A Vienna non è piaciuta la richiesta lanciata dall’Italia di chiudere a tempo indeterminato gli impianti di risalita e non dare il via alla stagione turistica invernale
‘Nein, danke’, tradotto in italiano ‘no, grazie’. All’Austria non piace affatto l’idea, o meglio la richiesta, lanciata dall’Italia di chiudere a tempo indeterminato gli impianti di risalita e non dare il via alla stagione turistica invernale. In Austria, la Nazione per antonomasia degli sport della neve che è in lockdown fino al 6 dicembre e si sta organizzando per uno screening di massa sullo stile di quanto fatto in Alto Adige lo scorso fine settimana, si guarda al futuro.
“Le vacanze invernali in Austria saranno sicure, le nostre aziende dispongono già di concetti di sicurezza completi per le vacanze sugli sci e dalla richiesta avanzata dall’Italia di tenere i nostri impianti di risalita non otterremo nulla”, ha detto Elisabeth Koestinger (OeVP), ministro del turismo austriaco del Governo Kurz II.
Insomma, poca gloria per la richiesta di Roma tra le vallate austriache tracciate da oltre 7.200 chilometri di piste e servite da 2.521 impianti di risalita. Non c’è ancora una data esatta di apertura ma in Austria nell’inverno 2020/2021, almeno gli austriaci, potranno sciare sulle piste di Kitzbuehel, Sankt Anton am Arlberg, Lech e Ischgl, l”Ibiza delle Alpi’ identificata quale ‘detonatore d’Europa’ della prima ondata di coronavirus.
L’apertura della stagione sarà giovedì e venerdì ma solo per le stelle dello sci alpino perché a Lech sono in agenda i giganti paralleli di Coppa del mondo.
Koestinger ha ribadito che “quest’anno non ci sarà l’aprés-ski”, ovvero lo sballo dopo la giornata sugli sci tra alcol e musica.
Oggi il ministro delle finanze austriaco Gernot Bluemel (OeVP) e la collega del turismo Koestinger si sono fatti sentire con Bruxelles in caso di un ‘nein ski’ a Natale. “Se l’Ue pensa alle restrizioni dovrà fornire un risarcimento per le società interessate perche’ le industrie del turismo e del tempo libero assicurano direttamente e indirettamente posti di lavoro e reddito a circa 700.000 persone”, hanno detto da Vienna.
“Se le stazioni sciistiche resteranno chiuse durante le festivita’ natalizie – dice Bluemel – l’Ue dovrà assicurare l’80% dei proventi (circa 2,4 miliardi di euro) e risarcire fino a 2 miliardi di euro come quanto prevede lo Stato austriaco in termini di risarcimenti agli esercizi commerciali chiusi oppure prevedere una riduzione del contributo che l’Austria versa all’Ue”.
Incertezza anche in Alto Adige e Tirolo,
le due regioni alpine che assieme al Trentino formano l’Europaregion Euregio. Stamattina colloquio telefonico tra il governatore altoatesino Arno Kompatscher e il capitano del Tirolo, Guenther Platter. Lo stesso Kompatscher ha detto, “il turismo invernale dipende dalla mobilità regionale e internazionale, se ci sarà chiusura da parte dei Paesi non ci saranno turisti”.
(Agi)