Quanto è successo ieri sera a Bergamo mi lascia senza parole. Forse l’unica che mi viene in mente è “disgustato”.
L’idea che qualcuno possa andare a manifestare con quella foga sotto l’abitazione di un sindaco, nella sua sfera privata, violandone la privacy, il domicilio e soprattutto esponendo tutti i familiari a una violenza inaudita è francamente inaccettabile. Per questo voglio mandare la mia solidarietà e quella della città di Cerveteri a Giorgio Gori e ai sindaci di tutte le città d’Italia, qualunque sia il colore politico.
In tutta Italia ci sono numerose manifestazioni in questi giorni. Fatto normale e comprensibile: la pandemia ha generato difficoltà e paure. E l’incertezza le sta alimentando.
Accanto agli enormi problemi sanitari, alle tante vittime che spesso non abbiamo potuto neanche salutare, ai contagiati, alle persone in terapia intensiva, alle centinaia di migliaia di italiani e italiane in quarantena, accanto a tutto questo ci sono le incalcolabili ripercussioni sull’economia. Sono mesi che lo ripeto: stanno nascendo nuove povertà; ed era così prevedibile che tutti ci aspettavamo dal Governo una maggiore attenzione. Che purtroppo non è arrivata. E stavolta la giustificazione dell’emergenza non prevista, non è accettabile.
L’incertezza genera la paura. E la paura quasi sempre sfocia nella rabbia.
Aggiungiamo poi che ci sono sciacalli sempre pronti, persone che per qualche voto in più, per un po’ di consenso facile o per pura visibilità, sarebbero pronti a passare anche sui cadaveri. Infiltrazioni alle manifestazioni da parte di esponenti di forze estremiste di ultradestra che niente hanno a che vedere con le categorie che stanno protestando. Qualcuno mi ha raccontato che sia successo anche in territori vicini al nostro. Sono i soliti politicanti da due soldi, che soffiano sulle braci sperando che la polveriera esploda. Gente pericolosa e poco intelligente che non capisce che su quella stessa polveriera ci siamo seduti tutti.
Come ho sempre detto in questi mesi, va data la più grande solidarietà a tutte le categorie colpite dai provvedimenti in corso. Ma la solidarietà non basta. Accanto a quelli che cavalcano la protesta (o che peggio, pur sedendo nelle Istituzioni, negano la situazione sanitaria in corso, esponendoci a nuovi contagi e a conseguenze ancora più pericolose), accanto a questi “signori” ci sono tantissimi sindaci (di nuovo, di tutti i colori politici) che tutto il giorno cercano di far arrivare al Governo proposte serie, per cercare risposte reali alle esigenze dei territori. E Giorgio Gori è uno di questi.
In questo momento i più esposti sono certamente i ristoratori e le migliaia di lavoratori del comparto della somministrazione. Chi più di me può sentire il problema, con una attività commerciale (ovviamente in crisi) in famiglia e una città, Cerveteri, nella quale la ristorazione è sempre stata principalmente (direi quasi esclusivamente) serale. La chiusura alle 18 è disastrosa. Senza contare l’intero indotto: forni, frutterie, alimentari, macellerie che si vedono di colpo venir meno proprio quei clienti che acquistavano i loro prodotti. E a cascata possiamo arrivare fino agli agricoltori e ai vinicoltori.
Perché con la stessa velocità con la quale il Governo emana le norme per contenere i contagi, non arrivano i ristori economici? Perché nelle misure annunciate non sono contemplati gli altri pezzi della filiera? Lo ripeto da mesi: accanto alle manifestazioni (che sono condivisibili, almeno fino a che non sfociano in gesti intimidatori), servono richieste precise e mirate.
Giorgio Gori è il sindaco di Bergamo, forse la città più fortemente colpita dal Covid-19, quella delle bare portate via dall’esercito. Leggere delle grida “andiamo a prenderlo a casa” e vedere i manifestanti sotto la sua abitazione non soltanto è inaccettabile, ma non ha niente a che vedere con la protesta, con il problema e meno che mai con la sua soluzione. Ci costringe però a ricordare i momenti più bui della nostra democrazia. E un gesto violento come questo, un gesto fascista, deve ricevere una condanna unanime.
La nostra città ha una lunga tradizione democratica, forte e consolidata. E sento di poter parlare a nome di tutta la comunità di Cerveteri nel mandare a Giorgio e alla città di Bergamo la nostra solidarietà.
Consapevole che il sindaco Gori continuerà a mettere l’impegno e l’energia di sempre. Senza lasciarsi intimidire.
Buon lavoro, Giorgio.
Alessio Pascucci