Le misure del governo per le aziende fermate dal lockdown
Morani: “Dl pronto, Cdm domani”. Ci sarà il primo rifinanziamento della cassa per coprire il 2020 e il ristoro per le attività (bar, ristoranti, cinema e via dicendo) colpite dalle chiusure. Castelli: “Sarà fino al doppio del precedente”. Salta la rata Imu di dicembre, in arrivo anche indennizzi per i lavoratori stagionali. La rabbia delle categorie, Confcommercio: “Danni per 17,5 miliardi”
MILANO – La stretta alle attività economiche decisa nel fine settimana per contenere la crescita dei contagi da coronavirus rimette prepotentemente sul tavolo del governo la necessità di supportare le aziende e i lavoratori coinvolti.
Il Governo lavora al rifinanziamento “generale complessivo” della cassa integrazione con altre 18 settimane, ha detto la la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo in una intervista a Inblu Radio affermando che la misura dovrebbe essere inserita nel decreto Ristoro che sarà pronto nelle prossime ore. Si va infatti verso un’intensa attività via decreto, prima che arrivi la legge di Bilancio vera a propria, proprio per far fronte all’emergenza delle ultime settimane. Si lavora su interventi per 5 miliardi subito, tra tutela dei lavoratori e sostegno alle attività bloccate o ridimensionate con l’ultimo Dpcm. “L’obiettivo è andare in Gazzetta ufficiale domani”, l’impegno del viceministro Antonio Misiani a Rtl 102.5. “Il provvedimento è pronto e prevede contributi a fondo perduto, stop rata Imu, credito d’imposta per affitti, cassa integrazione, indennità per lavoratori stagionali dei diversi settori, reddito d’emergenza”, dettaglia su Facebook Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, annunciando che il Consiglio dei ministri per dare il via libera al provvedimento si terrà domani.
Nuova cassa integrazione in due tranche: saranno 18 settimane
Per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali, già prima dell’ultima stretta era all’ordine del giorno il tema della copertura per l’ultimo scorcio del 2020 per le aziende che a metà novembre finiranno quelli rinnovati per l’ultima volta con il dl Agosto. E poi lo sconfinamento nel 2021 con altre settimane di cassa. Soltanto venerdì scorso, Catalfo aveva parlato di un primo rifinanziamento di dieci settimane di cassa per coprire il 2020 e probabilmente il prossimo gennaio, per “pareggiare” la durata degli ammortizzatori con quella dell’emergenza sanitaria. Poi sarebbe intervenuta la Manovra per finanziare i mesi successivi, per altro valutando come rinnovare o rimodulare il blocco dei licenziamenti (mercoledì è previsto un nuovo incontro con i sindacati). Ora, le esigenze di assistere attività colpite dalle chiusure selettive potrebbero ridimensionare il primo intervento sulla cig limitando lo stanziamento a sei settimane, per arrivare alla fine del 2020.
I ristori in un decreto “nelle prossime ore”
Dal Cdm partirà dunque il decreto sui ristori alle categorie più colpite dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm. Questa quota dovrebbe valere circa 1,2 miliardi: si parla quindi di bar, pasticcerie, ristoranti, locali, birrerie, gelaterie, pub, discoteche, cinema e teatri, palestre e piscine, sale giochi, impianti di sci. Conte e Gualtieri hanno parlato di interventi per 300-350 mila imprese. Come rimarcato da Repubblica, la novità del nuovo “fondo perduto” sta nell’avere svincolato l’aiuto dal fatturato: non ci sarà il limite dei 5 milioni. Il soccorso dovrebbe esser ancora vincolato al calo del fatturato. Ha spiegato Misiani: “Vogliamo dare il contributo in automatico, senza bisogno di fare domanda a tutte le imprese che l’hanno già avuto. Stiamo pensando di ampliare la platea, sforando il limite di 5 milioni di fatturato, quindi anche anche alle imprese maggiori, e a contributi più rilevanti per le imprese e le attività dei settori completamente bloccati. Ci sarà una differenziazione tra chi terrà aperto fino alle 18 e chi sarà bloccato h24”.+
E la viceministra Laura Castelli ha aggiunto che i nuovi aiuti potranno “valere fino al doppio di quanto già ricevuto dalle attività con perdite di fatturato in base alle misure del vecchio decreto Rilancio”. I ristori andranno “dal 100% al 200% di quanto, in base al calo del fatturato di aprile 2020, le aziende hanno ottenuto con il Fondo perduto del Decreto “Rilancio”, parliamo di queste percentuali. In alcuni casi forse anche superiori”. Nella versione del dl Rilancio, l’ammontare del contributo variava applicando una diversa percentuale alla differenza tra l’importo del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’analogo importo del mese di aprile 2019. Percentuale al 20% per ricavi fino a 400 mila euro, del 15% per ricavi fino a 1 milione e del 10% per ricavi fino a 5 milioni. Era comunque previsto un minimo di mille euro per le persone fisiche e 2mila eruo per gli altri soggetti.
