15 Novembre, 2024
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UE contro Lukashenko: sanzioni per i brogli elettorali e la repressione della piazza

In settimana arriveranno le sanzioni europee contro l’eterno capo del regime di Minsk

 

BRUXELLES – Sono pronte le sanzioni europee contro il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko. Mercoledì gli ambasciatori dei Ventisette presso l’Unione voteranno la nuova lista di misure che comprende ritorsioni contro 15 esponenti del regime di Minsk per i brogli elettorali del 9 agosto e per la repressione delle manifestazioni di piazza. Tra questi, compare anche e soprattutto “l’ultimo dittatore” del Continente, l’uomo che governa la Bielorussia da 26 anni graziato il mese scorso dal primo round di sanzioni europee che ha colpito 40 persone, tra cui il suo ministro degli Interni.

Il testo che andrà al voto mercoledì al momento non è ritenuto controverso. Tanto che con ogni probabilità dopo il via libera degli ambasciatori non sarà richiesto un ultimo passaggio da parte dei ministri degli Esteri: si propende per l’idea di lasciare l’adozione finale delle sanzioni a una procedura scritta tra le capitali, appunto usata quando un dossier è considerato condiviso da tutti i partner. Se questo iter sarà confermato, le sanzioni Ue a Lukashenko potrebbero entrare in vigore giù venerdì.

Inizialmente Germania e Italia, insieme alla maggior parte degli Stati membri, era contraria a sanzionare direttamente Lukashenko nella speranza di trovare una soluzione negoziata alla crisi bielorussia magari con il coinvolgimento della Russia di Vladimir Putin. Tuttavia l’evoluzione della repressione a Minsk e l’assenza di aperture al dialogo da parte di Lukashenko ha fatto prevalere l’impostazione dei baltici e di alcuni governi dell’Europa centro-orientale – come quello polacco – nettamente avversi a Minsk e Mosca.

Un segno di svolta a metà ottobre, quando i ministri degli Esteri dell’Unione hanno dato il via libera politico a eventuali sanzioni contro il leader bielorusso. Quindi il lavoro tecnico e legale dei diplomatici per preparare la nuova lista di ritorsioni mentre il Parlamento europeo lanciava un forte segnale politico assegnando il Premio Sakharov per la libertà di pensiero proprio all’opposizione bielorussa. In settimana arriveranno infine le sanzioni europee contro l’eterno capo del regime di Minsk.

(La Repubblica)

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