Oggi si celebra l’Unità d’Italia, la Vittoria e la festa delle Forze Armate.
Da anni, nella nostra città, diamo una grande importanza a questa ricorrenza alla presenza anche delle Autorità civili e militari i del territorio e di tanti cittadini.
Quest’anno, a causa delle limitazioni imposte dai diversi DPCM, non è stato possibile. Ma non potevamo far passare questa giornata senza un gesto, anche semplice, ma dal grande valore simbolico.
Anzi, proprio a causa della situazione che stiamo vivendo, mi sembrava doveroso festeggiare l’Unità d’Italia, in questo momento in cui le divisioni sono la cosa che ci indebolirebbero di più.
Come nazione, come città, come comunità abbiamo il dovere, come sempre, ancor più di sempre, di restare uniti, di fare corpo, di aiutarci reciprocamente e di non lasciare indietro nessuno.
Pur senza cittadini, senza Rioni, associazioni, rappresentanti delle Istituzioni, ho voluto deporre una corona di alloro sul Monumento ai Caduti.
Una cerimonia intima, breve ma per tutti noi densa di significato. Quella corona resterà lì, all’inizio del Parco della Rimembranza, dove ogni albero piantato è a memoria di uno dei Caduti che la nostra Cerveteri ha pianto durante la Prima Guerra Mondiale.
Oggi ricordiamo quel sacrificio e onoriamo la memoria di tutti coloro che eroicamente hanno dato la loro vita per l’Italia, per il nostro Paese allora come oggi.
Voglio mandare un abbraccio a tutte le famiglie che stanno soffrendo in questi mesi, a coloro che hanno perso i propri cari spesso senza neanche poterli salutare, a chi sta combattendo con la malattia, a chi soffre per le difficilissime condizioni economiche.
Al personale medico e paramedico, ai dottori e alle dottoresse, agli infermieri e alle infermiere, a tutto il personale impiegato a vario titolo negli ospedali e nel comparto sanitario.
A chi sta continuando a lavorare anche nei momenti più difficili per garantire tutti i servizi.
L’abbraccio più grande lo mando però ai nostri figli, ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze della nostra Italia, privati in questi mesi della scuola, del confronto con i compagni, dei giochi all’aperto, delle partitelle a calcio o a pallacanestro. Privati della parte più bella della loro età.
Tante sono ancora oggi le forti disuguaglianze nella nostra nazione. E tutte si sono acuite ancora di più a causa di questa emergenza.
La nostra Costituzione ci ricorda che dobbiamo superare di fatto gli ostacoli ino al raggiungimento della piena eguaglianza. Non dimentichiamolo mai.
Perché dove non ci sono diritti per tutti, dove non c’è lavoro, dove non c’è casa, dove non c’è garanzia di salute, di istruzione e di felicità, non ci può essere Unità e non ci può essere Vittoria.
Buon 4 novembre, Italia.
Alessio Pascucci