Domenica gruppi di fedeli davanti alle chiese per sollecitare la decisione del governo. La Conferenza episcopale francese ha già presentato un protocollo per garantire le misure di sicurezza in chiesa
Le celebrazioni in Francia resteranno ancora sospese – per l’emergenza coronavirus – almeno fino al primo dicembre, quando scadrà il lockdown nazionale. “Le condizioni igienico-sanitarie del Paese non consentono a oggi la ripresa delle celebrazioni pubbliche”, ha affermato il primo ministro Castex al presidente della Conferenza episcopale francese nons. Eric de Moulins-Beaufort.
L’interrogativo quando saranno nuovamente autorizzate le Messe e in generale le celebrazioni religiose in Francia, che ispira frustrazioni e speranze in milioni di fedeli transalpini ha ricevuto risposta solo in serata, dopo l’incontro fra i principali rappresentanti religiosi, non solo cristiani, e il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, che la settimana scorsa si era mostrato intransigente verso ogni tentativo spontaneo d’organizzare Messe all’aperto non autorizzate, in particolare davanti alle chiese che restano aperte solo per momenti di raccoglimento personale o particolari funzioni come i funerali.
“In vista della data dell’1 dicembre, la Conferenza episcopale francese – si legge in una nota della Cef – ha già presentato al Ministro dell’interno un dettagliato protocollo sanitario per garantire le migliori condizioni di sicurezza possibili in vista appunto della ripresa della Messa in pubblico. Verranno inoltre presentate le condizioni per la ripresa anche di altre attività pastorali in presenza (catechismo, cappellania, consigli pastorali)”.
Domenica i fedeli erano tornati in piazza a centinaia in diversi capoluoghi per testimoniare il loro desiderio di un’imminente autorizzazione della Messa in vista del tempo liturgico dell’Avvento. In mattinata, davanti alla Cattedrale di Bordeaux, circa 300 fedeli si sono riuniti per intonare dei canti, ma in un settore che non era stato autorizzato dalla Prefettura. Gli organizzatori sono stati dunque convocati in commissariato.
Una settimana fa, di fronte a un ricorso sostenuto anche dalla Conferenza episcopale, il Consiglio di Stato aveva confermato il divieto di cerimonie religiose con un largo pubblico. Ma intanto, il mondo politico resta diviso sulla questione, dato che l’attuale confinamento parziale anti-Covid consente una parte delle attività professionali e non ha limitato i trasporti.
Domenica, la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Gérard Larcher, si è detto favorevole a un’autorizzazione, «a condizione che le misure sanitarie siano rispettate». L’esponente d’opposizione (Repubblicani) ha aggiunto: «Siamo di fronte a una libertà fondamentale e il governo deve prestarvi attenzione».
(Avvenire)