8 Novembre, 2024
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Mes, Zingaretti: “Non si può liquidare con una battuta. Va discusso in Parlamento”

Conte: “Se ne parlerà nelle sedi opportune”

 

“Non si può liquidare il tema con una battuta alla stampa. Il Mes va discusso in Parlamento”. A dirlo è il leader del Pd, Nicola Zingaretti, che ha commentato così la decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di rifiutare, almeno per il momento, i soldi del Mes, il cosiddetto fondo Salva-Stati europeo.

La risposta del premier è arrivata durante la conferenza stampa sulla manovra a Palazzo Chigi. “Ieri ho chiarito perché il Mes non può essere la panacea di tutti i nostri problemi. Mi sembra di essere stato chiaro e non ritorno su questo. Non è che la questione è stata risolta ieri in conferenza stampa: ci sono le sedi opportune per parlarne”.

E ancora. “Vi anticipo: siccome le forze di maggioranza hanno chiesto un momento di confronto ritengo quantomeno opportuno un confronto politico per definire le priorità, per definire un patto in vista della fine legislatura”, ha aggiunto Conte sottolineando che “in questa fase il M5s ha già fissato un appuntamento importante”, vale a dire gli Stati generali, e come dunque “sia opportuno definire prima questo passaggio, a meno che il Movimento non sia in condizioni per anticipare”. “Bene Giuseppe Conte sul patto di legislatura per cambiare l’Italia, avere una visione e dare sicurezza”, ha scritto su Twitter il segretario dem.

Durante la conferenza stampa di domenica in cui sono state illustrate le nuove misure del Dpcm anti-Covid, il premier, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha dichiarato: “Senza pregiudizi ideologici ho spiegato che, se avessimo avuto bisogno per un fabbisogno di cassa, ci sarebbe stato anche il Mes. Ma se questo non accade prendere il Mes per risolvere un dibattito pubblico non serve”. Anzi, ha proseguito Conte, “i soldi del Mes sono dei prestiti e non possono finanziare spese aggiuntive. Se prendiamo i soldi del Mes dovrò intervenire con nuove tasse e tagli di spese”. E ha concluso dicendo che “c’è un rischio, lo ‘stigma’, non quantificabile: Sure l’hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno”.

Conte: “Non posso escludere lockdown circoscritti”

Niente lockdown generalizzato. Lo ha ribadito ancora una volta, il premier Conte. Ma non ha escluso però chiusure mirate: “Prima non eravamo preparati e siamo arrivati al lockdown generalizzato che non potevamo evitare. Ora invece abbiamo lavorato, per fare i test, distribuire le mascherine, abbiamo lavorato nelle scuole, negli uffici per garantire la massima sicurezza e ora dobbiamo garantire una strategia diversa: la curva è obiettivamente preoccupante, ci stiamo predisponendo per evitare il lockdown generalizzato, ma non possiamo escludere che se le misure non daranno effetti saremo costretti a tararle più efficacemente e arrivare a lockdown circoscritti perché uno generalizzato dobbiamo evitarlo”, ha osservato Conte che giovedì 22, alle 10, sarà alla Camera per un’informativa sulla situazione coronavius e le nuove misure contenute nel Dpcm.

E proprio sull’ultimo decreto sono arrivate alcune precisazioni, soprattutto sulle regole anti-Covid relative alla possibilità di disporre il coprifuoco in alcune zone della città: “Ci siamo sentiti con Decaro e Lamorgese e abbiamo già concordato un protocollo che consentirà ai sindaci, sentite le Asl, di adottare una proposta per le piazze e le vie che più si prestano ad assembramenti. Poi nell’ambito di una riunione tecnica comitato ordine e sicurezza pubblica si cercherà una soluzione per controlli e attuazione da parte di tutte le autorità competenti. Si tratta di misure sperimentali: dobbiamo costruire anche qualcosa di nuovo. Saranno i sindaci a indicare alle forze di polizia le vie degli assembramenti”, ha spiegato Conte.

