L’epidemiologo della Regione, Marco Pompili, svela i numeri del coronavirus delle Marche: “La crescita non è più esponenziale”
Ancona, 12 novembre 2020 – L’epidemiologo della Regione Marche è diventato ancora una volta l’esperto più ascoltato dai vertici dell’ente. Non c’è più Luca Ceriscioli, che sulle indicazioni ed intuizioni di Marco Pompili, aveva impostato la sua battaglia di primavera. Ma anche l’attuale presidente Francesco Acquaroli lo ascolta molto e con attenzione. Da quel lato è arrivata infatti la convinzione che le Marche non sono da zona rossa o arancione ma possono puntare ad un rallentamento, anche evidente, del contagio.
Dopo aver toccato il massimo nella settimane 19-25 ottobre (Rt 1,55%), la nostra regione ha avuto un rallentamento dell’incremento della curva epidemiologica che ha spinto la giunta a non stringere troppo i bulloni dei provvedimenti governativi. Infatti, invece di avere un incremento esponenziale dei contagi e dei ricoveri, c’è stata una frenata della diffusione del virus (Rt 1,29%, l’ultima settimana di ottobre). Quello che si chiama, in termini tecnici, un “raffreddamento dell’epidemia”. I casi di contagio sono rimasti ai massimi di 500-600 nuovi positivi al giorno, ma la moltiplicazione che si era ripetuta ogni settimana nel mese di ottobre si è ora stabilizzata. Una sorta di “plateau” della curva che Marco Pompili ha evidenziato anche nelle sue ultimissime dichiarazioni pubbliche: “La frenata dei contagi è evidente da due settimane e forse abbiamo anche già toccato il picco”.
Aveva espresso lo stesso concetto anche a marzo, quando le Marche erano partite come la Lombardia per poi trovarsi, alla fine del periodo più grave, meglio messe del Veneto:
“Sono due settimane che il numero dei contagi si è stabilizzto e la crescita non è più esponenziale”,
ha detto Marco Pompili. La speranza di tutti a Palazzo Raffaello è che le limitazioni ai luoghi pubblici confermino i risultati e il raffreddamento diventi totale prima dell’inverno.
L’altro dato è quello dei ricoveri. Che non sono solo quelli di terapia intensiva tanto temuti, ma anche quelli più ordinari in reparti semi intensivi o di normale degenza Covid. Il boom iniziale aveva portato i nuovi ricoveri sui 40-45 al giorno, dando l’impressione di un’onda incontenibile. Ma il rapporto tra dismissioni e ricoveri sta cambiando visto che i primi ricoverati d’autunno tendono ad essere dimessi. Sarà un caso ma il risultato tra entrate/uscite ha abbassato l’incremento dei ricoveri a dieci giornalieri nelle ultime 48 ore.
Troppo presto per dire che il coprifuoco o l’anti movida funzionano, ma i numeri non mentono. “La tendenza dev’essere confermata nei prossimi giorni”, ha detto alla Rai Pompili e la giunta regionale fa il tifo per lui. Ieri, con 700 nuovi positivi, è poi arrivato quache dubbio.
(Il Resto del Carlino)