Circolare ai prefetti dopo le follie del fine settimane.
Strade storiche, piazze e lungomari nel mirino di sindaci e governatori.
A Palermo centro vietato dalle 16
Il week end appena trascorso ha lasciato lo sconcerto e la paura per una situazione destinata a precipitare ancora. Le immagini degli assembramenti sulle spiagge, nelle strade dei centri storici delle città grandi e meno grandi, nei parchi e anche in montagna preoccupano sindaci, governatori e ministri. Il Viminale invia una circolare ai prefetti, in cui chiede una maggiore tempestività per fermare gli irresponsabili. Ma anche tra gli scienziati ci si interroga come possa esserci un tale tasso di «incoscienza» da spingere tanti italiani a non rispettare le regole di prudenza, indifferenti ai rischi di contagio. Così, si sgolano al governo, il lockdown diventa inevitabile.
Nella direttiva, allora, il capo di gabinetto del ministero dell’Interno Bruno Frattasi invita a controlli «più serrati» e a un intervento più «efficace e tempestivo» per evitare gli assembramenti nei fine settimana, anche attraverso una serie di iniziative da concordare con i sindaci sulla base degli strumenti previsti dall’ultimo Dpcm che consentono la chiusura di strade e piazze. Insomma, non è bastata la chiusura dei centri commerciali. Anzi. Di qui l’invito a convocare d’urgenza i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica.
«Nel recente fine settimana – recita la circolare – , in diverse località del Paese si sono registrate situazioni di particolare assembramento,
in occasione delle quali è stata anche riscontrata una percentuale non irrilevante di inosservanza dell’obbligo di utilizzo delle mascherine». La convocazione «in via d’urgenza» dei Comitati provinciali ha dunque l’obiettivo di intervenire per fare in modo che il fenomeno «venga significativamente a diminuire» nei prossimi fine settimana, intervenendo su due fronti: da un lato aumentando i controlli e dall’altro concordando con i sindaci la chiusura di quelle strade e quelle piazze dove gli assembramenti potrebbero ripetersi. Tra le ipotesi, un «contingentamento degli accessi, secondo un principio di proporzionalità».
E di certo la forte preoccupazione non si è avvertita solo nei Palazzi romani. A livello locale si moltiplicano le iniziative. Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia studiano un’ordinanza comune, con misure più restrittive da mettere in atto da venerdì. Al vaglio anche restrizioni negli spostamenti tra comuni o Province.
Nelle città si studiano le misure più efficaci.
Da oggi un tavolo tecnico a Roma valuterà le chiusure delle strade del centro della Capitale nonché il lungomare di Ostia, attraverso «moduli di contenimento delle presenze».
A Palermo il sindaco Leoluca Orlando vieterà «lo stazionamento in centro dalle 16 alle 22 e per l’intera giornata di sabato e domenica. Nel casertano, 19 sindaci invocano l’esercito per controlli più efficaci per le vie delle città.
A Fiumicino il sindaco Esterino Montino è pronto a chiudere le spiagge dopo l’impennata di casi a inizio settimana.
La prima cittadina di Altamura Rosa Melodia oltre alle piazze chiude anche i parchi giochi, vale a dire i punti in cui si sono registrati «i maggiori assembramenti», spiega.
Al primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris, però, questi paiono solo palliativi. «L’unico modo per evitare assembramenti è prevedere restrizioni rigorose», dice convinto. Un lockdown a tutti gli effetti. Per tutti, comunque, l’obiettivo è quello di non vanificare gli sforzi fatti per non colpire ulteriormente il settore commerciale con altre chiusure.
(Avvenire)