22 Dicembre, 2024
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Le prime dosi di vaccino saranno disponibili in Italia a metà gennaio, lo dice Locatelli

Sulla distribuzione del farmaco messo a punto da Pfizer, è decisiva la catena del freddo: deve essere conservato a -80°.

Crisanti: “Non è da pediatri o medici della mutua”

“Da metà gennaio in poi potranno essere disponibili le prime dosi del vaccino, che ragionevolmente saranno offerte prima agli operatori sanitari, alle forze dell’ordine e alle fasce più fragili della popolazione. Ci sono tutti i presupposti perché si veda il punto di svolta”, ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli.

Domani l’Ue firma il contratto con Pfizer-Biontech per la fornitura di 300 milioni di dosi.

“Sul tema della distribuzione del vaccino, legato anche alla catena del freddo necessaria alla sua conservazione, voglio dire in modo molto chiaro che con il ministro della Salute, Aifa, Spallanzani, Iss si è già iniziato largamente a ragionare sulla problematica ed elaborare una strategia per affrontare compiutamente distribuzione e somministrazione del vaccino senza impatti negativi sulla catena di distribuzione, che ha bisogno di temperature particolarmente basse”, ha spiegato Locatelli al punto stampa al ministero della Salute sull’analisi epidemiologica.

La catena del freddo sarà un elemento importante, ha spiegato alla Camera Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova,

“Il vaccino dal punto di vista costi/efficacia è lo strumento più potente, quindi penso che tutti gli investimenti per sviluppare vaccini siano assolutamente necessari. Sicuramente da qui ai prossimi mesi sentiremo tantissimi annunci che il vaccino è in via di sviluppo o sta per essere sviluppato.

“Per quello della Pfizer al momento attuale sappiamo soltanto che ci sono dei dati molto promettenti, che il vaccino sia protettivo per una classe di eta di giovani e per casi lievi: possiamo dire che è comunque una buona notizia in un deserto di pessime notizie.

“Ma dobbiamo capire che tipo di vaccino è. Qui parliamo di un vaccino che è facilmente deteriorabile perché è un vaccino RNA e necessita della catena del freddo, ma non del frigorifero: qui parliamo di una temperatura di -80 gradi e creare una distribuzione della catena del freddo a -80 gradi è una sfida”.

“Non solo: necessita di almeno due immunizzazioni – ha spiegato Crisanti – quindi con un milione di dosi si vaccinano 500mila persone con un impatto minimo sull’epidemia. Se ora mi chiedere che cosa fare per portare il vaccino e distribuirlo, rispondo che bisogna creare una catena del freddo: con camion che trasportino a -80 gradi e posti dove mantenerlo a -80 gradi. Quindi questo non è un vaccino che può essere dato dai pediatri o dai medici della mutua. Il vaccino della Pfizer è un vaccino che presenta dei problemi di logistica e distribuzione non indifferenti. Ci sono comunque altri due tipi di vaccini in via di sviluppo: uno ha un vettore virale, quello di Oxford, e un vaccino della Gska costituito da tre proteine. Immagino che nei prossimi giorni o mesi via via che i trial finiscono apprenderemo notizie sullo sviluppo vaccini”.

(Agi)

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