23 Dicembre, 2024
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Covid e case di riposo: la missione dell’Aeronautica. “Così assistiamo gli anziani”

Al lavoro nelle case di riposo di Macerata e Urbisaglia. “Vicini ai più fragili, per loro siamo come una seconda famiglia”

Macerata, 30 novembre 2020 – Due squadre arrivate in uno dei momenti più difficili, quando nelle case di riposo di Macerata e alla Maestà di Urbisaglia (dove si trovano gli anziani delle case di riposo di Mogliano e Loro Piceno) stavano emergendo focolai di Covid-19, e il personale sanitario, nonostante gli sforzi e i doppi turni, non riusciva più a gestire la situazione, perché anche molti operatori si scoprivano di giorno in giorno contagiati.

Dal 17 novembre, due squadre dell’Aeronautica militare, composte da un ufficiale medico e da due sottufficiali infermieri, hanno contribuito a riportare un po’ di serenità nelle due case di riposo. “Anche nel corso della prima ondata della pandemia, l’Aeronautica ha collaborato, in sinergia con le altre forze armate, con le aziende sanitarie locali – spiega il tenente Agostino Paolino, ufficiale medico in servizio a Villa Cozza, insieme ai marescialli Antonio Spinetti Mauro Cioffi –. A volte si è trattato di intervenire nelle strutture assistenziali, altre volte è stato fornito un supporto per la gestione domiciliare di persone positive, anche tramite l’esecuzione dei tamponi. Quando siamo arrivati a Macerata, c’erano oltre cinquanta anziani positivi e sintomatici, ma ora per fortuna la situazione sta migliorando e devo fare un grande plauso ai medici e agli operatori della struttura assistenziale, che hanno continuato a lavorare anche quando molti colleghi erano costretti a casa dal Covid-19″.

Non facile la situazione nemmeno a Urbisaglia, dove però il capitano Domenico Villella, ufficiale medico in servizio insieme ai marescialli Antonio Russo e Amatore Salatino, racconta di avere trovato un’ottima organizzazione.

“Gli ospiti erano stati divisi e i ventitré positivi isolati – spiega –, poi piano piano siamo riusciti a isolare anche il personale, in modo che ci siano operatori sanitari della struttura dedicati esclusivamente agli ospiti negativi, mentre noi e le Usca gestiamo i positivi, per evitare qualsiasi tipo di contaminazione, un po’ come se fossero due cliniche separate all’interno della medesima struttura”. Il lavoro nelle case di riposo parte di prima mattina con un giro per controllare gli anziani, seguito da un secondo controllo nel pomeriggio. Gli infermieri si alternano nei turni, in modo che ci sia una presenza h 24 all’interno delle strutture. Ma oltre all’aspetto sanitario, con gli anziani non può che crearsi anche una forte empatia, perché nel momento in cui gli ospiti sono costretti a stare lontano da familiari e parenti, quanti si prendono cura di loro, anche se nascosti dietro tute, guanti e visiere, diventano come una seconda famiglia. “La pandemia ha trovato impreparato il mondo, per fortuna uno dei capisaldi delle forze armate è l’addestramento anche per situazioni che in condizioni normali sembrano lontane e anche difficilmente applicabili – continua il tenente Paolino –. Una delle condizioni più difficili a cui il Covid-19 ha costretto le persone è data dalla preoccupazione e dall’ansia, tanto più in persone anziane, che hanno già patologie di base abbastanza invalidanti e per di più son o costrette a vivere un isolamento”.

“Perciò – aggiunge –, in questi momenti viene ancora più in risalto l’umanità che dietro la malattia c’è sempre. Qui a Macerata abbiamo una donna che ci chiama spesso, perché sente il bisogno di confrontarsi e di parlare. Due giorni fa mi ha chiesto: come stai? È particolarissima la condizione in cui è l’assistito che si prende cura dell’assistente, ma questo succede quando si condividono momenti così intimi. Questa è un’esperienza che ti forma come militare, come medico, ma soprattutto come uomo”. “La parte emotiva è molto forte – aggiunge il capitano Villella –, ma il lavoro da fare è talmente tanto che spesso non ci si ferma a pensare, anche perché ci sono situazioni sconfortanti. Ma c’è anche un grande lavoro che fanno gli operatori interni della struttura, i quali cercano sempre di portare un sorriso, ravvivare la situazione e compensare la mancanza dei parenti”. Le due squadre dell’Aeronautica militare rimarranno nelle strutture di Macerata e Urbisaglia fino al 7 dicembre, salvo non ci sia un peggioramento della situazione, che però fortunatamente sembra stia migliorando giorno per giorno. “Conto che per la partenza – conferma il capitano Villella –, la situazione si sia stabilizzata”.

(Il Resto del Carlino)

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