24 Novembre, 2024
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Saviano: “De Luca è come Chavez, la camorra approfitta di questo malessere”

Lo scrittore: «Il governatore invoca la caduta del governo, Zingaretti è d’accordo». Sulla situazione nelle regioni del Sud: «Momento drammatico, sarà un disastro sociale ed economico»

ROMA. Paragona Vincenzo De Luca a Chavez, «fa dirette sudamericane ogni giorno». Ragiona sulla sua Napoli e quello che sta vivendo, Roberto Saviano: attacca la gestione delle istituzioni – «tensioni nefaste» -, critica il presenzialismo tv degli esperti- «il dibattito continuo e fluviale disorienta» -, assolve i suoi concittadini che ieri hanno invaso le strade della città – «stanno pagando un prezzo altissimo» -, ma mette in guardia sulle infiltrazioni della malavita: «Dove le imprese falliscono, arrivano loro».

Partiamo da De Luca: «camorrologo milionario», l’ha attaccata, che «continua a parlare di cose di cui non capisce niente»…

«De Luca fa dirette sudamericane quasi ogni giorno, solo Chavez lo eguagliava… Dovrebbe sprecare meno energie a bullizzare chi non è d’accordo con lui, smetterla di mostrarsi in contraddizione con chiunque e addossare responsabilità a chiunque, tranne che a se stesso».

«Odio tantissimo», ha detto in un’intervista all’Espresso, ad esempio quelli che «stanno dalla mia parte ma pugnalano alle spalle». Pensa anche a De Luca?

«De Luca non è mai stato dalla mia parte, né io dalla sua».

Che impressione le ha fatto il suo sfogo di venerdì?

«De Luca si sfoga continuamente, si sfoga con chiunque… Ma questa volta è diverso. Ha chiaramente invocato la caduta del governo. Zingaretti, che lo ha sempre sostenuto, non mi pare che lo abbia invitato a essere più cauto».

 

Vuole dire che secondo lei anche il segretario dem pensa alla caduta del governo?

«Alludo a questo».

Com’è stata gestita la situazione in Campania?

«Malissimo, perché in Campania, come in Calabria, in Puglia, in Sicilia, la sanità pubblica già aveva problemi enormi prima della pandemia».

E ci sono state continue tensioni tra diversi livelli istituzionali… 

«Sono tensioni nefaste. Regnano incomprensione e sotterfugio. Da cittadini si assiste attoniti a una sfida nella quale tutti provano a lucrare e a lasciare il cerino in mano all’altro. Che dignità c’è in tutto ciò?».

Avrà visto anche lei il video del signore morto nel bagno del Cardarelli. Che effetto le ha fatto?

«Un fatto drammatico, terribile. Tutti indignati ora, ma la sanità napoletana era allo stremo da anni. La sola speranza è che il dolore di oggi si tradurrà in progetti concreti».

Il campano Di Maio si è detto indignato, invocando l’intervento del governo e parlando di un Sud che rischia di implodere…

«Si riscoprono tutti campani all’improvviso. Mai sono riusciti a porre il Sud al centro del progetto politico anziché usarlo solo come serbatoio di clientele».

Pensa fosse giusto arrivare alla zona rossa?

«Non ho le competenze per fare valutazioni sanitarie e francamente il dibattito continuo e fluviale tra virologi in tv non aiuta, anzi disorienta. Più parlano i virologi più c’è confusione: dovrebbero non diventare opinionisti ma divulgatori di analisi scientifiche. Ma, per farlo, dovrebbero parlare molto meno e concentrarsi sugli studi e gli aggiornamenti, basandosi solo su risultati stabili e non creando questa incredibile confusione. Quello che si percepisce con forza è il timore di non farcela a sostenere economicamente questa fase, soprattutto se dovesse durare ancora».

C’è il rischio che il Sud non regga alla seconda ondata?

«Non è solo un rischio, è una certezza. Al Sud la situazione è drammatica, perché lo era da troppo tempo nella mancanza di visione politica, che oramai manca da decenni. Un disastro sociale ed economico, provocato dalla mancanza del Diritto e dei diritti. Marco Pannella diceva sempre di lottare per la vita del Diritto e il diritto alla Vita».

Quanto è alto il rischio che camorra e malavita approfittino di questo malessere?

«Già lo stanno facendo, sin dalla scorsa primavera. Pacchi spesa per le famiglie indigenti, tasso zero per l’usura. E dove le imprese falliscono arrivano loro. Questa è una fase nella quale inizia a scarseggiare la liquidità per far fronte all’immediato. Chi ha la liquidità in mano adesso può comprare a un prezzo molto basso, beni e purtroppo anche persone».

Lei ha parole molto dure per le istituzioni. Ma che impressione le fanno le strade della sua città piene per l’ultimo caffè, nonostante la gravità della situazione?

«Ieri le strade erano piene in molte delle città che da oggi saranno zona rossa. Non mi sento di criminalizzare i napoletani, stanno pagando un prezzo altissimo per le inefficienze della gestione politica dell’emergenza e di conseguenza anche dell’ordinario».

«Gridalo», s’intitola il suo nuovo libro; «basta con la gentilezza», ha detto in un’intervista: è ora di ribellarsi? Non teme ribellioni e piazze fuori controllo?

«Il libro è riflessione e il grido che nasce dalla riflessione il controllo non può perderlo. Quando non si può tacere, gridare è l’unica strada per chiedere giustizia. La politica agita lo spauracchio della piazza, perché se il dissenso è solo un problema di ordine pubblico, lo puoi reprimere. Ma la consapevolezza di essere stati criminalizzati e trasformati a turno e per categorie in capri espiatori rimarrà come una ferita a lungo in molti di noi».

Conte è un capo che non ci sta proteggendo, ha detto qualche tempo fa: lo pensa ancora?

«Non è un capo politico, sembra non avere nulla da perdere. Può riposizionarsi e non scusarsi di niente. Lo ha già fatto con la transizione dal suo primo al suo secondo governo».

(La Stampa)

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