C’è un dubbio che buca il “cervello” dello stato maggior del Pd e, per una volta, è condiviso da tutte le sue anime. «Non è – si ragionava domenica sera – che questa cerimonia inutile seppur necessaria degli Stati generali 5 Stelle viene intesa, anzi fraintesa, e spacciata per un rafforzamento del Movimento con Conte che ci ha messo sopra il capello con il suo discorsetto paternalistico, della serie “siete tosti ragazzi ma dovete crescere perché governare non vuol dire solo essere coerenti ma anche gestire le situazioni complesse”»? A questo dubbio hanno dato voce, in modo istituzionale e appassionato, il segretario dem Nicola Zingaretti e il suo “suggeritore” Goffredo Bettini.
Che cercano una via d’uscita allo stallo in cui si trova una volta di più il governo. Zingaretti insiste da giorni nel trovare i modi per coinvolgere le opposizioni in un momento della Storia del paese in cui servono tutte le energie per affrontare il binomio micidiale dell’emergenza sanitaria ed economica. Da irresponsabili, in questa fase, perdere tempo in polemiche e rivendicazioni. Conte ha preso nota, acconsente a parole ma ancora non passa ai fatti concreti. “Fatti concreti” auspicati domenica mattina anche da Silvio Berlusconi: il fondatore di Forza Italia batte su questo tema da giorni distinguendo “l’unità” politica per far fronte alle necessità da alleanze improbabili per non dire impossibili. Dietro tutto questo c’è la moral suasion del Quirinale. Nel fiorire di appelli incrociati Pd-Forza Italia brillano i distinguo di Lega e Fratelli d’Italia «il modo di collaborare è uno solo: accettino le nostre proposte, il luogo per farlo è il Parlamento») e il silenzio del Movimento 5 Stelle. La sintesi è che si torna a parlare di rimpasto per rafforzare la squadra di governo. E se non si procede in questa direzione, anche Conte non è più blindato.
La lettera di Goffredo Bettini pubblicata ieri mattina dal Corriere della Sera segna un salto di qualità. Tenendo prioritari la tutela della vita e il sostegno economico delle parti più colpite della società italiana, il king maker del Pd nella fase Zingaretti dice che
«è giunta l’ora di chiamare al governo le energie migliori e necessarie per competenza forza politica» e che nel fare questo «è necessario raccogliere subito il segnale di Forza Italia». «Non si tratta – scrive Bettini – di rinunciare ognuno alla propria identità», bensì di «praticare tutte le vie possibili per raccogliere con generosità i contributi delle forze politiche consapevoli e democratiche che sinceramente intendono dare una mano».
È l’apertura più concreta e vigorosa fatta nelle ultime tre settimane da quando l’emergenza sanitaria è tornata primaria, le chiusure seppure localizzate (ormai tre quarti del paese sono chiusi o quasi) costringono a fare i conti con nuovo debito, nuovi scostamenti di bilancio e con una legge di bilancio che nel pomeriggio, dopo numerosi rinvii, ha avuto il faticoso via libera del Consiglio dei ministri ma deve ancora approdare in Parlamento dove sarà possibile, per rispettare l’approvazione entro la fine dell’anno, l’esame solo della Camera.
Ed è proprio la legge di bilancio «tutt’uno col governo concreto della pandemia» il banco di prova indicato da Bettini per tentare l’approdo all’unità di azione «dentro questa tempesta». Da Forza Italia hanno risposto subito Renato Brunetta e la capogruppo Mariastella Gelmini. Brunetta insiste su questo tasto da settimane. Così come il presidente Mattarella e giù Casini, Veltroni. L’elenco è lungo. La mossa, “i fatti concreti”, dipendono da Conte e dal ministro Gualtieri. La proposta di Forza Italia è sul tavolo da tempo: scrivere insieme la legge di Bilancio. E non come ha denunciato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni la scorsa settimana “offerte del tipo vi diamo 5 milioni di euro, fate quello che volete”.
Al di là delle belle e sentite argomentazioni di Bettini, non c’è dubbio che il coinvolgimento di Forza Italia sarebbe per il Pd la soluzione anche per altri fronti aperti. Il tema del rimpasto è sul tavolo da tempo. «Non per questioni di poltrone ma di capacità» si assicura dal Nazareno. L’economia della pandemia deve essere affrontata con profili diversi e più completi rispetto a quelli di Nunzia Catalfo (M5s) e Paola De Micheli (Pd). Lavoro e infrastrutture e trasporti (cioè miliardi di appalti) sono dossier di assai difficile e delicata gestione in questa fase. Rafforzare la squadra significa anche, secondo qualcuno, prendere i 37 miliardi del Mes e ridimensionare il peso specifico dei 5 Stelle dimezzati nel consenso, al 15% invece che al 33%. Il “bene, bravi, bis” con cui si sono chiusi gli Stati generali ha allertato il Nazareno. E ha convinto Bettini a scrivere parole senza ritorno. Subito il rimpasto di governo e l’allargamento a Forza Italia. Basta stallo e subito i fatti come ha chiesto anche Bruxelles (Marco Buti, capo di gabinetto del commissario Gentiloni) a proposito del Recovery plan. «L’Italia è in ritardo, fuori i progetti e un commissario per la loro realizzazione». Conte deve dare risposte. Altrimenti torna precario.
(Il Riformista)