27 Dicembre, 2024
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Raggi, Calenda, Bertolaso e la campagna per Roma che non c’è

La battaglia per il Campidoglio è ai minimi termini e la portano avanti candidati incerti sul loro futuro. 

Nelle ultime settimane l’aggravarsi del contagio da Covid ha messo in un angolo la campagna elettorale per il Campidoglio, confinandola in un recinto tra social e tv. Non potrebbe essere altrimenti. Il leader di Azione Carlo Calenda, tra un giro sui territori e un programma televisivo, incalza ogni giorno a colpi di tweet il Pd e la sindaca M5s.

Intanto Virginia Raggi da una settimana parla via social o in streaming mentre si trova in isolamento a casa dopo aver contratto il coronavirus. I due talvolta che si pungono a distanza ma sono fuochi fatui. Nel frattempo il centrodestra continua la ricerca di un candidato, civico o politico, da annunciare prima di Natale.

Negli ultimi giorni Matteo Salvini è tornato a sponsorizzare il nome di Guido Bertolaso ma gli alleati di Fratelli d’Italia a microfoni spenti ricordano al leader leghista che, dato il maggior radicamento territoriale, spetta a Giorgia Meloni la scelta del candidato per il Campidoglio. Il voto per Roma è l’appuntamento elettorale più importante del prossimo anno, insieme alle comunali di Milano, Bologna, Torino e Napoli. Qualche voce, per ora isolata, inizia a parlare anche della possibilità di rinviare le urne, non più in primavera ma in estate, sostenendo farebbe comodo a tutti gli schieramenti.

Chiunque vinca troverà una città segnata dal Covid, che finora nella Capitale non ha raggiunto i picchi di contagio segnati altrove, ma sta lasciando solchi profondi nel tessuto sociale ed economico. In una città che vive di turismo, servizi e rendita del mattone 9 mesi di pandemia hanno messo in ginocchio gli esercenti del centro storico come quelli delle periferie.

La campagna è ai minimi termini e la portano avanti candidati incerti sul loro futuro. Calenda appare il più attivo sui temi cittadini ma ha incassato solo il sostegno di Italia Viva e +Europa. Mentre il Pd di Nicola Zingaretti conferma la volontà di fare le primarie per scegliere il candidato, con almeno 4 nomi già in lizza. Anche se oggi allestire i gazebo appare complesso vista la necessità di distanziamento sociale imposta dalla pandemia. Cosi’ l’ex ministro chiede ai Dem una scelta in breve tempo sulle primarie e chiarezza su una possibile alleanza con i 5 Stelle anche in Comune sul modello di quella di governo.

Il timore del leader di Azione sarebbe quello di condurre mesi di campagna in solitaria per poi trovarsi a marzo col Pd che converge su un altro nome più gradito ai 5 Stelle.

A sinistra intanto è tornata a circolare l’ipotesi di una corsa dell’urbanista Paolo Berdini, già assessore con la Raggi. La Raggi tenta la ricandidatura puntando sul tema della legalità. Ha il sostegno di parte della base dei 5 Stelle e di Alessando Di Battista, mentre l’ala più governista del Movimento, a quanto filtra, sarebbe pronta a sacrificare le sua corsa in nome di una intesa con i Dem su un candidato condiviso. Un casus belli per chiedere un passo indietro alla sindaca potrebbe essere la sua eventuale condanna in appello nelle prossime settimane nel processo per falso su una nomina, procedimento per il quale in primo grado è stata assolta perchè il fatto non costituisce reato.

Quanto a Bertolaso nel centrodestra viene ritenuto un nome spendibile con il profilo del medico adatto per curare i mali della città.

C’è pero’ un precedente negativo. Nel 2016 la corsa dell’ex capo della Protezione Civile venne fermata prima delle urne dalle divisioni nella coalizione, che portarono Fdi e Lega a sostenere Giorgia Meloni mentre Forza Italia si accodo’ al tentativo civico di Alfio Marchini. In alternativa si starebbero vagliando altri nomi tra cui la consigliera regionale di Fdi Chiara Colosimo. Cosi’, tra post, dichiarazioni e tattica la sensazione è che per la vera campagna e bisognerà attendere l’anno prossimo.

(Agi)

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