25 Novembre, 2024
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60 deputati in quarantena, Camera studia ‘contromosse’ per evitare blocco lavori

Conte parla in un’Aula semideserta, solo in 100 ad ascoltare il premier. Intanto Fico non esclude il voto a distanza tra le possibili soluzioni

Sono circa 60, al momento, i deputati in quarantena, di cui 17 (erano 18, ma oggi un deputato è stato dichiarato guarito) risultati positivi al Covid. I numeri, viene spiegato, potrebbero cambiare la prossima settimana, quando termineranno i giorni di isolamento di alcuni deputati entrati in contatto con colleghi positivi al coronavirus. La situazione viene invece definita “sotto controllo” al Senato, dove sarebbero tra 4 e 5 i parlamentari assenti per quarantena o positività al virus.

Proprio per evitare il blocco dei lavori qualora il numero dei contagi dovesse aumentare in maniera esponenziale, Montecitorio si prepara a mettere in campo alcune ‘contromosse’, come già avvenuto durante il lockdown. Diverse le ipotesi illustrate dal presidente Roberto Fico in Giunta per il regolamento, compreso il voto a distanza, su cui però permane la netta contrarietà della maggioranza dei gruppi, fatta eccezione per il sì di Pd e Leu e di una parte di M5s.

Le varie opzioni, tra cui una diversa organizzazione dei lavori, con l’alternanza settimanale tra le sedute dell’Aula e le riunioni delle commissioni, saranno esaminate dalla prossima riunione della Conferenza dei capigruppo, convocata per mercoledì. Sarà quella la sede dove tentare un accordo politico tra maggioranza e opposizioni, come auspica lo stesso Fico: “Serve un lavoro comune, un confronto costruttivo e una seria collaborazione fra tutti i gruppi parlamentari per consentire alla Camera di lavorare al meglio in questa fase”. Il presidente torna a garantire che Montecitorio non si fermerà, ma certo bisogna “essere pronti ad ogni evenienza”, per questo è necessario “costruire un ‘diritto parlamentare dell’emergenza’” e per farlo “occorre partire dalle intese fra i gruppi parlamentari”.

Intanto, la Camera potenzia ulteriormente le misure per la prevenzione della diffusione del virus: l’ultima decisione assunta dai Questori riguarda l’uso delle mascherine. E’ reso obbligatorio sempre, viene riferito, anche quando si interviene in Aula. Montecitorio – come del resto avvenuto per tutta la settimana a seguito della decisione di non procedere a votazioni – continua ad essere semivuoto.

Conte stamane ha illustrato il Dpcm in un’Aula semideserta: 107 i deputati in missione, ovvero ‘assenti giustificati’.

Ma deputati in missione a parte, l’emiciclo era semivuoto. In tutto, circa un centinaio gli scranni occupati, per il resto spiccavano i banchi vuoti.

Il tema di come organizzare i lavori della Camera per evitare un blocco dovuto alle assenze per Covid continua a tenere banco e a dividere le forze politiche, anche la stessa maggioranza. E’ stato il presidente Fico ad avanzare in Giunta una serie di possibili soluzioni, tornando anche a non escludere la possibilità del voto da remoto per i deputati in quarantena, extrema ratio che però incontra “resistenze molto forti”, ammette il dem Emanuele Fiano, tra i sostenitori del voto on line durante l’emergenza.

L’ipotesi del voto a distanza, infatti, trova ancora la ferma contrarietà di FdI, Lega e Forza Italia,

anche se tra gli azzurri si registrano alcune aperture, come quella della vicepresidente di Montecitorio, Mara Carfagna, che ha spiegato: “Se necessario si può ricorrere a modalità non convenzionali, come il voto a distanza per un periodo di tempo limitato”.

Contrari al voto a distanza anche Iv e parte dei 5 stelle,

nonostante il sì arrivato giorni fa dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e la posizione favorevole di diversi deputati, tra cui il presidente della commissione Affari costituzionali, Giuseppe Brescia. “Riteniamo che sia giusto un approfondimento del tema e, da parte nostra, non c’è nessuna preclusione in un senso o nell’altro”, garantisce la pentastellata Anna Macina, componente della Giunta. Tra le proposte c’è anche quella, come spiega il capogruppo di Leu, di “un maggior utilizzo degli strumenti regolamentari della commissione in sede redigente oppure in sede legislativa”. In sintesi, spiega Federico Fornaro, “emendamenti e odg potrebbero essere discussi e votati in commissione, lasciando per l’aula le dichiarazioni e il solo voto finale. L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre i tempi di permanenza e voti in aula, con, in estrema ratio, la possibilità di voto da remoto per i deputati impossibilitati a raggiungere Montecitorio per effetto di provvedimenti restrittivi”.

Per il presidente Brescia si potrebbe “allargare la partecipazione a distanza anche per le sedute delle commissioni senza votazioni. Le sedute in sede referente senza voti, i question time in commissione, le audizioni formali potrebbero tenersi in videoconferenza, in sicurezza, come già avviene per le audizioni informali. Spero che nell’interesse di tutti si deliberi in questo senso, in attesa che si sblocchi la questione del voto a distanza”. Una soluzione, in ogni caso, va trovata prima che si entri nel vivo della sessione di bilancio, è la riflessione unanime: “Nelle prossime settimane la Camera sarà chiamata ad assolvere fondamentali compiti legislativi, su tutti la legge di bilancio. Abbiamo una grande responsabilità davanti al Paese, ed è dunque necessaria la massima cooperazione e partecipazione”, osserva Fico.

(Agi)

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