La scuola rimarrà in presenza”
Il premier illustra le misure adottate nell’ultimo provvedimento domenica scorsa: “Limitare gli spostamenti non necessari” 21 OTTOBRE 2020
Nessun lockdown nazionale è alle viste. La scuola rimarrà in presenza. “Siamo più pronti che a marzo”. Un appello ai cittadini: “Limitate gli spostamenti”.
Così il premier Giuseppe Conte durante l’informativa al Senato per illustrare i contenuti dell’ultimo Dpcm anti Covid, adottato domenica scorsa. Ma la pandemia sembra fuori controllo. Mentre è in corso il dibattito a palazzo Madama arriva l’ultimo bollettino dei contagi e mette i brividi: 15,119 nuovi positivi (4mila solo in Lombardia) e 127 morti. L’emergenza è grande soprattutto nelle grandi città: Milano, Napoli e Roma, “dove è saltato il tracciamento”, come ha ammesso il consulente del governo, Walter Ricciardi. “Ci troviamo come nel 1400 a Venezia, nonostante le tecnologie di cui disponiamo”.
Conte parla nel giorno della tregua con il centrodestra, perché si è convenuto per la formula dell’informativa che non prevede alcun voto dell’aula: un modo per accogliere l’appello del Capo dello Stato Sergio Mattarella alla collaborazione istituzionale.
Niente lockdown. “Le scelte compiute nei mesi scorsi ci consentono al momento di evitare chiusure generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, di pervenire all’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, alla chiusura delle scuole e degli uffici pubblici”, ha detto Conte.
Limitare gli spostamenti non necessari. “Bisogna sforzarci tutti a limitare il contagio, limitare gli spostamenti non necessari: se faremo questi sacrifici eviteremo interventi più gravosi. Sono fiducioso che avremo la serenità e l’impegno necessaria per superare”.
Ridurre le attività superflue. “Dobbiamo sforzarci tutti di ridurre le occasioni di contagio, di evitare spostamenti non necessari e attività superflue che potrebbero generare rischio. Se saremo disposti, oggi, ad affrontare questi piccoli sacrifici, domani riusciremo ad evitare interventi più rigorosi e, quindi, più penalizzanti. D’altra parte, sono stati soprattutto il senso di responsabilità e la consapevolezza di condividere un comune destino a consentirci, nella fase più acuta e imprevedibile della pandemia, di vincere la prima battaglia e di ritornare, anche con anticipo rispetto al previsto, alle abitudini di vita a noi più care. Sono fiducioso che l’intera comunità nazionale saprà esprimere, anche questa volta, la serietà, la forza d’animo e la determinazione necessarie a superare la difficile sfida che stiamo vivendo”.
Non abbiamo mai abbassato la guardia. “Voglio sottolineare che nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia non abbiamo mai abbassato la guardia: l’Italia è stata la nazione che per prima con coraggio e determinazione ha deciso di chiudere ed è stato il Paese più prudente anche nelle riaperture. Nonostante i tanti passi in avanti fatti non potevamo e non dovevamo considerarci in un porto sicuro, mentre il contagio nel mondo si moltiplicava”.
Chiediamo sacrifici ai cittadini. “Siamo consapevoli che ai cittadini chiediamo sacrifici. Ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione. I principi che muovono oggi il governo sono sempre gli stessi, quelli che ci hanno permesso di superare la situazione nel passato: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità”.
L’economia mostra resilienza. “Abbiamo definito le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. La correttezza di questa scelta, che rivendico come decisiva, è stata confermata dai dati economici più confortanti delle attese. La nostra economia sta dimostrando resilienza, come dimostrano la caduta del Pil nel secondo trimestre più contenuta e indicatori decisamente positivi per il terzo trimestre”.
Mascherine e niente feste . “In particolare, ricordo l’obbligo di recare sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto, salvo specifici casi. Per quanto riguarda la vita di relazione, il Dpcm del 13 ottobre aveva già previsto alcune limitazioni: il divieto di feste al chiuso o all’aperto, ad eccezione di quelle conseguenti alle cerimonie civili o religiose, per le quali è previsto il limite di trenta persone; la raccomandazione, permettetemi di aggiungere la forte raccomandazione, di evitare feste anche nelle abitazioni private e di astenersi dal ricevere persone non conviventi in numero superiore a sei”.
Università. “Per quanto riguarda la formazione superiore, invece, è stato previsto che le università, di concerto con il Comitato Universitario Regionale di riferimento, predispongano, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, in presenza o anche a distanza, in funzione delle esigenze formative, tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria”.
La scuola non chiude. “Le attività scolastiche continueranno in presenza: lo dobbiamo all’impegno dei dirigenti scolastici, dei docenti, delle famiglie e soprattutto ai nostri ragazzi che non vanno lasciati privi di una esperienza così importante come la scuola. Solo per le scuole secondarie sono previste misure di flessibilità di orari”.
Misure di sostegno per bar e ristoranti. “Siamo consapevoli che ad alcune categorie, soprattutto bar e ristoranti i cui rappresentanti ho voluto incontrare all’indomani del Dpcm del 13 ottobre, chiediamo ulteriori sacrifici: a loro assicuro l’impegno a misure di sostegno mirate. A tal fine con la prossima legge di bilancio 2021 il governo intende porre in essere una strategia che non trascuri misure immediate”.
