Il popolare attore scozzese si è spento alle Bahamas. E’ stato il più popolare e amato interprete di James Bond
È morto Sean Connery: il grande attore scozzese, interprete del James Bond più amato dal pubblico, si è spento a Nassau, alle Bahamas, dove risedeva. Lo ha reso noto la famiglia spiegando che Connery “non stava bene da un po’ di tempo”.
La carriera di Connery abbraccia decenni e tra i vari premi ottenuti vi sono un Oscar, due Bafta e tre Golden Globes. Oltre ai sette film della saga di 007, alcune delle altre pellicole più famose che lo hanno visto protagonista sono ‘Caccia a Ottobre Rosso’, ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’ e ‘Il nome della rosa’.
È ritenuto il miglior attore ad aver interpretato James Bond. Un ruolo a cui era arrivato battendo la concorrenza di Cary Grant, James Mason e Richard Burton, malgrado fino a quel momento avesse avuto solo qualche parte secondaria al cinema e in tv. Il debutto fu con ”007 – Licenza di uccidere” del 1962, un film che lo proiettò sulla ribalta mondiale del cinema dopo una vita in cui aveva fatto di tutto, dal lucidatore di bare al concorrente di Mister Universo, dove si piazzò terzo. L’Oscar sarebbe arrivato solo nel 1988, come miglior attore protagonista nel ruolo del poliziotto irlandese ne ‘Gli intoccabili’.
Malgrado si sia fatto amare e apprezzare in quasi 50 anni di carriera per tante interpretazioni iconiche (da protagonista come in ‘Marnie’, ‘Entrapment’ e ‘Il nome della Rosa’ oppure da non protagonista come ‘Highlander’, ‘Indiana Jones e l’ultima crociatà e ‘Gli intoccabilì che gli valse l’Oscar), nell’immaginario comune di tante generazioni Sean Connery è James Bond. Forse, addirittura, ‘l’unico’ James Bond.
Per Connery, interprete negli anni Cinquanta di particine in diverse produzioni tv e cinematografiche, la svolta arrivò nel 1962. L’anno prima i produttori inglesi Albert Broccoli e Harry Saltzman avevano comprato i diritti di tutti i libri di Ian Fleming (eccetto ‘Casino Royale’) e avevano raggiunto l’accordo con la United Artists per la produzione di ‘Licenza di uccidere’.
Per interpretare James Bond Sean Connery fu costretto a indossare un toupet, a causa della calvizie e del fatto che un capo scoperto avrebbe certamente nuociuto al fascino del personaggio di Bond.
Il primo film ‘Agente 007 – Licenza di uccidere’ ottenne un successo strepitoso e convinse i produttori a confermare Sean Connery nel ruolo di 007 per altre quattro pellicole: ‘Agente 007, dalla Russia con amorè (1963), ‘Agente 007 – Missione Goldfinger’ (1964), ‘Agente 007 – Thunderball’ (Operazione tuono) (1965) e ‘Agente 007 – Si vive solo due volte’ (1967). Connery interpretò il ruolo di 007 fino al 1967, quando durante le riprese del quinto film ‘Agente 007 – Si vive solo due volte’ di Lewis Gilbert, decise di abbandonare il personaggio, preoccupato della sua identificazione solo con l’agente segreto.
Quando alla fine degli anni ’90 fu definito l’uomo più desiderabile del mondo dalle lettrici di una rivista americana femminile, alla domanda su cosa pensasse del fatto che un uomo di oltre 60 anni fosse considerato il più sexy del mondo, Sean Connery rispose: “Non saprei. Non sono mai stato a letto con un sessantenne calvo”.
Era così Sir Thomas Sean Connery, orgoglioso scozzese classe 1930, nato in un sobborgo di Edimburgo da un contadino e camionista figlio di immigrati irlandesi e da una cameriera scozzese. Fuggito da scuola a 16 anni per arruolarsi in marina, il giovane Sean fece poi molti lavori prima di arrivare al teatro e poi cinema: è stato bagnino, muratore, lavapiatti, verniciatore di bare, bodyguard e infine modello.
Malgrado fosse affetto da una precoce calvizie, questo non intaccò il suo fascino fuori dal set. In scena, invece, per esigenze dei produttori fu spesso costretto a indossare un toupet. Cosa che lo accomunò a un altro sex symbol cinematografico, Humphrey Bogart.
La gloria degli anni ’70 e ’80
Nel 1967 dopo ‘Agente ‘007 – Si vive solo due volte’ iniziò una seconda vita artistica per l’attore scozzese. Una nuova carriera che inizialmente fu legata al regista Sidney Lumet, che dopo la pellicola del ’65, lo diresse di altri capolavori: ‘Rapina record a New York’ del 1971, ‘Riflessi in uno specchio scuro’ del 1972, dove interpreta un violento e sadico commissario di polizia, e ‘Assassinio sull’Orient-Express’ del 1974, dal giallo di Agatha Christie, nel quale Connery vestì i panni del colonnello Arbuthnot.
