26 Dicembre, 2024
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Guariti dal Covid di nuovo positivi dopo due settimane

Lo studio del Gemelli di Roma: “Possono ancora contagiare”

I risultati dell’indagine pubblicati sull’American Journal of Preventive Medicine: su un campione di 131 pazienti, 22 trovati ancora con la presenza del virus e sintomi

 

“Per carità, non dite che si sono riammalati. Non è vero”, si raccomanda il professor Francesco Landi, che ha condotto con un pool di ricercatori del Policlinico Gemelli e dell’Università Cattolica uno studio sui guariti dal Covid, adesso pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine.

Il fatto è che su un campione di 131 pazienti, 22, pari al 16,7%, sono risultati ancora positivi ad un terzo tampone somministrato a due settimane dall’ultimo negativo. Spiega Landi: “Questi pazienti sono ufficialmente guariti perchè hanno soddisfatto i criteri indicati dall’Oms: per tre giorni consecutivi senza febbre e negativi al doppio tampone. Eppure dopo due settimane sono stati trovati positivi. Vuol dire che sono ancora ammalati? No. Significa che nel loro corpo è rimasto un residuo di virus, che non basta per farli riammalare, ma può trasmettersi ad altri e in questo caso replicarsi e dunque far ammalare altri. In altre parole: queste persone possono essere contagiose, perciò è meglio che siano prudenti, indossino la mascherina, si tengano a distanza e adottino comportamenti virtuosi”.

Sarà un secondo studio, ancora in corso, a confermare se questi ex malati siano contagiosi o no. Dalla prima indagine emerge che la probabilità di restare positivi al Covid è più alta tra coloro che presentano ancora dei sintomi. Dal campione dei 131, giudicato rappresentativo, è emerso che diversi sintomi erano ancora frequenti: fatica nel 51%, difficoltà respiratorie nel 44%, tosse nel 17%, indipendentemente dall’esito positivo o negativo del tampone. La probabilità di risultare ancora positivi dopo la guarigione è risultata però significativamente elevata tra coloro che ancora presentavano sintomi respiratori, come mal di gola e rinite.

“Questo è il primo studio a fornire un dato certo sui pazienti ancora positivi al tampone dopo la guarigione – rileva il professor Landi – I risultati suggeriscono che una significativa quota di guariti potrebbe essere ancora potenziale portatore del virus. In particolare, i guariti in cui persistono mal di gola e rinite dovrebbero evitare contatti ravvicinati, indossare la mascherina e possibilmente ripetere un ulteriore tampone”.

(La Repubblica)

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