Sagre vietate. “Sono vietate sagre e fiere locali, restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale. Sono consentite le attività convegnistiche e congressuali, purché si svolgano in modalità a distanza. Anche nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, è previsto che le riunioni si svolgano in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni in senso contrario. Lunedì la ministra per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone ha emanato un decreto che stabilisce il ricorso allo smart working in misura superiore al 50%”
Limitazioni nazionali su attività ricreative. “Abbiamo investito miliardi su trasporti, scuole e università, uffici pubblici per garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio, adottando protocolli che tutelino studenti e lavoratori e li pongano in grado di proseguire nelle ordinarie attività. Tutto l’immane lavoro svolto ci spinge, oggi, ad affrontare con una strategia diversa la pandemia, concentrando l’attenzione – a livello nazionale – esclusivamente su quelle misure volte a limitare le condotte e i comportamenti più direttamente riconducibili alla sfera delle relazioni sociali e ricreative, attualmente veicolo – come ci segnalano le evidenze epidemiologiche – di maggiore diffusione del virus. A livello regionale, tuttavia, bisogna mantenersi pronti a intervenire per modulare in senso più restrittivo se necessario le misure, qualora – in base alla progressione del virus – si verifichino situazioni di particolare criticità in specifiche aree della regione”.
Per il trasporto scolastico 350 milioni. “Anche nei trasporti abbiamo adottato in manovra misure mirate, per garantire che non ci sia affollamento garantendo la ripresa della scuola, abbiamo stanziato per il trasporto scolastico 350 milioni aggiuntivi nel 2021 per Regioni e Comuni”.
Nessun aumento delle imposte. “La manovra mira alla stabilità economica del paese con interventi di stimolo, per questo non prevediamo alcun aumento delle imposte”.
Coordinamento con le Regioni. “Al livello regionale bisogna essere pronti a intervenire per modulare in modo più restrittivo se aumenta il contagio. La Regione può stabilire norme d’intesa con il ministro della Salute. Fondamentale il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo”.
Mantenere alta la tensione. “Nelle prossime settimane rimanere ben concentrati. Il nemico non è stato ancora sconfitto, circola tra di noi. L’aumento dei contagi ci impone di tenere la tensione altissima, siamo vigili e prudenti. Governo continuerà l’interlocuzione con il Parlamento pronto a accogliere le istanze che verranno dagli interventi”.
Non è come a marzo. “L’evolversi dell’epidemia ha reso necessario un nuovo Dpcm con misure restrittive. La strategia per contrastare la seconda ondata non può essere la stessa della primavera: l’Italia oggi è in una situazione diversa di marzo. Allora non avevamo strumenti diagnostici, oggi siamo più pronti grazie al lavoro e al sacrificio di tutti. Ringrazio in particolare le donne e gli uomini della Protezione civile e il commissario Arcuri”.
La citazione di Mattarella. “Il governo continuerà a dialogare anche con i rappresentanti di Regioni ed enti locali. Dobbiamo gestire con loro questa fase di emergenza che richiede il coro sinfonico delle nostre istituzioni e delle loro attività, come ricordato ieri dal presidente della Repubblica. Per una strategia condivisa, responsabile, efficace”.
Dall’opposizione (Daniela Santanché e Anna Maria Bernini) attacchi per le lunghe file ai drive in.
“Parlare di Mes non è né dare sfogo alla curiosità dei giornalisti, né un capriccio del Partito democratico”. ha detto Alan Ferrari, Partito democratico, intervenendo in aula dopo l’informativa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Servono più soldi al sistema sanitario, quindi perché non Mes?Non abbiamo un approccio ideologico sul tema, ma chiediamo che ci sia un momento trasparente in cui il Parlamento possa fare una valutazione definitiva. Qualsiasi indefinitezza, non la chiamo ambiguità, la reputazione del nostro Paese la paga cara”.
“Fortunatamente abbiamo un governo e una maggioranza che non hanno dormito ma hanno adottato decisioni adeguate e proporzionali ma anche misure senza precedenti per la protezione di imprenditori e lavoratori, non chi chiedeva i pieni poteri pur di accarezzare la pancia dei cittadini”, ha detto Marco Pellegrini (M5S). Grazie per quello che il governo ha fatto e per tutte le ben 10 volte che il presidente del Consiglio ha riferito al Parlamento dall’inizio dell’emergenza. Il Paese è in buone mani: le nostre”.
Una forte diffusione dei contagi da Covid-19 oggi colpisce l’Italia con qualche settimana di ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Di fronte a numeri sempre più allarmanti non si può nascondere che non ha funzionato il sistema di tracciamento, che avrebbe dovuto limitare la diffusione del contagio in Italia e che gli investimenti sul fronte sanitario e dei servizi pubblici più delicati, a partire da quelli di trasporto, non hanno consentito di conseguire gli obiettivi che ci si era prefissi. La nuova emergenza trova un Paese più impreparato di quanto gli impegni del governo avevano garantito che sarebbe diventato”. Lo dice la senatrice di +Europa Emma Bonino. “In questo quadro, il rifiuto del governo e del presidente del Consiglio di accedere alla linea di credito pandemica del Mes continua a rappresenta una prova di grave irresponsabilità”.
(La Repubblica)