22 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

UNITA’ CRISI LAZIO, ‘SU SENTENZA TAR LAZIO SU MMG PROPORREMO APPELLO IN CONSIGLIO DI STATO’

Comunicato dell’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio, 16 novembre 2020

CORONAVIRUS: UNITA’ CRISI LAZIO, ‘SU SENTENZA TAR LAZIO SU MMG PROPORREMO APPELLO IN CONSIGLIO DI STATO’
E’ UN PASSO INDIETRO, IN CONTRADDIZIONE CON IL NUOVO ACN NAZIONALE, SI RISCHIA UN DANNO GRAVE E IRREPARABILE A RETE ASSISTENZA TERRITORIALE NEL CONTRASTO A PANDEMIA

“Proporremo ricorso urgente al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che è in contraddizione con le funzioni che il nuovo ACN assegna ai medici di medicina generale (MMG), tant’è che di recente è stato siglato l’accordo nazionale, non dalla sigla che ha proposto il ricorso, che permettere loro di eseguire i tamponi rapidi, dove necessario anche a domicilio. La sentenza del Tar, che rispettiamo, non tiene conto di un quadro di forte evoluzione del ruolo dei medici di medicina generale nel contrasto alla pandemia ed arriva dopo 8 mesi dalle modalità organizzative messe in atto che finora hanno consentito di essere nella cosiddetta zona ‘gialla’. Nel Lazio vi sono oltre 60 mila persone in isolamento domiciliare ed è tecnicamente impossibile gestirle unicamente con le USCA-R. E’ innanzitutto compito della medicina territoriale farsi carico, con i dovuti mezzi di protezione e la dovuta formazione, di questi pazienti che molte volte non sono affetti unicamente da COVID, ma anche da altre patologie croniche. Pertanto l’assunto del Tar per cui gli MMG dovrebbero occuparsi soltanto dell’assistenza ordinaria domiciliare (non COVID) è tecnicamente impossibile in una visione olistica del paziente, vorrebbe dire che un anziano iperteso diabetico e con il COVID può avere un’assistenza domiciliare dell’MMG solo per le patologie croniche anziché per l’intero quadro clinico. Proprio in questi giorni, attraverso il Commissario nazionale per l’emergenza, si stanno distribuendo a tutti i medici i kit per i tamponi rapidi antigenici, da fare nei loro studi, o presso locali messi a disposizione dalle Asl e dei Comuni e lì dove necessario anche a domicilio ed è per questo che la Regione Lazio ha disciplinato su base volontaria e nell’ambito delle prerogative attribuite dalla legge questa modalità. Ora c’è un rischio di un danno grave e irreparabile alla rete dell’assistenza territoriale nel contrasto alla pandemia”.

 

Ultimi articoli