27 Dicembre, 2024
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I Trump alla guerra totale per il riconteggio. Ma il partito non li segue

“La cosa migliore per il futuro dell’America è che Donald Trump vada alla guerra totale per svelare brogli e frodi nel voto”, ha twittato il figlio maggiore, Donald Jr, accusando poi il Gop di “debolezza”; a fargli eco il fratello minore Eric, il quale ha avvertito che “gli elettori non perdoneranno la codardia”

È scontro tra i rampolli del presidente Donald Trump e il Partito repubblicano, accusato di non aver risposto in modo energico alla chiamata alla “guerra totale” sul conteggio dei voti, ingaggiata dal presidente che vede assottigliarsi la possibilità di un secondo mandato.

“La cosa migliore per il futuro dell’America è che Donald Trump vada alla guerra totale per svelare brogli e frodi nel voto”, ha twittato il figlio maggiore, Donald Jr, accusando poi il Gop di “debolezza”; a fargli eco il fratello minore Eric, il quale ha avvertito che “gli elettori non perdoneranno la codardia”.

Repubblicani di spicco come il senatore dell’Utah, Mitt Romney, e il governatore del Maryland, Larry Hogan, hanno messo in guardia la campagna di Trump – dove i figli hanno un ruolo di primo piano – dallo screditare o minare il processo democratico.

Il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, accoglie l’invito di Donald Trump a “contare tutti i voti legali”, ma invita le parti a “rispettare l’iter”, affidando ai tribunali eventuali contestazioni. “Ecco come deve funzionare nel nostro grande Paese”, ha scritto McConnell su Twitter, “ogni voto legale deve essere conteggiato. Tutti i voti espressi in modo illegale, no. Tutte le parti devono rispettare l’iter. E per applicare le leggi e dirimere le dispute ci sono i tribunali”.

Don Jr, su Twitter, ha tuonato contro la “totale mancanza di azione” del partito: “Hanno la piattaforma perfetta per mostrare che vogliono e possono combattere ma, invece, si fanno piccoli davanti ai media. Ma non preoccupatevi, Donald Trump combatterà e loro possono rimanere a guardare come al solito”.

Dal canto suo Eric Trump, parlando da Atlanta in Georgia – tassello chiave per la rielezione del presidente, ma dove nello spoglio è in vantaggio il rivale Joe Biden – ha difeso la battaglia legale intrapresa dal padre contro il conteggio delle schede in diversi Stati. “Penso che la prima cosa che Donald Trump può fare in questa elezione è combattere una ad una queste battaglie fino alla morte”, ha dichiarato Eric.

Twitter ha messo l’alert per “contenuto fuorviante” al cinguettio di Don Jr sulla “guerra totale”, scatenando le sue critiche. Ma il figlio maggiore del presidente non è nuovo a cinguetti controversi e, in passato, ha promosso teorie cospirazioniste sui social.

“Sfortunatamente nessuno nel Gop ha la forza di dire a Don Jr di rinsavire”, ha scritto il giornalista Sam Stein, denunciando che ora fare appello alla “guerra totale” è “da incoscienti”. Soprattutto quando i tuoi sostenitori “comprano pistole e si recano ai seggi per protestare”, ha sottolineato il giornalista politic, Mehdi Hasan. Anche Joe Walsh, fondatore di Bravery Project, lanciato da alcuni attuali ed ex repubblica per contrastare il trumpismo, si è scagliato contro Don Jr definendolo uno “stupido”. “Lui e suo padre e tutti gli altri avranno le mani sporche di sangue”, ha aggiunto.

(Agi)

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