25 Dicembre, 2024
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L’Unione stremata dal virus. La Francia è quasi in lockdown

Esposizione universale. Appello di Ursula von der Leyen : «La situazione è molto grave, intensificare risposte comuni. Nessun paese Ue è risparmiato»

 

Da giovedì a mezzanotte la Francia torna in lockdown per almeno un mese. Non sarà come in primavera, le scuole, dai nidi ai licei, restano aperte, l’università privilegerà l’online. Il lavoro continua, ma con molte regole. Gli anziani nelle case di riposo non saranno isolati, le visite potranno essere effettuate.

Gli spostamenti tra regioni sono limitate (ma i ritorni dalle vacanze d’autunno questo week end sono garantiti), mentre le frontiere europee restano aperte. I commerci non essenziali sono chiusi, ma una valutazione sarà realizzata tra 15 giorni. Emmanuel Macron, in un intervento in tv alle 20, fa appello all’unità, al «senso di responsabilità»,«ho fiducia in noi, ho fiducia in noi».

CI SONO 50MILA CONTAGIATI

in Francia, «forse il doppio», l’obiettivo delle nuove regole è far abbassare i contagi a 5mila. Oggi, il governo darà i dettagli e ci sarà un voto al Parlamento. «Non ci sono soluzioni magiche» ha detto Macron, dopo aver elencato le altre possibilità, scartate: dal non far niente, dal cercare l’immunità collettiva o dal lockdown per i soli anziani, una questione «etica, non realista».

Agli anziani, il presidenete suggerisce una «vigilanza accresciuta». Macron ha scelto una frenata brutale, dopo aver imposto il coprifuoco il 15 ottobre per 20 milioni di francesi, poi esteso a due terzi della popolazione.

È LA RISPOSTA DELLA FRANCIA

all’appello della Commissione, che ieri ha affermato che di fronte alla situazione che peggiora sensibilmente in tutta Europa «delle misure decisive devono essere prese immediatamente per salvare vite». Oggi ha luogo un Consiglio europeo (virtuale) sul Covid.

In preparazione di questo incontro, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha indicato alcune linee-guida per la Ue, perché «nessuno stato uscirà da questa situazione fino a quando tutti non ne saranno usciti». Per von der Leyen «la situazione è molto grave, dobbiamo intensificare le risposte della Ue, nessun paese è risparmiato».

LA SETTIMANA SCORSA,

i casi di Covid nella Ue hanno superato il milione, le prospettive sono nere nell’immediato, mentre molti paesi hanno già cominciato a prendere o imporranno a giorni delle misure restrittive sui movimenti delle popolazioni. La Commissione propone agli stati membri di scambiarsi i dati in modo più efficace, di estendere i test rapidi in tutta la Ue (ha stanziato 100 milioni di euro per questo), di mettere a punto una passerella di interconnessione tra app compatibili per tracciare i contatti, di scegliere uguali misure per le eventuali quarantene (e pubblicarle su Re-open Eu) per non riprodurre il patchwork della scorsa primavera, per evitare le chiusure delle frontiere e permettere il passaggio delle merci, di materiale anche sanitario (la Commissione fa acquisti di gruppo per i paesi membri) e dei cittadini, che devono potersi muovere «in tutta sicurezza» (con particolare attenzione per i ricongiungimenti famigliari).

INOLTRE, BRUXELLES INVITA I 27

a «prepararsi» alla somministrazione dei vaccini, evitando la confusione che potrebbe ritardare la battaglia contro il Covid, lottando preventivamente contro le fake news dei no-vax: da aprile, dovrebbero esserci fino a 50 milioni di dosi al mese, da distribuire nei paesi membri, e quindi devono venire stabilite a livello nazionale le priorità, mentre complessivamente la Ue avrà a termine a disposizione più di 700 milioni di dosi, per poter anche fornire dei paesi terzi poveri.

Le proposte della Commissione rispondono anche all’allarme di un gruppo di scienziati europei e internazionali, pubblicata dalla rivista Nature: «un evento senza precedenti come la pandemia di Covid-19 ha messo a nudo la debolezza dei sistemi europei di salute pubblica e delle istituzioni politiche ad essi preposte. E’ giunto il tempo per l’Unione di sfruttare le proprie capacità e di proteggere i propri cittadini».

IN FRANCIA LE ULTIME

decisioni sono state precedute da forti polemiche nel mondo politico. L’appello all’unità del governo non è stato ascoltato. Le opposizioni, a destra e a sinistra, hanno reagito con insofferenza e critiche di ogni tipo all’invito, martedì, a partecipare a una tavola rotonda per trovare risposte condivise di fronte all’impennata dei contagi degli ultimi giorni. Gli ospedali sono «sull’orlo della sommersione», denunciano i medici, che vedono più nero che la scorsa primavera, perché ora manca il personale sanitario, esaurito dalla prima ondata. I medici chiedono con insistenza «un colpo di freno» per limitare i contagi.

IL MONDO ECONOMICO

è estremamente preoccupato, nel primo lockdown l’attività era crollata del 10% e oggi l’Ofce (think-tank keynesiano) avverte che le conseguenze delle misure per lottare contro la seconda ondata saranno «più gravi» della scorsa primavera. Il governo ha esteso le protezioni fino a fine anno per i lavoratori dipendenti, ma i commercianti parlano di «catastrofe».

Gli annunci di licenziamenti aumentano, a fine anno potrebbero essere persi 840mila posti di lavoro, mentre il deficit della Sécurité sociale è ormai di 46,6 miliardi, una cifra «storica». Il piano di rilancio di 100 miliardi, che deve diventare operativo, è diventato inappropriat visto il nuovo degrado sanitario.

(IL Manifesto)

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