…Piena fiducia nei napoletani”
Questa pandemia è una trasformazione, una rivoluzione delle nostre vite – ora come alla fine dell’emergenza – e come tale va affrontata e presa come una traccia per ri-abitare il mondo. Lo ha detto Ilaria Capua, medico veterinario tra i più autorevoli e noti anche a causa del coronavirus, in un’intervista sul Corriere del Mezzogiorno. “La pandemia è un fenomeno trasformazionale ovvero sta trasformando le nostre vite e continuerà a farlo. Se saltano gli equilibri e sistemi finora esistenti questo vuol dire che poi non potranno più funzionare in maniera analoga al passato. In pratica, siamo a un punto zero”, ha detto la scienziata che dirige il Centro di Eccellenza One Health in Florida e inserita dalla rivista scientifica Seed, nel 2008, tra le ‘Menti Rivoluzionarie’.
Nel 2019 aveva pubblicato un libro intitolato Salute circolare Una rivoluzione necessaria. La proposta di un modello di vita, e quindi di sostenibilità e di sfruttamento delle risorse differente, completamente rivoluzionato rispetto al passato. Che potrebbe prendere spunto proprio da questa emergenza. Capua, che ha origini napoletane, ha rivolto un’osservazione proprio al popolo partenopeo: “Adesso è chiaro che non si sono soluzioni facili, ma abbiamo il dovere di cercarle. Su questo piano ho molta fiducia nei napoletani, sono pieni di iniziative, tra gli italiani sono quelli che dovrebbero mettersi maggiormente in gioco”.
La pandemia dovrebbe dare la direzione, e quindi indicare percorsi, “per esempio Napoli potrebbe diventare la città più bella del mondo e attirare turisti da ogni dove, ma in modo differente dal passato”. Per il momento, senza turisti e con le strade tipicamente affollate invece vuote, il capoluogo campano è più oggetto di polemiche che altro: l’iniziale assegnazione da parte del dpcm alla Zona Gialla aveva acceso il dibattito. Poi sono arrivare le immagini del Lungomare affollato, le file di ambulanze ai Pronto Soccorso, il caso del paziente morto nel bagno dell’Ospedale Cardarelli, e quindi il passaggio in Zona Rossa. Una querelle durata oltre una settimana. Di certo non c’è paragone con la prima ondata – a dirlo sono i numeri – quando il contagio si diffuse soprattutto al Nord. “Chi gliel’ha detto ai napoletani che sarebbero stati immuni? Il punto è che la pandemia porta con sé energia distruttiva e generativa al tempo stesso. Se non ci mettiamo a lavorare ora sul futuro quando lo faremo? E dobbiamo farlo tutti insieme. Deve essere un momento di forte unità nazionale: veneti, piemontesi, campani … tutti diversi ma tutti insieme. Non servono campanilismi. E di certo non ci possiamo permettere un’altra pandemia. La natura è il nostro sacco amniotico e l’abbiamo preso a calci. È il momento di smettere”.
L’era post covid, continua Capua, comincerà nella primavera del 2021. Ma dovrà per forza di cose essere una nuova normalità, non un ritorno.
Perché “la sensazione di pericolo ci abbandonerà ma non possiamo pensare, ad esempio, di tornare a viaggiare come prima, inquinando l’ambiente magari per un week end in un parco giochi dall’altra parte del mondo. Si dovrebbe invece iniziare a riflettere sul concetto di salute circolare”.
LA REGIONE – L’ultimo bollettino diffuso dall’Unità di Crisi della Campania ha riportato 3.334 nuovi positivi su 23.496 tamponi processati. Su questi nuovi contagiati 207 sono sintomatici e 3.127 asintomatici. L’ultimo resoconto ha riportato 32 morti (tra il 13 e il 18 novembre) su 1.192 totali dall’inizio dell’emergenza. I posti occupati nelle terapie intensive sono 194 su 656 disponibili. Quelli in degenza 2.287 su 3.160 disponibili tra posti letto covid e Offerta privata.
(Il Riformista)