Kurz: “È stato terrorismo. Non ci lasceremo intimorire”
Il killer “era radicalizzato” e uscito di prigione un anno fa, aveva vent’anni. Media pubblicano la foto. Il cancelliere: “È stato odio per i nostri valori e per la nostra democrazia”. Ministro dell’interno: “Non ci sono prove dell’azione di un commando”. Merkel: “Il terrorismo islamico è un nemico comune”
VIENNA – Cinque persone sono morte, 4 civili e uno degli aggressori. I feriti nell’attentato di ieri sera a Vienna, prima che iniziasse il lockdown per il coronavirus, sono 22, sei di questi in pericolo di vita ha detto il ministro dell’Interno Karl Nehammer. I cittadini sono stati esortati a rimanere a casa.
“È stato un attacco d’odio. Odio per i nostri valori fondamentali, odio per il nostro modello di vita, odio per la nostra democrazia”, ha dichiarato il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, in un discorso alla nazione specificando che si è trattato di “un attacco terroristico”. “Non ci lasceremo intidimidire” e “difenderemo i nostri valori fondamentali, il nostro modello di vita e la nostra democrazia con tutte le nostre forze”, ha aggiunto. Il governo austriaco, dopo un consiglio dei ministri straordinario, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Attentatore ucciso: 20enne radicalizzato
Il ministro dell’Interno Nehammer ha confermato che il terrorista ucciso era un “simpatizzante dello Stato islamico radicalizzato”. Ha attaccato pesantemente armato (era equipaggiato con una finta cintura esplosiva e una pistola automatica lunga, una pistola e un machete) ma la cintura esplosiva attorno al corpo si è poi rivelata finta. Fejzulai Kujtim, ventenne già noto ai servizi segreti, era stato condannato a 22 mesi di carcere il 25 aprile 2019, per aver tentato di andare in Siria ed affiliarsi all’Isis. Era stato liberato il 5 dicembre, in anticipo: in quanto giovane adulto, rientrava infatti in un regime privilegiato previsto dalla legge a tutela dei giovani. L’appartamento in cui viveva è stato comunque perquisito dalle forze dell’ordine che hanno usato una carica esplosiva per accedervi.
Il ministero dell’interno della Macedonia del Nord ha ricevuto tramite Europol una richiesta di collaborazione dalla polizia austriaca. Ne danno notizia i media a Skopje. Kujtim Fejulai aveva infatti cittadinanza austriaca e macedone, nato e cresciuto a Vienna ma di etnia albanese la cui famiglia è originaria dalla Macedonia del Nord. Il 25 per cento circa della popolazione della Macedonia del Nord (intorno ai 2 milioni) è di etnia albanese, concentrata nell’ovest del Paese balcanico, il cui centro principale è la città di Tetovo.
La famiglia dell’attentatore è originaria di Chelopek, località di circa 7mila abitanti a una decina di chilometri a sud-est di Tetovo, città della Macedonia del Nord non distante dal confine con il Kosovo. Lo rende noto il portale macedone a1on.mkk. Fejzulai Kujtim era nato nel 2000 a Moedling, comune a circa 14 chilometri da Vienna
Il Kronen Zeitung ha pubblicato una foto pixellata tratta dal suo profilo Ig, si tratta, scrive, di un rifugiato che aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. Anche secondo quanto scrive la Bildl’attentatore avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto lunedì.
L’attentatore era in contatto con una rete di jihadisti tedeschi
Kujtim Fejzulai, era in contatto con una rete di jihadisti tedeschi: lo sostiene Spiegel online. L’attentatore era stato in Turchia nel 2018 nel tentativo di entrare in Siria per arruolarsi nell’Isis e lì aveva conosciuto due jihadisti tedeschi e uno belga. Lo riporta una sentenza del tribunale del Land di Vienna di aprile. Il giovane avrebbe incontrato i tre jihadisti ad Hatay tra Turchia e Siria, in un covo Isis. Poi sarebbe stato accompagnato in un hotel in Turchia e dopo poco arrestato dalla polizia. Nell’aprile del 2019 Fejzulai è stato condannato a 22 mesi di prigione per aver tentato di entrare nelle milizie dello “Stato islamico” ma poi rilasciato dalla giustizia austriaca il 5 dicembre.
