Dopo l’impennata dei contagi, il premier britannico annuncia una nuova chiusura a partire dal 4 novembre: resteranno aperte scuole, università, il parlamento, cantieri e tribunali
LONDRA Alla fine Boris Johnson ha ceduto. Dopo tante smentite nei giorni precedenti e le resistenze agli allarmi e alle pressioni di scienziati, medici e anche del leader dell’opposizione laburista Sir Keir Starmer, il premier britannico ha annunciato un nuovo lockdown nazionale in Inghilterra durante una straordinaria conferenza stampa, di sabato sera.
La nuova “chiusura” di quattro settimane, scatenata da un recente e sostenuto aumento dei contagi per coronavirus, partirà alla mezzanotte e un minuto di giovedì 4 novembre e resterà in vigore fino al 2 dicembre. “Scusate se vi disturbo di sabato sera”, ha annunciato il premier durante una conferenza stampa da Downing St, “ma devo aggiornarvi sull’emergenza coronavirus. I contagi stanno salendo, addirittura oltre le nostre stime peggiori, il sistema sanitario non reggerebbe e i medici dovrebbero scegliere chi salvare e chi no. Insomma, non abbiamo scelta: dovete restare in casa. So quanti sacrifici vi sto chiedendo e l’impatto che queste misure avranno su lavoro ed economia, per questo vi voglio ringraziare tutti”.
Del resto, Johnson era rimasto davvero solo, nonostante un’ostinazione contro la “chiusura” del Paese che ha ricordato quella dello scorso marzo: l’Irlanda del Nord è da già due settimane in lockdown e ha chiuso persino le scuole, l’Irlanda lo è da dieci (ma a scuole aperte), la Scozia ha chiuso mezzo Paese quasi venti giorni fa mentre il Galles ha attivato di recente un “circuit breaker” di due settimane, ossia un mini-lockdown sfruttando la pausa autunnale scolastica per “spezzare” la “catena” del contagio del Covid19. Inoltre, a differenza del Regno Unito che oggi ha sfondato quota un milione di contagi, altri grandi Paesi europei come Francia, Germania e Italia nei giorni precedenti avevano già attivato nuove e stringenti restrizioni.
Le misure
Ed ecco dunque le nuove restrizioni annunciate da Johnson, che in parte ricordano quelle dure delle scorsa primavera e che saranno in vigore dal prossimo 4 novembre in tutta l’Inghilterra ma non nelle altre nazioni del Regno Unito (Galles, Scozia e Irlanda del Nord) che, almeno per il momento, continueranno un loro regime a parte.
A Londra e nel resto dell’Inghilterra verranno chiusi tutti i pub, ristoranti e bar per un mese: permesso soltanto takeaway e servizio a domicilio. Chiuse anche palestre, parrucchieri e tutti i negozi non di prima necessità (nelle prossime ore verrà diramata la lista completa). Resteranno aperti, invece, scuole, università, parlamento, cantieri e tribunali.
Un po’ come la scorsa primavera, l’ordine per tutti sarà quello di restare in casa. Si potrà uscire soltanto per fare compere di prima necessità, per andare al lavoro se è impossibile svolgerlo da remoto in smart working, oppure per fare esercizio fisico o una passeggiata ricreativa (entrambi, almeno sinora, senza limiti di tempo). A differenza del lockdown di marzo, sarà possibile sedersi su una panchina. Sarà invece vietato, al chiuso o nei giardini privati, ogni incontro con membri di un altro nucleo familiare, esclusi la “bolla di supporto” con un altro nucleo familiare fisso (non intercambiabile) e “una relazione stabile” (italico déjà vu) che vive in un altro domicilio. All’esterno, invece, si potrà incontrare soltanto una persona di un altro nucleo familiare (bolla esclusa). Ai funerali potranno partecipare solo i familiari stretti, mentre saranno sospese le altre cerimonie religiose.
Le misure dovranno essere approvate dal Parlamento entro mercoledì prossimo. Nel partito conservatore c’è una corposa frangia anti lockdown e dunque potrebbe esserci battaglia tra i tories. Ma i laburisti molto probabilmente voteranno sì per tenere il punto sul lockdown chiesto dal leader Starmer circa una settimana fa. Allora un “opportunista” secondo Johnson, che poi però oggi ha cambiato idea. Quindi le nuove, rigide restrizioni del governo dovrebbero passare in aula, a meno di sorprese, senza troppi problemi. E, qualora ci fosse la necessità, dovranno essere rinnovate dallo stesso Parlamento a inizio dicembre.
Johnson ha fatto l’ennesima retromarcia della sua premiership dopo la spirale di contagi degli ultimi giorni, che stanno aumentando ovunque in Inghilterra, soprattutto nelle centrali Midlands, ma anche nel sud, sinora relativamente risparmiato: i nuovi casi di recente sono stati sempre intorno o superiore a 22mila ogni 24 ore, con dai 200 a oltre 350 morti. Una persona su 100 è stata infettata nella scorsa settimana in Inghilterra e nel nord ovest i ricoveri hanno già raggiunto il picco della prima ondata.
Ma secondo gli scienziati di Johnson la situazione, senza un lockdown, sarebbe stata presto ancora più catastrofica, fino a punte di 4mila morti al giorno. Secondo le loro stime, di questo passo la sanità inglese sarebbe collassata ai primi di dicembre, travolta dai nuovi casi di Covid. Il Sage (un corrispettivo dell’italiano Cts) chiede un nuovo lockdown sin dal 21 settembre scorso. Johnson, che nel frattempo ha provato a mettere una toppa con restrizioni locali che non hanno funzionato, li ha ascoltati solo adesso.
(La Repubblica)