La decisione di Emiliano poche ore dopo che il Tar ha accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza che chiudeva gli istituti. Alle elementari le famiglie possono optare per la Dad
Due Tar della stessa regione decidono, nella stessa giornata e sulla stessa ordinanza, prendendo provvedimenti opposti. Accade in Puglia, dove il Tar di Bari sospende l’ordinanza della Regione che il 28 ottobre ha chiuso le scuole (tranne gli asili) fino al 24 novembre, mentre il Tar di Lecce (sezione distaccata dello stesso Tribunale) la ritiene legittima.
In serata una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, consente il ritorno in classe degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, mentre per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado proseguono le lezioni a distanza.
Tuttavia, scrive il governatore sulla sua pagina Facebook, «nessuno potrà essere obbligato ad andare a scuola in presenza e le eventuali assenze saranno giustificate. Tutti avranno diritto a richiedere la didattica a distanza per tutelare la propria salute. Le scuole dovranno dotarsi immediatamente della possibilità di fare didattica a distanza».
Resta, però, il paradosso dei due tribunali che si sono occupati della stessa questione, decidendo in maniera diversa. Paradosso che in realtà è reso possibile dalle peculiarità del Codice del processo amministrativo, perché le decisioni sono direttamente collegate ai singoli ricorsi e non a principi generali. A Bari il ricorso è stato promosso dagli avvocati del Codacons, a Lecce da privati cittadini. Diverse le letture della vicenda date dai giudici. Per Orazio Ciliberti (terza sezione del Tar di Bari) «l’ordinanza della Regione Puglia, con cui è stata disposta la didattica a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado, interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal Dpcm del 3 novembre» e inoltre «in Puglia molte scuole e molti studenti non sono sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza». Per la giudice leccese Eleonora Di Santo, invece, nell’attuale situazione epidemiologica, il diritto alla salute prevale sul diritto allo studio, «attesa la necessità di contenere il rischio di diffondersi del virus». A Lecce la vicenda sarà discussa nel merito il 25 novembre, a Bari il 3 dicembre.
«Come più volte ripetuto dal ministero dell’Istruzione – afferma il Codacons di Lecce – il problema non sono le strutture scolastiche e/o le scuole, ma il complesso mondo che gira intorno a esse, in primo luogo i trasporti pubblici. La risposta non può quindi essere l’indiscriminata chiusura delle scuole, ma provvedimenti che incidendo significativamente sulla gestione dei trasporti consentano ai ragazzi di arrivare a scuola in piena sicurezza, oltre agli interventi in materia di chiusura e/o limitazione di esercizio delle strutture ricreative».
(Avvenire)