alle aree idonee, si fissa la chiusura del TMB di Rocca Cencia nel 2020 senza prevedere alternative. Non c’è una riga dedicata allo spazzamento o su ciò che occorre fare dei cimiteri romani. Sostanzialmente con questo piano si conferma il fallimento Raggi sui rifiuti di Roma”.

(RomaToday)

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