22 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

“Non possiamo morire di covid ma nemmeno di fame”

I cittadini scendono in piazza contro le restrizioni

 

Si sono radunati a Napoli a piazza Vanvitelli alle 21.30 poi hanno iniziato un lungo corteo tra le strade dello shopping napoletano: via Scarlatti, via Luca Giordano, piazza degli Artisti e poi Piazza Medaglie d’Oro. Circa mille persone sono scese in piazza per manifestare contro le nuove misure imposte dal dpcm e l’ulteriore stretta campana imposta dal governatore Vincenzo De Luca. In piazza ci sono cittadini di tutti i tipi: ci sono le mamme contro la didattica a distanza, i ristoratoriproprietari di agenzie di viaggipalestre e centri fitness.

 

 “È da incompetenti giudicare lo sport come un’attività non essenziale, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro per la salute Roberto Speranza – dice un ragazzo che lavora in un centro fitness – lo sport gioca un ruolo fondamentale anche per la difesa del sistema immunitario. E quindi ci sembra assurdo mandare a casa migliaia di lavoratori e famiglie per un motivo che non è plausibile. Chiediamo solo di lavorare”“Ci devono ancora arrivare i 600 euro del mese di giugno – dice un altro istruttore di palestra- Ci hanno promesso 800 euro a novembre ma non credo che sarà vero”“Ci hanno fatto spendere soldi per adeguare i nostri locali e renderli sicuri – dice una personal trainer – Adesso ci fanno chiudere. Non abbiamo la cassa integrazione da maggio, perchè noi domani dobbiamo stare chiusi?”.

 

Tra i manifestanti ci sono anche i negazionisti del Coronavirus.

Un gruppo di donne senza mascherine ha iniziato a infervorare gli animi intimando alle persone di togliere le mascherine.

“Hanno iniziato con il Covid ma stanno preparando la terza guerra mondiale”, hanno detto.

 

La folla pacificamente ha protestato contro le misure del governo al Vomero, simbolicamente nel cuore del commercio napoletano. “Non possono chiudere senza aver previsto sostegni alle famiglie – dice una ragazza proprietaria di un centro benessere – noi domani mandiamo a casa i nostri lavoratori e chi ci penserà alle loro famiglie? Non possiamo morire di coronavirus ma nemmeno di fame”“Dicono di noi giovani del Sud che facciamo tutti lavori a nero – gride un’altra ragazza – ma come facciamo a costruirci un futuro se ci aprono e ci chiudono continuamente”.

Il corteo ha percorso le strade del Vomero puntellate di negozi, bar e ristoranti che da domani saranno inesorabilmente chiusi alle 18. I manifestanti hanno incoraggiato i cittadini affacciati ai balconi a scendere in piazza per unirsi alla protesta e hanno applaudito i Carabinieri che hanno tolto il casco al passaggio del corteo. Poi arrivati in piazza Medaglie d’Oro l’atmosfera si è fatta tesa con lo scoccare del coprifuoco. Molti erano intenzionati a continuare a camminare fino al Palazzo della Regione a Santa Lucia ma poi la folla si è dispersa: hanno vinto le ragioni di chi voleva protestare pacificamente e nel rispetto delle regole.

(Il Riformista)

Ultimi articoli