18 Novembre, 2024
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In Italia superati i 40mila morti (oggi 445). In 24 ore 34.505 contagi. 5 Novembre 2020

Il Gimbe: in una settimana crescita dei casi del 60%, ma è necessario che il governo renda noti tutti i dati sull’andamento della pandemia

 

Con i 445 decessi a causa del Covid-19 registrati oggi, l’Italia supera la triste barriera dei 40.000 morti dall’inizio della pandemia, arrivando a quota 40.192. Tra l’altro non si registravano così tante vite umane stroncate in un solo giorno dal 2 maggio.

nuovi contagi sono 34.500 con il totale che sale a 824.879. La percentuale positivi-tamponi è salita al 15,69% contro il 14,42% di ieri.

In crescita i ricoveri in terapia intensiva nelle ultime 24 ore: sono 99 contro i 67 di ieri, per un totale che sale a 2.391. In salita anche i ricoveri ordinari, +1.140 (contro i 1.002 di ieri), per un totale attuale di 23.256.

Quanto alle regioni, è sempre la Lombardia a registrare il maggior numero, anche oggi in incremento, di nuovi casi, 8.822 contro i 7.758, seguita da Campania con 3.888 (ieri 4.181), Veneto con 3.264 (ieri 2.436) e Piemonte con 3.171 (ieri 3.577).

A livello globale l’Italia si trova al sesto posto per i morti, preceduta da Stati Uniti, Brasile, India, Messico, Regno Unito. Mentre per quanto riguarda i contagi il nostro Paese è in dodicesima posizione. Questo secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (sempre aggiornati con un paio di giorni di ritardo, in quanto sono cifre ufficiali). Vedi la Tabella interattiva Oms

Il Gimbe: rendere disponibili tutti i dati della pandemia​

In una settimana, dal 28 ottobre al 3 novembre, i contagi da coronavirus sono cresciuti del 60%, e il dato si riflette sul numero dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, portando gli ospedali verso la saturazione. Il numero di decessi nell’ultima settimana ha superato i 1.700, con un trend che, con una settimana di ritardo, ricalca di fatto le altre curve mentre l’ulteriore incremento del rapporto positivi/casi testati, prossimo al 24%, certifica il crollo dell’argine territoriale del tracciamento. La situazione nazionale rimane comunque molto eterogenea con notevoli variabilità regionali.

Sono i dati principali del monitoraggio settimanale indipendente della Fondazione Gimbe.

Il presidente Nino Cartabellotta chiede di “rendere disponibili tutti i dati dell’epidemia, soprattutto quelli che
informano i colori da assegnare alle Regioni” sottolineando la “mancanza nei Dpcm di una strategia a lungo termine condivisa tra Governo e Regioni”. “L’introduzione di misure proporzionate a differenti livelli di rischio regionale – aggiunge – è totalmente condivisibile, anzi, ove necessario, bisognerebbe agire con misure più restrittive a livello di Provincia o Comune. Ma è indifferibile rendere pubblici i criteri per
classificare il livello di rischio, anche per evitare continue negoziazioni tra Governo e Regioni”.

Un’ambulanza all’interno del Pio Albergo Trivulzio, struttura specializzata nell’assistenza socio sanitaria per gli anziani a Milano, dove si sono registrati 64 dipendenti positivi – Ansa

Una richiesta del Gimbe è di includere nel report giornaliero del ministero della Salute il numero di contagi per Comune; rendere accessibile il database nazionale di sorveglianza integr ata dell’Iss in formato open data; rendere pubblici tutti i report dei 21 indicatori stabiliti dal decreto ministeriale del 30 aprile 2020 utilizzati per il monitoraggio della fase 2, rendendo altresì accessibile il database in formato open data; rendere espliciti e riproducibili i criteri per l’attribuzione del livello di rischio stabiliti dagli articoli 2 e 3 del Dpcm del 3 novembre 2020. Punto quest’ultimo, secondo il Gimbe, “particolarmente rilevante che determina per le Regioni l’assegnazione dei tre colori, corrispondenti a livelli differenziati di misure restrittive”.

(Avvenire)

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