22 Novembre, 2024
spot_imgspot_img

PIANO TERRITORIALE DEL LAZIO: CONSULTA BOCCIA REGIONE

La Corte costituzionale dichiara che non spettava alla Regione Lazio e, per essa, al Consiglio regionale approvare la deliberazione 2 agosto 2019, n. 5 (Piano territoriale paesistico regionale – PTPR),
e annulla, per l’effetto, la suddetta deliberazione e la nota della Direzione regionale per le politiche abitative e la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica della Regione Lazio del 20 febbraio 2020

 

La Consulta ha accolto il ricorso del Governo – Ministero dei Beni Culturali e del Turismo– annullando il piano paesistico del 2 agosto 2019 e tutti gli atti consequenziali perché “nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo”.

Nella sentenza n. 240 depositata oggi, si legge che “nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio”.

A stretto giro, è arrivata la nota della Regione Lazio, la grande sconfitta della giornata.

“Prendiamo atto della pronuncia della Consulta sul Piano paesaggistico del Lazio, anche se lascia perplessi il fatto che il Consiglio regionale venga considerato un organo di ratifica di un’intesa fra la Giunta e il Mibact. Nel frattempo, comunque, la Giunta regionale e il Ministero hanno già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr, che è stato sottoscritto lo scorso luglio ed è già stato inviato all’esame del Consiglio. La Regione, quindi, è pronta a completare la procedura di approvazione di un Piano paesaggistico territoriale atteso nel Lazio da oltre 20 anni“.

Sono intervenute, a commento della pronuncia della Corte, anche le consigliere regionali Gaia Pernarella Valentina Corrado, tra le più critiche sin dall’inizio nei confronti del Regione Lazio e del Ptpr.

La notizia che la Corte Costituzionale si sia espressa contro il Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio, non ci giunge inaspettata. Abbiamo fin dal principio sostenuto l’inopportunità da parte della maggioranza presente in Consiglio regionale di esporsi a contenziosi con l’Organo di garanzia Costituzionale, quando era evidente, e lo abbiamo ribadito in più occasioni, che sarebbe bastato il recepimento dell’accordo con il Mibact per ridurre il tenore della controversia e restituire il proprio senso sostanziale al PTPR, vale a dire un atto a tutela del paesaggio e dei beni archeologici. Purtroppo la Maggioranza consiliare ha preferito continuare il procedimento, a spregio di ogni responsabilità istituzionale, esponendo la Regione al contenzioso e al dispendio di denaro pubblico per una difesa che ha subito una vera e propria debacle viste le motivazioni della Corte, col risultato che ora si torna indietro di tredici anni al piano territoriale paesistico del 2007 co-pianificato con il Ministero ma soltanto adottato e non ratificato dal Consiglio, attraverso il quale sicuramente il territorio riceverà maggior tutela”.

Nessuna risposta è mai giunta dalla Giunta Zingaretti alla domanda più volte fatta, sul perché si sia proceduto alla pubblicazione dei vincoli dopo e non prima della pubblicazione del PTPR, in violazione a quanto deciso nel mese di agosto 2019 dal Consiglio regionale e disattendendo i contenuti del successivo accordo con il Mibact – ha affermato la consigliera Gaia Pernarella – e viene da sé che la sentenza della Corte Costituzionale parli di violazione del principio di collaborazione e di co-pianificazione obbligatoria dei beni paesaggistici previsto dalle norme vigenti”.

Prima di avviare la discussione in Aula – chiarisce la Consigliera Valentina Corrado – presentammo una richiesta di sospensione e di rinvio della discussione sul PTPR successivamente all’avvenuta pubblicità del piano oggetto dell’intesa con il Mibact sostenendo che l’interruzione di un procedimento di formazione legislativo concordato con lo Stato può essere giustificato e compatibile con il dettato costituzionale esclusivamente se orientato ad assicurare una tutela maggiore e più stringente per il paesaggio, altrimenti saremmo in presenza di un comportamento elusivo delle norme poste a presidio del valore primario e supremo di tutela dell’art. 9 della Costituzione ma la nostra richiesta fu bocciata e oggi viene ripresa dalla Consulta“.

Oltre gli aspetti di natura procedimentale, preme sottolineare – riprende Pernarella –, che secondo la Consulta il PTPR della Regione Lazio sarebbe “improntato a un generale abbassamento del livello della tutela dei valori paesaggistici”, con la conseguente “lesione di interessi costituzionali primari” che si traducono “anche in una lesione diretta dei valori paesaggistici tutelati, determinando immediatamente una grave diminuzione del livello di tutela, sia rispetto al piano adottato nel 2007 dalla Regione e vigente sin dal 2008 in regime di salvaguardia sia rispetto ai contenuti convenuti con il MiBACT nel Verbale del 2015 e nell’accordo del 2020”.

Questo è ancora più grave – ha concluso Pernarella – perché dimostra come la Regione, non solo ha privato lo Stato di un effettivo ruolo decisionale sulla sorte dei beni tutelati, ma ha stralciato buona parte delle garanzie maggiormente stringenti per il paesaggio che erano state inserite a tutela del territorio proprio nell’accordo di co-pianificazione fatto con il Mibact. Bene ha fatto la Corte Costituzionale a ricordare alla Regione Lazio che il paesaggio è tutelato costituzionalmente: il rilancio dell’economia deve essere ecosostenibile e ecocompatibile e non può passare attraverso una riduzione delle tutele”.

