Una delle vittime aveva già denunciato il marito
Il bilancio delle vittime di femminicidio in Italia, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si aggrava ancora per l’omicidio di due donne in Calabria e Veneto.
In provincia di Padova, a Cadoneghe, una donna di 40 anni, Abiou Aycha Nata, è stata uccisa dal marito con una coltellata a petto, che ha poi chiamato i carabinieri per denunciare l’omicidio. Un folle gesto che sarebbe stato motivato dalla gelosia dell’uomo, già denunciato dalla moglie per precedenti comportamenti violenti, salvo poi ritrarre. Il killer, Jennati Abdelfettah, di origini africane, è stato arrestato, mentre i tre figli della coppia sono stati affidati alle cure di un’amica della famiglia
Il secondo femminicidio è avvenuto invece a Catanzaro, dove un 36enne è stato fermato per l’omicidio della donna di 51 anni con cui aveva una relazione. Il cadavere della vittima è stato rinvenuto sugli scogli a Staletti ieri sera, 24 novembre. La donna è stata colpita più volte con un coltello a lama lunga: da almeno un giorno i familiari della vittima non avevano più sue notizie. Stando alle ipotesi dei carabinieri di Soverato e del Comando Provinciale di Catanzaro, che hanno avviato le indagini dirette dalla locale Procura, il 36enne di Badolato (Catanzaro) aveva una relazione extraconiugale con la donna.
LE PAROLE DI MATTARELLA
Bisogna “rafforzare, nella società, la spinta per favorire una cultura che promuova l’effettiva parità, prevista dalla nostra Costituzione, ma non ancora pienamente conseguita”. Queste le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, arrivate alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e nel giorno in cui dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia emerge che nei primi dieci mesi del 2020 le donne vittime di omicidio sono state 91, una ogni tre giorni. Il dato è in leggera flessione rispetto alle 99 dello stesso periodo dello scorso anno, ma a diminuire significativamente sono in realtà soltanto le vittime femminili della criminalità comune mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi familiari e, all’interno di questi, il numero dei femminicidi di coppia. In sostanza, l’incidenza del contesto familiare nei femminicidi raggiunge nel 2020 il valore record dell’89%, superando il già elevatissimo 85,8% registrato nel 2019.
I DATI
Il quadro insomma è decisamente preoccupante, anche alla luce di altri dati, stavolta forniti dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in occasione del rapporto ‘Un anno di Codice Rosso’: fra agosto 2019 e luglio 2020, periodo che include quindi anche i mesi di lockdown, si è registrato un notevole incremento del numero dei procedimenti iscritti per il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi, passato da 36.539 a 40.726 (+11%). Nei primi 12 mesi di applicazione della nuova legge, inoltre, sono state aperte ben 1083 indagini per il reato di ‘revenge porn’. Davanti alle statistiche anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non può fare a meno di ammettere che l’aumento preoccupante dei casi di femminicidio durante le fasi più acute della pandemia, soprattutto nelle settimane del lockdown, “mi ha molto preoccupato e oggettivamente desta allarme”. Con le misure di prevenzione adottate per contrastare il coronavirus, evidenzia, “abbiamo involontariamente creato profondo disagio sociale e psicologico, e anche questo c’è all’origine degli episodi di femminicidio che sono triplicati nel corso del lockdown, raggiungendo l’inquietante media di uno ogni tre giorni”.
(Il Riformista)