Le reazioni

Ma le dichiarazioni del premier sul Mes hanno creato perplessità nella maggioranza e in alcuni partiti di opposizione. “Credo che un tema come il Mes vada affrontato nelle sedi opportune e non con una battuta in conferenza stampa, perché questo porta uno strascico di polemiche che non è in sintonia con la volontà che abbiamo di dare punti fermi agli italiani”, ha precisato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Credo – ha proseguito – che in un momento così delicato, con il coronavirus che angoscia milioni di italiani, bisognerebbe evitare polemiche. Questo clima che stiamo tentando di costruire di solidarietà tra forze di governo è un grandissimo valore aggiunto. Le polemiche sono un errore”.

E il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, insiste: “Non sono d’accordo con quanto detto ieri da Conte. Venga in Parlamento col programma per la sanità pubblica e discutiamo se le risorse del Mes siano le più convenienti, come noi del Pd riteniamo oppure se qualcuno ha idee migliori”.

Su Facebook il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, bolla come “un grave errore” la posizione del presidente del Consiglio sul fondo Salva-Stati. “Dicendo no al Mes il premier Conte fa felici Meloni Salvini, ma delude centinaia di sindaci e larga parte della sua maggioranza. Il tempo – scrive Renzi su Facebook – dimostrerà come questa decisione sia un grave errore politico e soprattutto un danno per gli italiani”.

Per il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni,

il fondo Salva-Stati “per l’Italia è una grande opportunità”. Dialogando con il direttore di RepubblicaMaurizio Molinari, in occasione della conferenza stampa d’apertura online dell’undicesima edizione del Festival della Diplomazia, Gentiloni ha dichiarato: “Abbiamo la possibilità, ma in fondo anche l’obbligo di usare queste risorse in modo lungimirante”.

“Non si tratta – ha spiegato – di aggiungere al bilancio ordinario, ma di dedicare queste risorse alle grandi sfide del futuro quali la transizione ambientale, la competitività digitale dell’Europa e la resilienza. In fondo è il lusso di poter usare delle risorse in modo cospicuo. Si va oltre i 200 miliardi per affrontare queste grandi sfide del futuro”. “Farlo con questa ambizione – ha concluso  Gentiloni – significa identificare poche priorità e concentrare le risorse”.

Su Radio24 interviene anche il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, che sulla valutazione del premier dice: “La rispettiamo, ma noi siamo più positivi sull’utilizzo di questo strumento, guardando pragmaticamente a come può essere utile. C’è un eccesso di ideologia attorno a questo strumento”.

Sul fronte del Sì si schiera poi Più Europa, che attraverso il segretario Benedetto Della Vedova ribadisce che “Il Mes serviva, serve e servirà. Polemica rispetto alle dichiarazioni di Conte anche Forza Italia. “Il Mes sono 36-37 miliardi che possono essere utilizzati per mettere a regime il nostro sistema dei trasporti e i nostri ospedali – attacca Antonio Tajani, vicepresidente degli azzurri – Sono soldi disponibili dal primo di giugno e costano meno dei titoli di stato e meno dei soldi del Recovery fund. Conte deve fare contento Grillo”.

Plausi per quanto sostenuto da Conte arrivano invece da Giorgia Meloni,  leader di Fratelli d’Italia. “Il Mes non è  un regalo, il presunto risparmio è assai risibile e se decidessimo di prendere i prestiti del Mes i mercati ci vedrebbero come appestati”, scrive Meloni su Facebook.

Mentre sui social il 5 Stelle Alessandro Di Battista sostiene: “Conte ha liquidato il Mes. Restano con l’amaro in bocca i Salvini e le Meloni  che pensavano di lucrare elettoralmente su questo punto”.

“Si incartapecorisce ancor di più il ‘Fu Matteo Renzì – scrive  –  che dovrà trovare un altro argomento per i suoi latrati quotidiani che lo auto-illudono di esistere ancora politicamente. Il Movimento da sempre si è dichiarato contrario al Mes e ne va dato atto”.

Concordano con Di Battista i parlamentari grillini: “Non possiamo che condividere le parole espresse ieri dal presidente Conte in merito all’ipotesi di attivazione del fondo Salva-Stati. Siamo contrari all’uso del Mes per motivi oggettivi e concreti”.

(La Repubblica)

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