Per le attività che avevano fatto già ricorso al contributo nella versione del dl Rilancio, gestito dall’Agenzia delle Entrate con accredito sul conto corrente, non sarà necessaria una seconda procedura. Per costoro, Conte ha promesso pagamenti entro la metà del prossimo mese, mentre per gli altri ci sarà da pazientare di più ma l’obiettivo è arrivare a saldare entro fine anno. Secondo le stime degli industriali riportate dal Sole24Ore, in media il contributo ha dato sollievo per il 20% delle perdite subite.
Stop Imu e credito sugli affitti
Le altre misure per le attività nella rete del Dpcm riguardano le imposte e gli immobili. Si prevede infatti l’esensione a ottobre e novembre del credito d’imposta per gli affitti commerciali con l’opzione di cessione al proprietario per ottenere uno sconto sul canone. Cancellata anche la rata Imu che si paga entro metà dicembre, mentre era già stato spostato al 30 aprile il termine per i versamenti di novembre di Ires, Irpef e Irap per contribuenti Isa e in regime forfettario.
Indennizzi a lavoratori stagionali e Reddito di emergenza
Come ha spiegato Catalfo, ci saranno gli indenizzi anche per i lavoratori stagionali (600 o mille euro) che hanno avuto dalla crisi un impatto negativo, quelli del turismo e dello spettacolo” ma anche dello sport. Si lavora anche per la filiera agro-alimentare che sta a monte delle attività di ristorazione. Inoltre “verrà rifinanziata per una mensilità il Rem”, il reddito di emergenza che può valere fino a 840 euro, mentre per il settore pubblico “innalzeremo lo smart working”.
Confartigianato: “Gente sempre più povera, anche psicologicamente”
Mentre il governo studia il modo di consentire alle categorie interessate dai blocchi di parare il colpo, non si fermano le rimostranze dei diretti interessati. Alla Adnkronos, il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti dice che “la gente è sempre più povera ‘psicologicamente’, non solo economicamente, che non è di meno grave. Ma recuperare dalla povertà psicologica è ancora più dura di recuperare da economica”. Denunciando un “abuso dei decreti” da parte del governo, Merletti attacca: “Con 3 Dpcm in 10 giorni uno resta allibito, e il dubbio che viene è che questi non sanno cosa fare”.
La Fipe-Confcommercio stima che il nuovo blocco costi alle imprese della ristorazione almeno 2,7 miliardi al mese, da aggiungere ai 30 persi fin qui. Il vicepresidente Aldo Cursano con l’Agi spiega come lo stop alle 18 per le consumazioni in bar e ristoranti decretato dal nuovo Dpcm per cercare di contenere la nuova ondata di contagi sia “il colpo decisivo a un settore che così morirà”. E ancora più salato è il conteggio dell’associazione nel suo complesso. “L’ultimo decreto produrrà altri danni gravissimi alle imprese, danni insopportabili: parliamo di circa 17,5 miliardi tra consumi e Pil. E’ necessario affrontare l’emergenza sanitaria, ma la risposta non può essere solo ‘più chiusure’ perché così si finisce per chiudere il Paese”, dice il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolineando che domani è previsto un incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Domani, come abbiamo chiesto, sottolinea in una nota, incontreremo il Presidente Conte. Gli chiederemo in primo luogo un impegno preciso, in tempi certi, per gli indennizzi alle imprese penalizzate dalle chiusure. E poi un piano generale più ampio per affrontare l’emergenza Covid e uscire dall’incertezza della navigazione a vista”.
(La Repubblica)