19 Luglio, 2024
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Manovra condivisa, M5s frena i dem

Il Pd aveva raccolto l’idea di Tajani di coinvolgere l’opposizione, no dei pentastellati. E Berlusconi esclude nuove maggioranze

Scrivere la manovra a quattro mani, maggioranza e opposizione: l’idea, lanciata dal vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, era stata subito raccolta dal segretario del Pd Nicola Zingaretti e rilanciata da Silvio Berlusconi. Un modo per blindare il governo, atteso da mesi difficili fra emergenza sanitaria ed economica, e scosso a intervalli più o meno regolari dai malumori di alcuni azionisti di maggioranza, primi fra tutti Italia Viva e M5s. Che la strada fosse in salita, tuttavia, non sfuggiva a nessuno. E puntuale è arrivato l’altolà del M5s, per voce del Capo Politico, Vito Crimi: “La collaborazione delle opposizioni è fondamentale, ma ognuno ha il suo ruolo. La legge di bilancio è l’atto di indirizzo più importante del governo. Quindi la deve scrivere la maggioranza”. La posizione del Capo Politico del Movimento, al di là del momento di transizione vissuto dai Cinque Stelle, è largamente maggioritario in un partito a cui viene la pelle d’oca solo a sentire nominare Forza Italia e Berlusconi. Nessuno, insomma, dirà mai “bene l’apertura a Forza Italia”, spiega un parlamentare di primo piano, se questo significa sedersi al tavolo con Berlusconi. Altra cosa è, invece, la collaborazione nelle aule parlamentari dove i grillini non hanno mai escluso di poter votare provvedimenti ritenuti di buon senso, è il ragionamento. Collaborazione solo in sede parlamentare, dunque.

Berlusconi chiude a nuove maggioranze

Lo stesso Berlusconi ha chiuso peraltro a ogni ipotesi di nuova maggioranza o di ingresso di Forza Italia al governo. “No, questo è davvero impossibile”, ha detto il leader di FI nella registrazione di una puntata del Maurizio Costanzo, “noi siamo diversi dai nostri alleati ma siamo incompatibili con questa sinistra e con queste sinistre”. “Noi siamo i soli portatori in Italia dei grandi principi e dei valori su cui si basa la nostra civiltà occidentale”, ha insistito, “e non svenderei mai i nostri 25 anni di storia, di lavoro, di battaglie, di libertà, per una manovra politica di breve respiro”. “Il nostro atteggiamento convinto e responsabile consiste nella nostra disponibilità a suggerire a maggioranza e governo quello che è utile e necessario per il Paese. Non vogliamo una nuova maggioranza ma un modo nuovo e responsabile di dare risposte rapide al Paese”, ha sottolineato il leader di Forza Italia.

I dem per una manovra condivisa

Intanto, dal Partito Democratico viene rilanciato l’appello alla condivisione delle scelte sulla manovra. E non solo. Goffredo Bettini invita a “raccogliere senza indugi” l’apertura di Forza Italia alla maggioranza sulla legge di bilancio, aggiungendo che, dopo il varo della manovra, “ci saranno mesi ancora drammatici”, evocando così una collaborazione che vada ben oltre il varo della manovra. Per Bettini, occorre chiamare “anche all’interno dell’esecutivo le energie migliori e necessarie per competenza e forza politica in grado di offrire, insieme a Conte, un punto di riferimento indiscusso all’Italia e alla Repubblica, così scosse e provate”. Parole che fanno risuonare la parola “rimpasto” e “inciucio” nelle orecchie di molti, non solo fra i grillini. Ma l’esponente dem, viene assicurato, non è a quello che pensa, quanto a una collaborazione organica fra forze parlamentari al di là degli schieramenti. E a chi, come Crimi, teme l’abbraccio mortale con Forza Italia, Bettini chiarisce: “Non si tratta di rinunciare ognuno alla propria identità, alle proprie ragioni, al proprio punto di vista sul Paese. Piuttosto si tratta, nella stretta di oggi, di praticare tutte le vie possibili per raccogliere con generosità i contributi delle forze politiche consapevoli e democratiche, che sinceramente intendono dare una mano”. Oltre questo c’è anche la consapevolezza che il centrodestra nel Paese è ormai diviso fra destra populista-nazionalista e un centro moderato. Il lavoro che sta facendo Bettini, riferisce una fonte dem, è che quell’ala moderata possa guardare alla maggioranza che sostiene il governo e non alla destra estrema.

(Agi)

 

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