Oggi la Conferenza delle Regioni chiederà chiarimenti sull’algoritmo che regola le fasce Giani (Toscana): «Una volta declassati risalire è complicato» Ospedali da campo al Sud
Pancia a terra a cercare di piegare la curva dei contagi e della pressione sulle strutture ospedaliere. Dopo i giorni delle polemiche fra governo e regioni, seguite all’ordinanza della Sanità dello scorso fine settimana ora in tutte le Regioni, anche quelle penalizzate dalla ri-classificazione ministeriale prevale l’interesse di tutti a far sì che le misure adottate portino frutti. L’obiettivo, per tutti, è ridare ossigeno allo shopping in vista delle feste di Natale. L’attuale Dpcm scade il 3 dicembre, e al suo rinnovo si dovrà cercare la giusta misura far le spinte a riaprire e quelle volte a scongiu- rare una disastrosa terza ondata.
Ma a Palazzo Chigi e al ministero della Sanità preferiscono tenersi fuori da questo dibattito – giudicato «surreale» dal premier Giuseppe Conte e «lunare» dal ministro Roberto Speranza – restando concentrati sugli interventi da definire, ora, nelle singole regioni. Il governo è stato impegnato, ieri, soprattutto a risolvere la ‘rogna’ calabrese, per il resto sono i singoli governatori nella loro autonomia a valutare i cosiddetti auto-lockdown, per avere il vantaggio di gestire in proprio tanto le restrizioni quanto il loro successivo ritiro, in caso di miglioramento. Perché, come lamenta il presidente della Toscana Eugenio Giani, fiducioso di poter tornare in ‘giallo’ prima di Natale, «con questo Dpcm per passare a un livello inferiore ci vogliono pochi minuti, mentre per risalire è un grosso problema, dovremo per 14 giorni avere dati univoci».
L’Abruzzo si è auto-declassato a ‘zona rossa’, fiducioso che possa trattarsi di un fatto provvisorio, volto a scongiurare il peggio.
Mentre il declassamento ministeriale ad arancione era stato preso malissimo dal Friuli-Venezia Giulia, che aveva adottato un’ordinanza antiassembramenti insieme a Emilia- Romagna e Veneto e poi l’ha ritirata. Oggi la Conferenza delle Regioni si occuperà del funzionamento dell’algoritmo dei famosi 21 parametri: «Potremo finalmente confrontarci sui criteri applicati dal Comitato tecnico scientifico – dice il presidente Massimiliano Fedriga -. È un atto dovuto per chiarezza nei confronti dei cittadini e delle imprese della mia regione».
Il presidente del Friuli-Venezia Giulia chiede quindi di ridiscutere i criteri che determinano il passaggio da una fascia all’altra, ma al ministero della Salute ricordano che le Regioni hanno tre rappresentanti in cabina di regia, dunque le scelte sono sempre condivise. I parametri che misurano il contagio e la tenuta del sistema sanitario, che il premier aveva promesso di rendere pubblici aggiungendo una specifica norma nel decreto ‘Ristori due’, sono già da tempo disponibili al sito del ministero della Sanità, ma quel che resta complicato da comprendere è il funzionamento dell’algoritmo. Prova allora a fare chiarezza Carlo Cottarelli con un post pubblicato sul suo Osservatorio sui Conti Pubblici. Di sicuro, come ribadisce la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, il governo esclude lockdown generalizzati modello Austria, e si proseguirà con le tre fasce.
Non si esclude, per questo fine settimana, la possibilità di un allentamento mirato all’interno delle singole Regioni.
Si era parlato ad esempio di ammorbidire le restrizioni per Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e se il timido miglioramento registrato ieri dovesse consolidarsi e il presidente Attilio Fontana dovesse portare una proposta in tal senso, da venerdì ci sarebbero le condizioni per poterne parlare, dopo due settimane dal collocamento della Lombardia a zona rossa.
A tentare di alleggerire la pressione sulle strutture, migliorando i relativi parametri, entrano ora in operatività anche i primi ospedali da campo ad opera di Protezione Civile, Difesa e Croce Rossa, in grado di aggiungere centinaia di posti letto dedicati e un numero limitato di di terapie subintensive, per ora, in Abruzzo, Piemonte, Liguria, Val d’Aosta, Umbria e Calabria.
(Avvenire)