Il fallimento del trasporto pubblico a Roma
Scene di ordinario caos sui mezzi di trasporti anche dopo l’ultimo Dpcm che impone ulteriori chiusure a attività come cinema, teatri e palestre. ma la situzione nella capitale resta sempre drammatica
Un lunedì ancora più nero per chi viaggia sui mezzi di trasporto pubblici capitolini. È da poche ore entrato in vigore il nuovo Dpcm che, per contenere i contagi da Coronavirus, prevede la chiusura anticipata di ristoranti e bar, la serrata tra gli altri anche per cinema, teatri e palestre, ma lascia irrisolto il nodo trasporti. Metropolitane e bus non cambiano rotta: sono regolarmente affollati.
Sulla metro C San Giovanni, stamattina ressa e assembramenti come e più degli altri giorni, con gli utenti, preoccupati e in qualche caso seriamente contrariati. A ritrarre la scena intorno alle 7.45 di oggi Emanuele Licopodio, presidente del Comitato popolare Roma Est, VI Municipio di Roma, utente abituale del sottosuolo capitolino: “Mentre salivo le scale mobili all’interno della metro C per andare al lavoro, accanto a me c’era una fiumana di gente, tanti ragazzi che andavano a scuola, qualcuno di loro non indossava neppure la mascherina. Hanno chiuso le palestre, i ristoranti e i bar alle 18. E poi questa è la situazione all’interno della metro? Tutti ammassati e nessun distanziamento. Hanno voluto colpire le partite Iva”, ne è convinto Licopodio.
Ad aggravare la situazione i repentini guasti che congestionano il flusso. “Gli ascensori erano fuori servizio”, aggiunge. E a Barberini?. Anche lì, stessa trafila. “Assembramenti e distanziamento sociale non garantito”. “Non è cambiato nulla. Anzi”, commenta un utente. “Mio marito prende la metro tutti i giorni e fa cambio con la linea A per scendere a Spagna. È uno scempio”, aggiunge Emanuela. “Abbiamo fatto fatica a non sprofondare questi mesi, cercando di stare in piedi il più possibile. Ora? Mio marito lavora di notte in un bar. Da questa sera il suo nome non c’è sui turni. Abbiamo tre bambini. Non so come faremo”, si sfoga Tania. “Ridicoli e buffoni”, taglia corto un altro utente.
Presa d’assalto anche la ferrovia Roma Nord, che collega Viterbo alla capitale. Pure oggi alle prese con ritardi, corse saltate e treni soppressi da Montebello, Flaminio, Catalano. “Sembra che per i decisori politici il settore dei trasporti sia fuori da rischi del contagio virale – ragiona Fabrizio Bonanni, presidente del comitato pendolari Roma nord -nonostante le pulizie e igienizzazioni dubbie dei mezzi, gli impianti di aria condizionata che si limitano a riciclare l’aria appena respirata nelle vetture, la carenze dei mezzi e il taglio delle corse, la mancanza dell’avvio delle opere promesse da anni. La situazione è orami decisamente fuori controllo”.
(La Repubblica)