Due arresti in Svizzera
Un’unità speciale della polizia ha arrestato questo pomeriggio a Winterthur, nel cantone di Zurigo, due cittadini svizzeri di 18 e di 24 anni, sospettati di avere avuto collegamenti con l’attentatore. L’unità speciale Diamond ha arrestato i due uomini in coordinamento con le autorità austriache, riferisce la polizia cantonale di Zurigo. Ora si sta indagando sui contatti tra i due giovani e l’attentatore di Vienna. Si tratta di chiarire un eventuale coinvolgimento nel delitto. E’ stato anche creato presso la polizia cantonale un apposito gruppo di lavoro denominato “Wien” che deve verificare se vi siano relazioni nel Cantone di Zurigo con quanto commesso a Vienna.
“Nessun commando, non ci sono prove di altri attentatori”
A differenza di quanto era sembrato ieri sera, dopo che le sparatorie erano state segnalate in sei diversi punti del centro della città, non ci sarebbe alcun commando. Non è escluso però che il 20enne Kujtim Fazelai, di origine macedone ma nato in Austria, ritenuto il responsabile della strage, avesse un complice. Motivo per cui le indagini vanno avanti e resta la massima allerta nel Paese.
Cinque le vittime, compreso l’attentatore
Le vittime dell’attacco sono attualmente 5, incluso l’attentatore. Sono un uomo e una donna anziani, un giovane di 21 anni e una donna di età compresa fra i 40 e i 50 anni deceduta nella clinica Ottakring, l’ex Wilhelminenspital. Il 21enne era un cittadino macedone, come l’estremista islamico autore dell’attacco, originario di Veleshta, presso Struga (sudovest), si trovava in un bar con alcuni amici nel centro di Vienna quando è stato colpito. Una delle vittime è una donna tedesca. Lo riferisce il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas dal suo account Twitter. “Abbiamo adesso la triste certezza che una cittadina tedesca è tra le vittime dell’attentato di Vienna” ha scritto nel suio messaggio.
Molti feriti in pericolo di vita
Il direttore sanitario della capitale austriaca Michael Binder ha precisato che sei dei 22 feriti sono in pericolo di vita. Tutti sono stati colpiti da armi da fuoco. Rimangono stabili ma critiche le condizioni del poliziotto colpito che si trova in terapia intensiva. il poliziotto, ha spiegato Nehaammer, è stato soccorso e tratto in salvo da due persone appartenenti a famiglie immigrate. Le misure di sicurezza negli ospedali sono state intensificate, come ha affermato il direttore dell’ospedale: “Sono ben protetti”. Al momento non ci sono indicazioni di italiani coinvolti nell’attacco.
Perquisizioni e 14 fermi
La polizia austriaca sta effettuando “perquisizioni e arresti in questo momento”, ha dichiarato il sindaco di Vienna Michael Ludwig. Gli inquirenti austriaci ritengono che gli attentatori di Vienna potrebbero essere almeno quattro ma “attualmente non ci sono prove”. Il ministro Nehammer ha riferito all’agenzia di stampa Apa che sono state effettuate 18 perquisizioni domiciliari e ci sono stati “14 fermi temporanei”. Di questi un uomo sarebbe stato arrestato a Linz, e due a St. Poelten, a circa un’ora dalla capitale.
L’attacco in sei diversi punti della città vecchia
La prima sparatoria, attorno alle 20, è avvenuta nella via in cui si trova la principale sinagoga della capitale, chiusa in quel momento e teatro nel 1981 di un attentato con due vittime, vicina a una zona di locali molto frequentata. Gli attentatori hanno sparato a chi sedeva nei “dehors” dei locali del centro della città; alle 20,09 è stato ucciso dalla polizia uno degli aggressori. Gli attacchi sono avvenuti in sei diversi punti della città vecchia, tutti molto vicini, nel Primo distretto della capitale austriaca. Mentre l’attacco era ancora in corso, i testimoni hanno postato sui social circa 20 mila video; immediatamente è stato chiesto di non diffonderli e una squadra speciale di agenti li sta analizzando.
Il ministro dell’Interno: “Tenete i figli a a casa”
Le scuole resteranno chiuse: “Tenete i vostri figli in casa” ha ammonito il ministro Nehammer annunciando stretti controlli ai confini del Paese. Quella in atto è una “situazione molto difficile” e “dobbiamo rimanere uniti, è il giorno più duro per l’Austria da molti anni, ci sono sicuramente molte vittime”.
