Dopo la Caporetto, ieri, della linea C, in tilt per quello che si sospetta essere stato uno sciopero bianco, questa mattina è toccato al tratto della linea B che serve corso Trieste e dintorni e quartiere africano. E domani c’è lo sciopero
Un’altra mattinata di passione per gli utenti de servizio pubblico. A causa di un guasto tecnico, al momento non meglio precisato, sono rimaste chiuse sin dalle 5 le fermate del tratto B1 della linea B, Libia e Sant’Agnese/Annibaliano, che servono, rispettivamente, l’area di corso Trieste e dintorni e il quartiere Africano. Alle 7.10, dopo due ore di chiusura, Sant’Agnese/Annibaliano ha riaperto.
L’Atac non ha attivato navette bus sostitutive e i treni passano senza fermarsi, verso il capolinea, Jonio. Intanto Castro Pretorio, sempre sulla linea B, è chiusa per la sostituzione trentennale degli impianti: un lavoro importante che coinvolge le scale mobili che negli ultimi anni, tra incidenti e chiusure, hanno causato danni e problemi. E dal 29 novembre toccherà anche a Policlinico, ancora sulla linea B.
Altri disagi, insomma, per i passeggeri che anche ieri hanno vissuto una mattinata complicata a causa dello stop, per oltre cinque ore e a causa della mancanza di personale sufficiente per far funzionare la linea, della metro C. La linea più nuova e tecnologica di Roma, che funziona senza conducente, è quindi rimasta ferma e sulle navette, giudicate insufficienti dagli utenti, non è stato rispettato il distanziamento previsto dai regolamenti in base alle disposizioni anti-contagio. Sulla questione Atac ha avviato un’indagine interna, il Comune ha promesso pene severe per i responsabili, il Codacons ha fatto un esposto in Procura, il Garante degli scioperi ha chiesto all’azienda capitolina dei trasporti di inviare loro qualsiasi informazione utile alla valutazione del caso. E poi ci sono i lavoratori: “Siamo sottodimensionati, oltre a oggi (ieri, ndr) anche altre tre volte abbiano rischiato di non aprire”, dicono.
E non è finita qui, perché domani sarà giornata di sciopero nazionale: l’agitazione, anche se “solo” per quattro ore al mattino, coinvolge anche il comparto dei mezzi pubblici.
(La Repubblica)