L’associazione nazionale partigiani ha lanciato un appello per una grande alleanza democratica e antifascista a difesa della socialità
“Il Comitato Nazionale Anpi approva la relazione del Presidente. Il Paese attraversa un’emergenza sanitaria, un’emergenza sociale, un’emergenza democratica. Con la pandemia i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri.
La gravità della situazione attuale pone all’ordine del giorno la mobilitazione delle forze migliori della società per sconfiggere la pandemia, far rinascere il Paese, promuovere una democrazia più ampia e più forte. Si può così aprire una nuova fase della lotta antifascista e democratica, a partire dai principi fondamentali che hanno ispirato la Resistenza: la giustizia sociale, la libertà, la democrazia, la solidarietà, la pace.
Occorre avviare urgentemente un processo di ricostruzione sociale, ricomponendo ciò che è disperso, unendo ciò che è diviso, restituendo socialità dove c’è solitudine. Per questo il Comitato Nazionale lancia un appello per dar vita a una grande alleanza democratica e antifascista per la persona, il lavoro e la socialità, mettendo a valore ogni energia disponibile dell’associazionismo sociale e civile, del volontariato, del Terzo settore, del movimento sindacale, del mondo della cultura, delle arti e della scienza, col sostegno delle istituzioni e dei partiti democratici.
Un’alleanza che guardi al dramma presente attraverso i valori della solidarietà e della prossimità, ma guardi anche al futuro, affinché l’Italia del dopo Covid non sia la restaurazione dei modelli economici e valoriali del recente passato, ma si avvii verso un profondo cambiamento che metta al centro persone, cittadini, lavoratori, seguendo la strada tracciata dalla Costituzione.
È perciò necessario che, sulla base delle centinaia di esperienze unitarie del recente passato, ogni nostra organizzazione rilanci ed estenda il tessuto di relazioni e di alleanze per contribuire a costruire anche dal basso una grande rete unitaria con tutte le forze sociali democratiche disponibili.
La crisi sociale morde in tutto il mondo del lavoro, in particolare nei confronti di un ceto medio e medio basso, popolare, spesso disperso, che corre il rischio di essere decimato dagli effetti delle limitazioni in corso. Cresce in questo modo l’esercito degli invisibili. Peraltro cambia rapidamente l’organizzazione del lavoro aprendo nuovi problemi di tutele e di garanzie. I lavoratori dipendenti del privato e del pubblico sono in misura diversa colpiti dalla crisi. Pur essendo proprio dei sindacati il rapporto con i mondi del lavoro, l’Anpi deve manifestare la sua vicinanza e la sua piena solidarietà, nell’ambito di una diversa prospettiva economico sociale.
Il Comitato Nazionale denuncia la persistenza e per alcuni aspetti l’incremento dei fenomeni di revisionismo storico, tesi ad una sostanziale rivalutazione del ventennio fascista. Assieme, gruppi fascisti strumentalizzano la legittima tensione sociale causata dalla crisi, dando vita a manifestazioni, a provocazioni ed aggressioni, come analogamente avviene in altri Paesi: un’ulteriore conferma, che si aggiunge al veleno del razzismo, dei pericoli che corre la democrazia. Va perciò tenuto alto l’impegno del contrasto ai neofascismi, ai razzismi e ad ogni revisionismo.
Il rapporto con le giovani generazioni è una priorità in generale e una priorità specifica per l’Anpi anche perché esse sono il punto di intersezione più evidente col malessere delle periferie. I temi di una vita sociale “sostenibile” e della lotta al riscaldamento globale sono propri delle ultime generazioni. Occorre perciò una ancor più coraggiosa apertura verso i giovani da parte di ogni nostra organizzazione e, specificamente, uno dei terreni di maggiore impegno dell’Anpi dev’essere quello della formazione, in particolare nella scuola e nelle università assieme ad una speciale attenzione ai temi della sostenibilità ambientale.
È più in generale all’ordine del giorno la cura e la tutela delle persone, a cominciare dalle fasce più fragili per ragioni di salute, di età, di condizione sociale.
Le vicende legate al governo del contrasto alla pandemia dimostrano i limiti insiti nella riforma del Titolo V della Costituzione e mettono in luce l’urgenza di una riflessione a partire dalla necessità di salvaguardare il fondamento dell’unità nazionale e garantire l’eguaglianza dei diritti, dei servizi e delle tutele ai cittadini su tutto il territorio nazionale. A maggior ragione, come dichiarato in passato, il Comitato Nazionale ritiene l’autonomia differenziata una proposta impraticabile, divisiva e profondamente sbagliata.
Più in generale e a più lunga scadenza si propone il tema di una nuova statualità, cioè di un nuovo rapporto fra Stato (nelle sue più ampie articolazioni), società, corpi intermedi. Una nuova statualità non può che nascere da una grande “riforma intellettuale e morale” che richiede soggetti, energie e progetti da suscitare anche grazie all’associazionismo e al volontariato laico e cattolico.
L’importante dibattito svolto in Comitato nazionale, di cui in questa risoluzione si sottolineano alcuni significativi spunti, contribuisce ad avviare la riflessione sul documento che porterà tutta l’Anpi alla prossima stagione congressuale”.
(Comitato nazionale ANPI)