Attacco a Vienna, la fuga delle persone dal centro
Le reazioni, Merkel: “Terrorismo islamico è un nemico comune”
Sono in contatto con il governo federale e ringrazio a nome della Repubblica per le dichiarazioni di sostegno dei capi di Stato e di governo internazionali” è stata la prima reazione su Twitter del presidente austriaco, Alexander van der Bellen. “Siamo tutti profondamente colpiti dal presunto attacco terroristico nel centro di Vienna. I nostri pensieri e la nostra compassione vanno alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie”. “Vorrei ringraziare tutta la polizia, i soccorritori e le forze armate che si sono impegnati a proteggere la nostra democrazia e la nostra libertà. Il nostro sostegno va ai cittadini che devono ancora resistere nell’incerta situazione del centro città”, ha concluso van der Bellen.
“I tedeschi sono al fianco degli amici austriaci con partecipazione e solidarietà”, ha detto tramite il portaavoce Angela Merkel su Twitter. “Il terrorismo islamico è un nostro comune nemico. La lotta contro questi delitti e contro questi attentati è la nostra lotta comune”, ha aggiunto.
Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le condoglianze al presidente e al cancelliere austriaco: “Putin ha inviato un telegramma al presidente austriaco Alexander Van der Bellen e al Cancelliere Sebastian Kurz, porgendo le condoglianze alla luce delle tragiche conseguenze dell’attacco terroristico a Vienna”, ribadendo “la disponibilità della Russia a intensificare la cooperazione con l’Austria e con altri membri della comunità mondiale nella lotta contro tutte le forme e manifestazioni di terrorismo”.
“Si tratta di iniziare a pensare a qualcosa di più grande e che riguardi tutta l’Ue: un Patriot Act sul modello americano, ad esempio, perché oggi siamo tutti figli dello stesso popolo europeo”, ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “E la sicurezza di uno Stato equivale alla sicurezza di tutti gli altri. Ne parlerò nei prossimi giorni anche con i miei omologhi”.
Il presidente francese Emmanuel Macron è atteso oggi all’ambasciata d’Austria a Parigi per esprimere il sostegno della Francia “al popolo austriaco”, ha annunciato l’Eliseo.
Il grande imam di Al Azhar, l’istituzione islamica sunnita al Cairo, ha condannato l’attentato di ieri sera a Vienna.In un comunicato, rilanciato dai media arabi, il grande imam Ahmed el-Tayyeb ha dichiarato di pregare affinche’ “il mondo si liberi dal terrorismo e dai suoi mali”. Nel testo, l’imam sottolinea che “l’uccisione di una sola anima è come l’uccisione di tutta l’Umanità” e fa appello alle organizzazioni e istituzioni internazionali affinché si uniscano contro il terrorismo. El-Tayyeb ha poi espresso le sue condoglianze alle autorità e al popolo austriaco
Chiusa l’ambasciata italiana a Vienna
L’ambasciata italiana a Vienna, come le altre ambasciate, è stata chiusa dopo le indicazioni delle autorità di locali. Lo confermano fonti della Farnesina. “Per ragioni di sicurezza dopo gli avvenimenti di ieri sera a Vienna – si legge sul sito della rappresentanza diplomatica – la Cancelleria Consolare rimarrà chiusa nella giornata odierna”.
Gran Bretagna, sale il livello di allerta per minaccia terroristica da “sostanziale” a “grave”
Dopo l’attentato di ieri a Vienna, l’allerta per minaccia terroristica è stato elevato in Gran Bretagna da “sostanziale” a “grave” . Questo significa che l’intelligence interna ritiene che un attacco sia altamente probabile. Come ha spiegato la ministra degli Interni Priti Patel la decisione è stata presa “come misura precauzionale e non è basata su alcuna minaccia specifica”. “La gente deve continuare a essere vigilante e a denunciare qualsiasi attività sospetta alla polizia”. Sono cinque i livelli di allerta stabiliti dal Joint Terrorism Analysis Centre (Jtac) dell’MI5, “basso”, “moderato”, “sostanziale”, “grave”, “critico”.
(La Repubblica)