Tra le strategie future emerse dal Plenum del Pcc appena concluso c’è anche l’autosufficienza tecnologica, “ma senza isolarci”.
Scartata l’ipotesi di un de-coupling. Xi vuole andare avanti sulla collaborazione scientifica
La Cina attribuisce grande importanza all’innovazione scientifica e tecnologica, che sarà “la prima forza trainante dello sviluppo” del Paese. Lo ha dichiarato il presidente cinese, Xi Jinping, in un messaggio pronunciato in video al terzo World Laureates Forum, al via oggi a Shanghai e che riunisce circa 140 scienziati di livello internazionale fino al 1 novembre prossimo.
Xi, citato dall’agenzia Xinhua, ha sottolineato che “la Cina attribuisce grande importanza all’innovazione scientifica e tecnologica e insiste nel considerare l’innovazione come la prima forza trainante dello sviluppo“. La Cina, ha aggiunto Xi, “metterà in atto una strategia di cooperazione scientifica e tecnologica internazionale più aperta, inclusiva e reciprocamente vantaggiosa”, ed è pronta a collaborare a livello internazionale nella ricerca.
Verso l’autosufficienza tecnologica
Le parole di Xi erano in parte state anticipate dalle dichiarazioni del ministro della Scienza e della Tecnologia cinese, Wang Zhigang, che ha illustrato gli obiettivi nel medio e lungo periodo della Cina approvati ieri dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, a chiusura del quinto plenum che si è svolto a Pechino. La Cina, ha dichiarato il ministro, “ha bisogno più che mai di sviluppo tecnologico” e ha come “proposito fondamentale” quello di insistere sullo sviluppo di tecnologia e innovazione. “Non chiuderemo la porta al mondo nella corsa all’innovazione e terremo sempre una prospettiva globale”, ha dichiarato Wang, aggiungendo, però, che “cercheremo l’auto-sufficienza tecnologica perché non possiamo affidarci all’estero per le tecnologie chiave”
De-coupling? “Irrealistico”
Scartato, invece, il de-coupling – il disaccoppiamento delle economie di Cina e Stati Uniti – tra le strategie future. Nel corso della conferenza stampa post- Plenum, Han Wenxiu, vice direttore della Commissione Centrale per gli Affari Economici e Finanziari del Pcc, ha definito “irrealistico” un de-coupling che sarebbe un risultato da cui nessuna delle due nazioni, né il mondo intero, potrebbero trarre benefici. “Per raggiungere la modernizzazione socialista entro il 2035”, uno dei punti principali delle decisioni prese nei giorni scorsi dai dirigenti del Pcc, “serve un ambiente esterno stabile, ed é difficile a causa di fattori di destabilizzazione. La globalizzazione economica sta affrontando contraccolpi”, ha scandito il funzionario.
“Il decoupling”, la separazione delle economie, “di Cina e Stati Uniti é irrealistico e non va bene né per la Cina, né per gli Stati Uniti, e neppure per il mondo intero”, ha scandito il funzionario. “L’apertura è una scelta inevitabile per il progresso“, ha aggiunto, sia per il mercato interno che per creare opportunità per gli altri Paesi. “L’innovazione é la forza trainante primaria. Abbiamo fiducia nelle riforme e aperture e nell’innovazione”, ha concluso Han. “Se ci affidiamo a queste tre priorità possiamo raggiungere gli obiettivi al 2035”.
“Coniugare sviluppo e sicurezza”
Nei prossimi anni, infine, la Cina dovrà affrontare rischi sia all’interno che all’esterno, e dovrà coniugare sviluppo e sicurezza. “Ci sono rischi internazionali e anche rischi interni. Affrontiamo più incertezze e fattori destabilizzanti”, ha dichiarato nella conferenza stampa post-Plenum Ning Jizhe, vice direttore della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, l’agenzia di pianificazione economica del governo. Il funzionario di Pechino ha parlato di uno “sviluppo sbilanciato all’interno” e di “punti deboli che devono essere rafforzati”. Tenuto conto di tutto”, ha concluso Ning, “abbiamo incluso nelle raccomandazioni di porre l’accento sullo sviluppo e la sicurezza per fare fronte a tutti i tipi di rischi”.
(Agi)