27 Dicembre, 2024
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“Essi vivono”. Il trumpismo non crolla, voto Usa in bilico

In attesa dei risultati definitivi le elezioni negli Stati Uniti vedono un testa a testa fra il Presidente uscente Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden.

Nessuna “valanga blu”, il trumpismo tiene oltre ogni previsione dei sondaggi. È scontro aperto sull’esito finale

Quale che sarà l’esito definitivo del voto, gli Stati Uniti (e il mondo tutto) sono attraversati da una faglia che rischia di allargarsi sempre di più. Il Presidente uscente Donald Trump ha accusato con un tweet i democratici di voler “rubare” (“to steal”) il voto, proclamandosi così il vincitore delle elezioni sebbene in maniera indiretta. Joe Biden, nel frattempo, è riuscito a mettersi in testa nel voto popolare ma il vantaggio del suo partito è ben lungi dall’essere assicurato: il candidato dei Democratici vince in Arizona e Virginia, ma Florida, Ohio, Iowa e Texas sono per ora in mano ai Repubblicani. Verosimilmente, complice l’attesa per il voto postale, prima di venerdì non si avrà un risultato certo.

Ciò che si può però già dire è che, al di là di Trump, il trumpismo non è stato di certo sconfitto. Fin da prima della sua elezione del 2016 in molti si sono forse consolati nell’idea che la candidatura e la presidenza dell’attuale leader repubblicano fossero una (tragica) eccezione nella storia del paese.

 

Al contrario, questa tornata elettorale dimostra invece probabilmente che Trump e il trumpismo rappresentano il sintomo di problematiche profonde e strutturali, destinate a restare (quando non ad acuirsi) anche se dovesse vincere Biden.

 

Non si annunciano giorni facili, dunque. Tuttavia, a far da “contrappeso” all’andamento del voto c’è una vasta rete di movimenti attivi e partecipati, da Black Lives Matter alle iniziative sul cambiamento climatico, dai collettivi per i diritti Lgbtqi+ alle lotte sindacali, che si stanno rendendo sempre più protagonisti della vita politica del paese. Le sorti degli Stati Uniti si giocano dunque anche – se non soprattutto – su questo livello: laddove i conflitti sociali, razziali e di genere vanno a intersecarsi con la frattura della rappresentenza elettorale.

 

Stanotte, con diversi e diverse ospiti, abbiamo provato a raccontare queste dinamiche in una diretta Facebook per DINAMOpress. Pietro Bianchi, Luca Celada, Jorge Cuellar, Ida Dominijanni, Michael Hardt, Federico Larsen, Luca Peretti, Alessandro Pes, Simone Pieranni, Valerio Renzi, Tania Rispoli e Giulia Sbaffi sono intervenute e intervenuti per dare conto delle tante prospettive da cui in Usa e nel resto del mondo si guarda alle elezioni. Il possibile scenario futuro si sta scrivendo in questo momento e continueremo a osservarlo da dentro.

(Dinamopress)

 

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