Dimostrando di essere un attore eclettico, completo e dotato di un umorismo contagioso, nel seguito della sua carriera Sean Connery ha interpretato ruoli importanti in pellicole diventate di culto, da ‘L’uomo che volle farsi re’ (1975) di John Houston, a fianco di Michael Caine, dove interpretava un eccentrico e visionario avventuriero, al vecchio e vulnerabile arciere Sherwood in ‘Robin e Marian’ (1976) di Richard Lester accanto a Audrey Hepburn. Da ‘I banditi del tempo’ (1981) di Terry Gilliam, un film di fantascienza con l’aggiunta di un lato ironico, al popolarissimo ‘Highlander – L’ultimo immortale’ (1986) di Russell Mulcahy, accanto a Christopher Lambert.
Lo stesso anno ottenne un enorme consenso di critica e pubblico con l’interpretazione di Guglielmo da Baskerville, il monaco protagonista del film ‘Il nome della rosa’ di Jean-Jacques Annaud, tratto dall’omonimo romanzo scritto da Umberto Eco. Il film ottenne un consenso straordinario in tutto il mondo e Connery guadagnera’ il Premio BAFTA come miglior attore.
Il preambolo del premio più importante, ottenuto nel 1988, l’Oscar con il film ‘The Untouchables – Gli intoccabili’ di Brian De Palma, dove Connery fu premiato per il ruolo di Jimmy Malone, incorruttibile poliziotto e difensore della giustizia, in una pellicola in cui recitava accanto a Kevin Costner, Robert De Niro e Andy Garci’a.
L’anno successivo è tornato a lavorare con Sidney Lumet in un altro film fortunato, ‘Sono affari di famiglia’, con Dustin Hoffman e Matthew Broderick; quindi è stato in ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’ di Steven Spielberg, dove interpretava il padre del protagonista, Harrison Ford.
Nel 1990 ha poi vestito i panni di Marko Ramius, comandante del sottomarino nucleare sovietico in ‘Caccia a Ottobre Rosso’ diretto da John McTiernan, mentre nel 1996 è stato un elegante ma micidiale ex agente segreto britannico, ingiustamente imprigionato negli Stati Uniti, nell’avventuroso ‘The Rock’ di Michael Bay.
Gli anni ’90 e gli ultimi fuochi
Risale al 1999 l’ultimo ruolo di alto livello apprezzatissimo dal pubblico: quello di un anziano e irriducibile ladro, complice di Catherine Zeta Jones, in ‘Entrapment’ di Jon Amiel. Negli anni Duemila recitò in pellicole non memorabili (nel 2000 co-produsse e interpretò ‘Scoprendo Forrester’ di Gus Van Sant, nel 2003 fu protagonista e co-produttore esecutivo ne ‘La leggenda degli uomini straordinari’ di Stephen Norrington).
I ‘gran rifiuti’ a Harry Potter e al Signore degli Anelli
Non recitò in altre destinate a restare nella storia del cinema: rifiutò di interpretare Gandalf nella trilogia de ‘Il Signore degli Anelli’ di Peter Jackson e Albus Silente nella saga di Harry Potter perché non credeva nei due progetti e non li capiva. Poco cinema, dunque, ma un riconoscimento ufficiale: nel 2002 fu nominato Sir dalla Regina Elisabetta II.
La sua ultima interpretazione risale al 2012 quando diede la voce al protagonista del film d’animazione ‘Sir Billi’, di cui fu anche produttore esecutivo. Ammalatosi di Alzheimer, negli ultimi anni Connery è scomparso definitivamente dalle scene. Ma di lui restano memorabili interpretazioni e quel sorriso sarcastico con cui pronunciava la celebre battuta: “Ci sono cose che assolutamente non si devono fare: per esempio bere Dom Perignon del ’53 a temperatura superiore a 4 C. Sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie”.
“Un giorno triste”
“E’ un giorno triste per tutti coloro che conoscevano e amavano mio padre e una perdita triste per tutte le persone nel mondo che hanno goduto dello stupendo dono che aveva come attore”, ha commentato il figlio Jason. “La nostra nazione oggi piange uno dei suoi figli più amati”, ha affermato la premier scozzese, Nicola Sturgeon, che è anche leader dello Scottish National Party (Snp). “Era una leggenda globale, ma prima di tutto, un orgoglioso patriota scozzese”, ha aggiunto, “Sean è stato per tutta la vita un sostenitore dell’indipendenza della Scozia e coloro che fra noi ne condividono il credo hanno verso di lui un debito di gratitudine”.
(Agi)