23 Dicembre, 2024
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Sport, palestre e piscine, ecco il protocollo del Governo

Il ministro Spadafora chiede più controllo ai gestori e responsabilità agli sportivi con un insieme di regole che poche strutture si potranno permettere di rispettare alla lettera. Multe da 280 a 500 euro per i frequentatori che contravverranno alle prescrizioni

 

Dopo lo scontro nel Governo, tra il ministro della Salute Speranza, che avrebbe voluto chiudere subito palestre e attività sportive, e il ministro per le politiche giovanili e lo sport Spadafora, che si è opposto alla serrata del settore, la mediazione aveva portato a concedere una settimana, per valutare l’andamento dei contagi ed elaborare regole più restrittive. Il ministro Spadafora aveva annunciato linee guida più precise per la pratica sportiva e in effetti il documento è arrivato oggi, come previsto.

Il Nuovo protocollo attuativo delle “Linee Guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere” integra il Dpcm del 13 ottobre scorso e cerca di dare disposizioni più chiare per, vi si legge, “assicurare la prosecuzione delle attività sportive e dell’esercizio fisico alle quali devono attenersi tutti i soggetti che gestiscono, a qualsiasi titolo, siti sportivi, centri di attività motoria, palestre, piscine, o i soggetti che comunque ne abbiano la responsabilità”.

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Il testo è stato elaborato in collaborazione con il Coni, il Comitato italiano paralimpico, la Federazione Medico Sportiva Italiana, le associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Oltre a misure più restrittive, si è voluto fare attenzione alla raccolta dei dati, all’esecuzione di controlli e alle sanzioni. Il testo premette infatti che “pur se all’esito dei monitoraggi ad oggi effettuati dal Dipartimento per lo Sport, emerge la sostanziale corretta applicazione delle misure di prevenzione previste nei protocolli ad oggi condivisi, si ritiene tuttavia utile fornire indicazioni più dettagliate e prescrittive, in considerazione del più recente andamento della curva epidemiologica”.

Il protocollo demanda al datore di lavoro, gestore del sito sportivo o rappresentante dell’organizzazione sportiva di organizzare turni adatti a rispettare le norme generali del distanziamento sociale e suggerisce “l’utilizzo di soluzioni tecnologiche che consentano la possibilità di tracciare l’accesso alle strutture, per il tramite di applicativi web, o applicazioni per device mobili, di coloro che partecipano alle attività sportive proposte”.

Nel leggere le prescrizioni, molto dettagliate, è automatico chiedersi quanti impianti sportivi potranno attrezzarsi in tempi brevi e quanti addetti saranno necessari per far rispettare le norme ai frequentatori. Sarebbe indispensabile per esempio, un controllo continuo sugli spogliatoi, dove non vanno lasciati indumenti e gli armadietti andrebbero sanificati a ogni uso. Nel caso delle sale attrezzi, per esempio, si specifica che la mascherina non va indossata soltanto durante lo sforzo fisico, ma va portata quando ci si sposta da un attrezzo all’altro. Ci sono poi indicazioni precise sul rapporto metri quadri per frequentatore, prescrizioni che molte sale e molti spogliatoi difficilmente potranno assicurare.

Il testo insiste sulla responsabilità dei gestori e rappresentanti delle attività e richiama a precisi doveri di formazione per il personale e di informazione per chi frequenta palestre e centri sportivi. Sono descritte nei particolari le misure di sanificazione indispensabili che devono essere seguite dagli atleti e dai gestori. Per le piscine, si specifica che “il gestore del sito potrà disporre il divieto di accesso alle docce, invitando utenti ed atleti a cambiare soltanto il costume bagnato o l’abbigliamento per l’allenamento, ad asciugare velocemente i capelli e a completare la vestizione nel più breve tempo possibile. Si accerterà
inoltre, anche col supporto dello staff del sito, di controllare che gli atleti rispettino il distanziamento imposto dalle norme di prevenzione dal rischio di contagio”.

Per quanto riguarda le sanzioni, il protocollo rimanda al Dpcm, ma specifica che gli atleti o i frequentatori che non si atterranno alle norme saranno punibili con sanzioni di 280 euro o 500 in caso di recidiva.

(La Repubblica)

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