Il consulente del ministro Speranza: “Quando non riesci a contenere devi mitigare, ossia devi bloccare la mobilità”. Il presidente del Cts: “Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare”
“Milano, Napoli, probabilmente Roma sono già fuori controllo sul piano del contenimento dell’epidemia, cioè test e tracciamento. Quando non riesci a contenere devi mitigare, ossia devi bloccare la mobilità”. Lo ha detto Walter Ricciardi, professore di Igiene generale e applicata e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali, nel webinar “Pandemia di Covid-19 in Italia: riflessione sugli aspetti epidemiologici, clinici e di Sanità pubblica” al Policlinico Gemelli.
“Le decisioni prese – ha aggiunto Ricciardi – peraltro in un contesto confuso di competenze diverse tra Stato e Regioni”, rischiano di non riuscire a bloccare “il dilagare del virus, che non conosce confini. Dobbiamo resettarci per prendere le decisioni giuste al momento giusto e non quando è troppo tardi. È chiaro che se si decide quando ci sono le bare è facile, la gente sarà spaventata, ma sono decisioni che vanno prese due, tre, quattro settimane prima. La politica sia coraggiosa, se non hai sicurezza e salute non puoi avere una buona economia”.
Nell’ambito dello stesso webinar, da segnalare anche l’ammissione del presidente del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo: “Stiamo entrando in una seconda fase
della pandemia – ha detto – abbiamo avuto tanto tempo per preparaci adeguatamente e mi chiedo se il sistema abbia utilizzato il tempo disponibile. Quando vedo le immagini di persone 8-10 ore in coda al drive-in per fare il tampone ho la sensazione che la risposta alla domanda sia drammaticamente negativa. Non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare. Non possiamo più perdere tempo, stiamo entrando in una fase estremamente critica”.
Fase che richiede azioni mirate e concrete. Come quella che suggerisce Luca Richeldi, direttore dell’Unità operativa complessa di Pneumologia della Fondazione Policlinico Gemelli: “La somministrazione di ossigeno a domicilio può contribuire a liberare risorse ospedaliere necessarie per pazienti gravi e sarebbe fattibile in tempi brevi, considerando che siamo alle porte dell’inverno e dobbiamo attrezzarci per ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere, per evitarne il blocco”.
Ma ora come ora, il problema – anzi, l’incubo, come dice Miozzo – sono i test. “Almeno la metà del lavoro del Comitato tecnico scientifico riguarda la diagnostica. L’incubo che abbiamo, e le sollecitazioni che abbiamo dal territorio, riguarda soprattutto i test diagnostici. Questo può dare la certezza che da parte nostra ci sarà tutto il supporto possibile perché ci sia un vero rafforzamento sul territorio”, perché sicuramente quello della microbiologia “è uno dei settori strategici”.
“L’impatto della pandemia sui laboratori di microbiologia – ha aggiunto Maurizio Sanguinetti, direttore del Dipartimento di Scienze di laboratorio e infettivologiche del Gemelli di Roma – è stato drammatico. Abbiamo dovuto cambiare completamente il lavoro: ieri abbiamo fatto 1.129 test oggi 871, numeri che comportano problematiche. E ci sono problemi anche molto pratici negli approvvigionamenti. Come c’è il problema di mascherine, dei camici, dei dpi, c’è un problema reagenti. Ed è molto significativo. Spero che nel prossimo futuro la questione sia al centro dell’attenzione”.
(La Repubblica)