Uno scontro nato da una dichiarazione del presidente campano Vincenzo De Luca, durante la consueta diretta social del venerdì, e relativa a una percentuale, l’1%, di personale medico classificati come “farabutti” perché “negli ospedali negherebbero di avere posti di terapia intensiva libera”.
Dopo l’indignazione e una dura nota da parte dei sindacati di categoria diffusa sabato 28 novembre, nel giro di 24 ore è arrivata la replica del governatore campano che definisce la polemica “un ennesimo polverone mediatico fondato sul nulla. Premesso che abbiamo difeso e tutelato da sempre il lavoro straordinario fatto dal nostro personale sanitario, premesso che nessuno ha neanche citato la categoria degli anestesisti, ci troviamo di fronte, dopo 24 ore, a strani comunicati proposti da soggetti da nessuno chiamati in causa” spiega De Luca.
De Luca spiega poi l’episodio che lo ha portato a definire alcuni medici “farabutti”:
“Nel corso della periodica riunione con i direttori generali e l’Unità di crisi, è stato segnalato un episodio grave avvenuto nel pomeriggio del 17 novembre. I familiari di un giovane paziente Covid, ricoverato in una clinica privata e per il quale si richiedeva un ricovero in terapia intensiva, segnalavano che dal 118 territoriale arrivavano notizie sulla inesistenza di posti letto liberi. Questa notizia era falsa. I posti letto c’erano. Dopo numerosi interventi da parte dell’Unità di Crisi regionale, il paziente è arrivato in un ospedale di Napoli in tarda serata. Ancora una volta veniva opposto al personale dell’ambulanza la indisponibilità di posti liberi. Era un’ennesima comunicazione falsa. Tant’è che alle ore 23 il paziente è stato accolto nel posto libero di terapia intensiva”.
“A tutela – conclude il governatore – dei cittadini, dei pazienti, dei loro familiari e a tutela del lavoro e del sacrificio enorme di migliaia di medici e infermieri, è stato disposto di accertare chi aveva mancato al suo dovere elementare, dando notizie non vere. Questo è tutto. Veramente non ci sono parole. A conferma dell’ennesima strumentalizzazione mediatica, ripropongo le parole dette, a tutela del 99 per cento del personale e a tutela dei diritti dei cittadini”.
SINDACATI IN RIVOLTA
In una nota congiunta tutti i sindacati si sono schierati contro il governatore: “Restiamo attoniti, stupiti dalle dichiarazioni di chi dovrebbe tutelare i medici e gli operatori sanitari che identificano, seppur in minima parte, la classe medica come ‘farabutta’”, hanno scritto i sindacati dei sanitari.
“Quei ‘farabutti’ – aggiungono – reggono da anni un sistema sanitario regionale alla canna del gas a causa di ‘veri farabutti’ che hanno violentato, distrutto, utilizzato la sanità come un bancomat. Quei ‘farabutti’ in questo stato di crisi si sono caricati sulle spalle la cura di migliaia di pazienti nonostante disservizi e disorganizzazione, pagando un prezzo altissimo. Quei ‘farabutti’ rischiano ogni giorno, a causa della sordità congenita istituzionale, la vita sul campo e nonostante tutto ci sono e non si tirano indietro. Quei ‘farabutti’ hanno lavorato fino a oggi con un bavaglio a causa dei turni massacranti, del senso di impotenza e di frustrazione e dello spirito di abnegazione, ancor più che di decreti spazzatura”.
LO SFOGO DEI RIANIMATORI DELL’OSPEDALE DEL MARE
In una lunga nota, “noi Rianimatori dell’Ospedale del Mare desideriamo metterla a conoscenza, anche con documentazione fotografica della incresciosa situazione venutasi a creare il 26 novembre mattina alle ore 07:30.
Una rianimatrice “buontempona” accanto alla sua collega infermiera occupavano impropriamente un posto letto di Terapia Intensiva nel magnifico Covid Center che Lei e l’Unità di Crisi Regionale avete precipitosamente partorito. La nostra collega non aveva affatto voglia di “fare la nottata” all’inizio del suo turno, tuttavia si è intestardita, insieme ai colleghi e al resto del personale, nel corso di tutta la notte nel voler salvare a tutti costi la giovane vita di un suo paziente che proprio quella notte il Covid aveva deciso di portarsi via, pronandolo e supinandolo 4 volte nell’arco di 3 ore, modificandone innumerevoli volte i parametri ventilatori e adattando la terapia minuto per minuto. Per essere sicura di portare a termine l’impresa, ha deciso, una volta che il quadro clinico era in via di stabilizzazione, di attendere lo smonto mattutino del collega in degenza, proprio al fianco del suo paziente, e senza mai perdere di vista gli altri sei. Quel posto letto nel frattempo era già stato reso disponibile per un paziente, che altri “buontemponi” nel pronto soccorso a un centinaio di metri stavano cercando di stabilizzare e rendere trasportabile”.
“Ironia a parte, caro Presidente, noi Anestesisti Rianimatori non possiamo permettere che un uomo delle istituzioni lasci intendere che vi sia qualcuno che non fa il proprio dovere: non si può lasciar intendere, si deve eventualmente punire altrimenti si diventa complici! Tutte le telefonate della Centrale Operativa Regionale sono registrate, quindi il compito di controllo è estremamente semplice!
Noi non possiamo permettere che le istituzioni gettino discredito su una categoria creando sfiducia nel rapporto medico-paziente-parenti, soprattutto in questi giorni in cui le comunicazioni avvengono a distanza, e circolano tante “fake news” sul nostro operato anche sostenute da politici e pseudo-scienziati.
Da mesi oramai che segnaliamo, anche per via ufficiale, tutte le carenze strutturali, organizzative, e di risorse umane. Noi abbiamo utilizzato sempre i canali istituzionali, non ci siamo affidati alla stampa o ad una diretta Facebook. Lei invece ama i tafferugli mediatici.
Dal momento che le nostre denunce non hanno ottenuto riscontro, vorremmo cogliere l’occasione per chiederlo direttamente a Lei:
Lo sa che da circa una settimana i nostri copricalzari sono stati sostituiti da sacchetti della spazzatura? Lo sa che non abbiamo sistemi di monitoraggio avanzato?
E’ consapevole del fatto che nel nostro Covid center non esiste un radiologo di guardia, bensì è il radiologo di turno in ospedale che deve allontanarsi per venire ad eseguire gli esami necessari?
E’ consapevole che negli angusti moduli che Voi avete acquistato non possono lavorare in sicurezza circa 50 persone per turno senza creare pericolosi assembramenti?
Lo sa che molti degli infermieri assegnati alle nostre Terapie intensive Covid non ha alcuna esperienza in area critica?
Crede veramente che ognuno di quei 6 moduli possa contenere 16 pazienti, come comunicato al Ministero della Salute, quando a stento ne riesce a contenere la metà?
Potremmo continuare a fare la lista delle vostre macroscopiche mancanze, fino alla fine di questa pandemia, ma preferiamo tornare a lavoro.
Sceriffo, per cortesia, per una volta riponga la pistola nella fondina, e metta giù il cappello di fronte a chi sta facendo sacrifici enormi per non fare affondare la barca!”.
(Il Riformista)