“Ristoranti chiusi anche a Natale e a Santo Stefano”. Coprifuoco: si va verso le 22
Roma, 27 novembre 2020 – Ristoranti chiusi anche a Natale e a Santo Stefano e spostamenti tra Regioni limitati ai residenti: sarebbe questa, secondo fonti del Governo, la decisione verso cui si stanno orientando governo e maggioranza, riuniti da stamane per valutare per il nuovo Dpcm, che potrebbe essere valido dal 4 dicembre, con le nuove misure anti Covid in vista del Natale 2020. La riunione tra Conte e i capidelegazione proseguirà domani, affrontando anche altri temi tra cui la cabina di regia sul Recovery fund. Nel frattempo, con i dati settimanali dell’Iss è stata ridefinita la mappa delle zone italiane a rischio: se per Emilia-Romagna e Toscana la svolta sarà il 4 dicembre, Calabria, Lombardia e Piemonte dal 29 novembre entreranno in zona arancione, mentre Sicilia e Liguria in quella gialla. Certo è che l’impianto delle tre fasce resterà anche sotto le feste: il nuovo decreto prevederà probabilmente alcuni allentamenti delle restrizioni e non è escluso che ci sia un provvedimento ad hoc per Natale e Capodanno. Non sarà un “liberi tutti”, pare ormai chiaro. Ecco, di seguito, le ultime novità sui punti cardine del Dpcm: dagli spostamenti (tra comuni e regioni) al coprifuoco.
Spostamenti a Natale
A Natale spostamenti tra Regioni limitati ai residenti. Il governo si starebbe orientando a questa prospettiva, ma un’eccezione potrebbe riguardare il ricongiungimento familiare. Oltre al ritorno presso l’abitazione di residenza, infatti, potrebbe essere consentita nel caso di anziani soli, la possibilità di muoversi da una regione all’altra.
Spostamenti tra Regioni
L’intenzione del governo sarebbe vietare lo spostamento anche tra quelle regioni che entreranno nella fascia gialla di rischio. I governatori sono contrari, nel timore un nuovo, durissimo colpo per economia e turismo. Pertanto non si escludono deroghe.
Ristoranti
Ristoranti chiusi anche a Natale e a Santo Stefano: sarebbe questa una delle decisioni verso cui si stanno orientando governo e maggioranza, riuniti da stamane per valutare le nuove misure anti Covid in vista del Natale.
Scuola
E’ battaglia sulla riapertura delle scuole superiori. Le Regioni ieri, nell’incontro col ministro Boccia, hanno espresso la loro contrarietà a un via libera in dicembre. Tutti scaricano la responsabilità sui trasporti: la riapertura si allontana, la partita potrebbe slittare a dopo l’Epifania. Il governo insiste: bisogna ripartire il 9 dicembre. Ma i governatori fanno muro: “Una scelta improvvida”, hce il presidente del Piemonte Cirio. Ha sollevato un polverone la proposta del ministro dei Trasporti Paola De Micheli di tenere le scuole aperte la domenica. “Irrealistico”, il commento dell’Associazione nazionale dei presidi. “Una provocazione”, attacca la Cisl. “In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica”, l’affondo del capodelegazione del Movimento cinque stelle, Alfonso Bonafede.
Negozi e coprifuoco
Negozi potrebbero essere aperti fino alle 21 per evitare assembramenti e scaglionare quindi gli ingressi, mentre i centri commerciali potrebbero non chiudere nel fine settimana e nei giorni festivi. In questo caso il coprifuoco potrebbe slittare alle 23. Ma l’ultima ipotesi più accreditata è che il coprifuoco scatti comunque alle 22 (e fino alle 6). Resta ancora indefinita la questione Natale e Capodanno: potrebbe esserci un’ulteriore allungamento oltre le 24. Anche se le parole di ieri di Boccia sulla messa di Natale (“Gesù bambino può nascere anche due ore prima…”) lasciano intendere che la partita è tutt’altro che scontata. Una mano tesa arriva oggi dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che si dice “pronta a collaborare col Governo” per celebrare i riti natalizi “in massima sicurezza”. Quindi possibile anticipamento delle messe della vigilia di Natale.
Feste vietate
No alle feste nei locali pubblici e nei luoghi privati. Per le case private si sta pensando di inserire nel Dpcm la raccomandazione di limitare gli ospiti e i commensali a tavola: il governo potrebbe suggerire di non riunirsi in più di 6 – 8 persone.
La riapertura dello sci resta una questione internazionale, visto che altri Paesi Ue confinanti potrebbero consentirla, attirando così anche nostri connazionali. Ma la posizione di Roma è chiara. “Gli impianti riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, nel giro di un mese, un mese e mezzo”, quindi dopo l’Epifania.
(Quotidiano.net)