Conte: “Possibile differenziare colori tra province e Comuni”
Il premier: “A Natale niente veglioni e baci”. La richiesta: “Meno parametri per classificare le regioni”. Il premier sulle festività: “Occorre buonsenso, o la curva si impenna”
“Le Regioni che sono diventate rosse, e non escludo che ce ne possano essere altre nei prossimi giorni, dipenderà dai dati di monitoraggio”, ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ospite di ‘Oggi è un altro giorno’ su Rai 1. “Il dibattito sul cenone di Natale in questo momento è “surreale, semplicemente lunare” ha aggiunto. Quindi, a proposito della spinosa questione della Calabria, ha sottolineato: “Il piano Covid c’è, il ministero della Salute si è espresso, il presidente Antonino Spirlì sa che stiamo lavorando sull’emergenza insieme. Stiamo collaborando con la Protezione civile, con le aziende ospedaliere, con il personale che non ha mai smesso anche in Calabria di lavorare”.
Ma “rivedere i parametri che determinano le misure anti-Covid” è la richiesta principale dei governatori che oggi incontrano il governo in un vertice a cui parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.
Intanto, cala il rapporto tra positività e tamponi in Italia, al 14,6%, ma i morti continuano a salire: ieri sono stati 753. Esiste poi la possibilità di dosare le misure restrittive non solo su base regionale, ma in maniera più circoscritta, provinciale. Lo chiarisce il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “È pensabile, differenziando all’interno di una Regione le aree più critiche da quelle con un livello inferiore e che non meritano una penalizzazione” con misure eccessivamente restrittive. “Si può fare. C’è un meccanismo nel Dpcm che consente sulla base di dati oggettivi, su richiesta del presidente della Regione, di differenziare province e Comuni all’interno di una regione, quelle più critiche da quelle con rischi inferiori”, spiega durante l’assemblea nazionale dell’Anci. Di questo se ne era parlato nei giorni scorsi a proposito della Campania.
Natale sobrio senza veglioni e abbracci
Manca poco più di un mese al Natale e il premier vuole spiegare già da adesso che “dobbiamo predisporci a passare le festività in modo più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non è possibile. Al di là delle valutazioni scientifiche occorre buonsenso. Una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva, in termini di decessi, stress sulle terapie intensive. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo prepararci a un Natale più sobrio, ma noi ci auguriamo comunque che l’economia possa svilupparsi, che si possano fare acquisti e scambiarsi anche doni”.
Le richieste dei governatori a Speranza
“I parametri che determinano le misure anti-Covid sono 21”, aveva detto due giorni fa Speranza, quando era arrivata la richiesta dei governatori di ridurli a 5 ribadendo anche la volontà di arrivare il prima possibile ad un confronto con il governo, magari prima di venerdì, ovvero prima che l’Istituto superiore di sanità e ministro della Salute possano far scivolare altre regioni nella zona rossa. Sul tema è inervenuto il premier: “Io non dico se 21 indicatori sono giusti ma parlare di 5 o 3 è un dibattito scientifico, non può dirlo un’autorità politica. Dovremmo fidarci degli scienziati. Il dibattito è aperto”.
Delegare tutto ad un algoritmo non porta alle migliori soluzioni possibili per il Paese ed i nostri territori – spiega il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo a “Uno Mattina” – Non c’è dubbio che meno parametri potrebbero fotografare al meglio la situazione.
Non solo. Fedriga ritiene anche che tra governo e regioni “se non c’è collaborazione in questa fase non si vince la pandemia”. E sul suo ipotetico incarico come prossimo presidente della Conferenza delle Regioni, Fedriga aggiuinge: “Adesso non è all’ordine del giorno”.
Possibili nuovi cambi di colori per Regioni
Intanto, il governo, sulla base dei nuovi dati monitorati dalla cabina di regia, potrebbe prendere nuove decisioni: oltre a Piemonte, Calabria, Valle d’Aosta ed Alto Adige e Lombardia, anche la Basilicata, “arancione” dallo scorso 11 novembre, ora teme di finire in “zona rossa” già dal prossimo fine settimana. Stessa sorte per la Liguria e la Puglia: il governatore Michele Emiliano ha chiesto al governo, tramite una lettera al ministro Speranza, di dicharare zona rossa le province di Foggia e Barletta Andria Trani. Cambio di colore anche per il Veneto, da giallo ad arancione però. Stando ai numeri il 27 novembre la Lombardia potrebbe tornare arancione, ma occorrerà monitorare la situazione. La settimana successiva poi alcune regioni, come l’Emilia Romagna, potrebbero anche tornare ‘gialle’ ma anche qui bisognerà considerare l’andamento dei prossimi giorni. Salgono ancora invece i contagi in Calabria: 936 solo nella giornata di ieri. In pole come nuovo commissario alla Sanità regionale, c’è sempre Federico Maurizio D’Andrea.
L’Abruzzo, nel frattempo, si è autodichiarato zona rossa. “Abbiamo anticipato ciò che verrà certificato dal ministero domani. Siamo in zona rossa. Dobbiamo garantire la salute ai nostri cittadini. Non possiamo trasformare gli ospedali in lazzaretti Covid – spiega il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, ospite questa mattina di ‘Radio Anch’io’ su Radio Uno”. Entro la fine della settimana o al massimo lunedì, il governatore abruzzese firmerà l’ordinanza con cui si darà seguito all’accordo tra Assofarm, Federfarma e Regione affinchè si possano fare i test rapidi nelle farmacie.
Spera in una “retrocessione”, da rosso ad arancione, Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte: “Tornare zona arancione non è una scelta, è un automatismo. Noi abbiamo i numeri per essere in zona arancione. Dobbiamo tenere questi numeri per almeno 14 giorni, fino al 30 novembre. Ora l’Rt è notevolmente sceso, siamo di poco sopra l’1 – dice a “The Breakfast Club” su Radio Capital – Il metodo del Cts dei 21 parametri è un metodo giusto e oggettivo, che va difeso. Meglio aperture graduali. Noi in Piemonte siamo l’esempio di come si possa evitare il lockdown totale”.
(La Repubblica)