(Latinatu)

 –  –  –  –  –  –  –  –  –  –  –  –

 

La Corte Costituzionale boccia il Ptpr del Lazio. Aveva ridotto i vincoli a costruire. Che adesso vengono reintrodotti. Cosa è accaduto. Già raggiunta la nuova intesa con il MiBact

Il problema ora è tutto politico. Perché tutto torna in discussione. Bisognerà ricostruire una maggioranza intorno al Piano dopo che sarà modificato come chiede il Ministero. Sta tutta lì la questione. Perché il Ptpr è un documento troppo delicato e trasversale per poter essere approvato come tutte le altre leggi. È il Piano Paesaggistico Regionale al quale poi devono uniformarsi i Piani Regolatori dei singoli Comuni. In pratica, se posso costruire una casa o ristrutturarla e con quali limiti, lo stabilisce il Piano regolatore del mio Comune: che deve essere in linea con il Ptpr.

La Corte Costituzionale Foto © Paola Onofri / Imagoeconomica

Non è un caso che per arrivare all’approvazione del testo, pochi minuti prima delle sei del mattino del 2 agosto 2019, fossero stati necessari tre giorni di dicussioni e 4 maxi sub emendamenti con cui scavalcare oltre duemila proposte di correzione avanzate dalle opposizioni. (leggi qui L’intesa arriva all’alba: la Regione Lazio approva il Piano Territoriale).

Ora tutto torna in discussione. Perché la Corte Costituzionale ha annullato il Piano Paesistico della Regione Lazio.

La sentenza

Quell’intricato lavoro di mediazione ed equilibrio salta perché “Nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole. Ma devono coinvolgere il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBact)”.

E per i giudici quel confronto è mancato. “In particolare, nel procedimento di formazione del Piano è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato”.

La sentenza è la numero 240 depositata oggi. Annulla il Ptpr e tutti gli atti che ne sono seguiti. La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale in contrasto con il principio della leale collaborazione.

Tutto già previsto

La questione tra Lazio e Ministero era sorta nello scorso mese di aprile. Il Governo Conte ha sollevato un ‘conflitto‘ con la Regione. Non per una questione di principio, non perché non era stato coinvolto: in pratica, perché ha ritenuto che il Consiglio Regionale del Lazio non abbia imposto una serie di vincoli che invece sono validi in tutto il resto dello Stato.

Tenere tutto e tutto insieme aveva creato il problema. A luglio la Giunta regionale ed il Ministero avevano già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr: è già stato inviato all’esame del Consiglio. Ma ricostruire una maggioranza ampia richiede tempo: non è un caso che la procedura di approvazione del nuovo Piano paesaggistico territoriale sia attesa nel Lazio da oltre 20 anni.

Nel frattempo nessuno ha ritirato il ricorso che era stato promosso davanti alla Consulta. Così è arrivato l’annullamento.

Cosa non funziona

Per 12 anni il Piano Territoriale Paesistico Regionale adottato nel Lazio ha prescritto il vincolo di inedificabilità assoluta su una fascia di 150 metri attorno ai centri storici di tutti i Comuni. Il Ptpr approvato ad agosto 2019 ed annullato oggi modificava quel vincolo del 2007 riducendo a 100 metri la fascia di rispetto dei centri storici. Nei fatti, consentiva l’edificazione nelle aree dentro quella fascia di 50 metri, non più vincolata.

Il MiBact ha puntato il dito su questo aspetto ed anche su altri casi di abbassamento dei livelli di tutela paesaggistica introdotti dal PTPR approvato ad agosto.

Quando è stato chiaro che occorreva raggiungere una sintonia tra regione e Ministero si è deciso di congelare la pubblicazione del nuovo Piano. È stata rinviata a dopo il raggiungimento di un accordo. Per raggiungerlo è stato costituito un tavolo congiunto: al termine di 9 incontri che si sono susseguiti per 3 mesi nella sede dell’Assessorato all’Urbanistica, il 18 dicembre 2019 è stato sottoscritto dai due enti un “documento di condivisione”. Conteneva le Norme e le tavole del PTPR approvato di cui il Ministero aveva chiesto la modifica.

La rottura a febbraio

Si arriva al 13 febbraio 2020, il Covid è ancora una faccenda relegata all’Asia. Il MiBact sollecita la Regione Lazio. Sulla base di quella sollecitazione la Giunta Regionale approva una Proposta di Deliberazione Consiliare in base alla quale la pubblicazione del PTPR approvato il 2 agosto 2019 avrebbe dovuto essere posticipata alla definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale. Cosa significa?

Significa che Ministero e Giunta regionale hanno individuato l’intesa sulle modifiche da apportare al Piano, il documento dovrà essere pubblicato solo dopo che l’Aula del Consiglio avrà esaminato ed approvato quelle modifiche. Si tratta di sostituire le Norme Tecniche di Attuazione approvate ad agosto 2019 con quelle concordate a dicembre 2019. Inoltre si devono adeguare a quelle Norme anche le Tavole del PTPR.

Invece il 13 febbraio la Regione ha pubblicato sul suo Bollettino ufficiale le Norme e le Tavole bocciate dal “documento di condivisione”. Non solo: dopo una settimana ha emanato una Direttiva a tutti i Comuni del Lazio per comunicare che le nuove regole sono quelle del Ptpr pubblicato.

Nasce da qui il ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione da parte del Governo.

(alessioporcu)

Ultimi articoli