Per il sindaco in primavera saremo ancora in questa situazione di emergenza sanitaria.
Le schermaglie sulla candidatura ‘sì’, candidatura ‘no’ del sindaco di Milano Giuseppe Sala per un secondo mandato, vanno avanti da mesi. E alle riserve fino a ieri legate a considerazioni “di carattere personale”, adesso si aggiunge l’incertezza del futuro per la pandemia, il disorientamento su quello che accadrà nei prossimi mesi. Con le elezioni che potrebbero anche slittare. Ad azzardare questa possibilità è stato lo stesso Sala, in collegamento con Dataroom di Milena Gabanelli.
“Fino alla primavera saremo in questa situazione”
Sala ricorda “che le ultime elezioni regionali sono slittate di sei mesi“. E probabilmente “noi, fino alla primavera saremo in questa situazione”.
Siamo sicuri che andremo a votare a maggio? io ho dei dubbi – ammette -, non sapendo niente, perché nessuno sa niente”. “In questa fase in cui bisogna lavorare molto uniti con le istituzioni voglio essere il sindaco di tutti. Nel momento in cui scendo in campo non lo sono automaticamente più”. “Se anche lo decidessi oggi e non lo comunicassi, come faccio a non cadere nella tentazione nel momento in cui devo prendere una decisione difficile e di riflettere in termini di consenso elettorale?” si chiede.
Sbagliato scendere in campo adesso
“Per tutti questi motivi iniziare la corsa adesso è sbagliato dal mio punto di vista” ha ribadito. “Alla gente interessa quello che faccio per loro, giorno per giorno. Tutto il resto non gli interessa. A me hanno iniziato a chiedere già prima delle vacanze se mi sarei ricandidato, ma oggi bisogna stare sul pezzo, questi sono dialoghi che interessano i giornali non la gente”.
“No a un lockdown a Milano adesso, vedremo tra 15 giorni”
Intanto la curva dei contagi da coronavirus continua a salire e il consulente del ministro della salute Walter Ricciardi ha parlato della necessità di ‘chiudere’ città come Milano e Napoli per arginare la diffusione del virus. Un’ipotesi che il sindaco allontana, alemeno per adesso. “Non mi hanno consultato – ha spiegato – non credo che sia così, anche se rispetto Ricciardi. Ho appena ricevuto un messaggio sms di un virologo di cui mi fido molto, che dice che ieri c’erano circa 80 pazienti intubati a Milano e 200 in Lombardia. La conclusione è che anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown”. Il problema adesso, come spiega il sindaco sono i numeri alti dei ricoveri che intasano gli ospedali. Ma “non credo” la situazione “sia irrisolvibile e che ci debba portare a un lockdown generale adesso”.
(Agi)