Sulla sconfitta di Trump, Farage dice:
“Vanno trovate prove inconfutabili, altrimenti deve accettare la sconfitta”
Dopo la sconfitta di Donald Trump alle elezioni americane, il leader del Brexit Party Nigel Farage fa il punto sul futuro che avranno i populismi: “Subiranno un contraccolpo, certo. Ma alla fine la spunteranno. Anche in Italia”.
Farage non dà ancora per scontata la vittoria di Biden e soprattutto non crede al declino del populismo: “Vedremo. Il voto postale è da sempre veicolo di truffe, intimidazioni, corruzione. Ma Donald deve corroborare le sue accuse con prove inconfutabili – sottolinea -. Le stanno cercando: sinora abbiamo ricevuto tante segnalazioni di elettori che non hanno potuto votare perché per il sistema erano morti o già votanti. Il distacco in vari stati è intorno all`1%, ci sono le basi per i ricorsi”.
Quindi fa bene Trump a non ammettere la sconfitta? “Non sappiamo l`entità delle irregolarità ai seggi. Ma certo, il team Trump deve trovare rapidamente delle prove. Altrimenti, Donald dovrebbe accettare il risultato”, risponde.
Ma se anche Trump fosse sconfitto, avverte Farage, il suo “‘brand’ in America resta eccezionale:
“Non mi stupirebbe che Donald si ripresentasse alle elezioni del 2024. Quindi non illudetevi: questo è un contraccolpo per il populismo nel mondo, perché Trump ne è stato l`alfiere. Ma non è un disastro. Alla fine la spunteremo noi”. Perché? “Perché la lotta delle democrazie nazionali contro il globalismo e i suoi poteri forti è solo all`inizio. I temi e le nostre battaglie restano le stesse, Biden o meno. Anche in Italia, dopo anni di “quiete”, credete che la permanenza nell`euro sia oramai assicurata?” rilancia. “A lungo termine gli euroscettici avranno la meglio anche da voi. Non resisterete a lungo, governati da Bruxelles e incastrati in una moneta unica che ha dimostrato di essere catastrofica per l`economia italiana – conclude -. Il problema si ripresenterà presto e gli italiani si renderanno conto che l`euro è stato un errore madornale. A quel punto qualcuno dovrà occuparsene, Salvini o chi per lui”.
(Globalist)