La Lombardia rischia di rimanere in zona rossa almeno fino al 3 dicembre.
«Nonostante la mia opposizione, il governo intende mantenere in vigore fino al 3 dicembre le attuali misure restrittive e, quindi, lasciare la Lombardia in zona rossa». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, secondo cui «restare in zona rossa significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi».
«Nel Dpcm – commenta Fontana – sono presenti automatismi secondo i quali la Lombardia è da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio in zona arancione. Ho fatto presente al Governo che, così come si applicano automatismi in senso negativo, gli stessi devono essere attuati quando la situazione migliora». «Continuerò a farmi portavoce verso l’Esecutivo, anche a nome dei sindaci che hanno espresso il medesimo parere, affinché la Lombardia, come previsto dagli indicatori, entri in zona arancione prima possibile», ha concluso.
Ancora Fontana. «Ho avuto un confronto schietto e diretto con il ministro Speranza. Entrambi condividiamo che, secondo il modello delle zone predisposto dal governo, la Lombardia abbia tutti i requisiti per passare da quella rossa a quella arancione. Ci siamo lasciati con l’impegno di riaggiornarci molto presto per verificare quella che realmente può essere la data giusta per allentare le misure restrittive nella nostra regione», afferma in una nota diffusa in serata il presidente della Regione Lombardia.
I dubbi dei rianimatori
«Siamo preoccupati» dalla prospettiva del passaggio della Lombardia da zona rossa ad arancione. «L’allentamento delle restrizioni sicuro porterà a un aumento dei ricoveri, è matematico. Difficile dire se il sistema regge. Adesso vediamo una foto di quel che succedeva 15 giorni fa, se da lunedì si allenta noi vedremo comunque che i numeri continuano a scendere e potrebbe darci una falsa sicurezza. In questa pandemia bisogna prendersi del tempo fra le azioni intraprese e la risposta». È la riflessione di Antonio Pesenti, direttore del dipartimento di Uoc Anestesia-Rianimazione del Policlinico di Milano e coordinatore delle terapie intensive nell’Unità di crisi della Regione Lombardia per l’emergenza coronavirus. Oggi, spiega all’Adnkronos Salute, la situazione sul fronte delle terapie intensive lombarde è «in modestissimo miglioramento. Il numero totale di ricoverati è sceso di qualche unità, possiamo affermare che è stabile e mostra un’iniziale tendenza a scendere, ma dove andiamo non lo sappiamo». Il numero di morti, per esempio, resta alto «ma è anche in questo caso una foto non in tempo reale della situazione. La mortalità è l’ultima cosa che cambia. Succederà quindi che, se dovessero togliere ora tutte le misure, vedremmo comunque a un certo punto un numero di decessi in discesa che è l’effetto delle restrizioni che adesso stiamo vivendo. È tutto sfasato, va tenuto conto di questo».
(Il Messaggero)