26 Novembre, 2024
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Calenda accusa il M5S: “Hanno nascosto i rapporti con le lobby”

«Il ministro Patuanelli mentì su Casaleggio. M5S opaco con le lobby».

Carlo Calenda, leader di Azione, era vice ministro allo Sviluppo Economico quando salutò con soddisfazione l’ampliamento della produzione di Philip Morris in Emilia-Romagna. «Premesso che non ho mai ricevuto un euro di finanziamento da Philip Morris, ho seguito l’investimento che fecero a Bologna per fare l’Iqos. Fu un grande investimento che aiutammo in tutti i modi. E non credo che il tabacco riscaldato faccia male come il tabacco tradizionale, questo almeno abbiamo visto negli studi che circolano».

 

Era al corrente del rapporto così forte tra Philip Morris e Casaleggio?
Certo che no, non in questi termini. È una cosa che mi ha colpito molto.

 

Dalla Casaleggio non se lo aspettava?

I Cinque Stelle si sono fatti una legge entrata in vigore il 31 gennaio 2019 che hanno chiamato con il colorito nome di Spazzacorrotti che è in realtà una legge fatta su misura. Stabilisce che se un politico si iscrive a una qualunque associazione, diciamo a una bocciofila, quella bocciofila diventa di fatto un partito politico. E dunque deve avere il massimo della trasparenza, è sottoposta a vincoli e a regolamenti. Però la Casaleggio no. Casaleggio, che fa una attività politica, di fatto, non è soggetta a questa normativa. Non deve dire nulla di fatto, perché è una società privata. Una legge ad personam per Casaleggio, come ho denunciato sin da subito.

 

Ricordiamo un suo acceso confronto televisivo su questo. Con Patuanelli.
Certo, lo dissi da subito che la loro è una clamorosa doppia morale. Lei fa riferimento a uno scontro in diretta a Stasera Italia, doveva essere nel maggio dell’anno scorso. Patuanelli allora non era ministro ma capogruppo M5S al Senato. Io gli chiesi conto dei contributi da aziende private che riceveva Casaleggio e l’attuale ministro dello Sviluppo Economico saltò subito su e mi disse: «Casaleggio che c’entra con il Movimento? È una società privata». È una srl che maschera attività politiche, come sanno tutti. Gli risposi: «Ci prendi tutti per bambini? Ci vuoi dire che Casaleggio non c’entra niente con il tuo partito? Dicci da chi prende contributi». E lui imperterrito: «Casaleggio non prende contributi da nessuno e noi con Casaleggio non c’entriamo niente». Ci prendeva in giro su tutto, come si dimostra oggi.

 

Il tema è a monte. Vanno regolati i rapporti e le relazioni, i lobbisti e gli eventuali donatori. Altrimenti rimane sempre tutto opaco. E quello che avrebbe portato a inquisire qualcuno, può essere perdonato ad altri.

Ci ho fatto un tweet, appena ho letto la vostra inchiesta. È un grande scandalo. Se la cosa avesse riguardato Renzi oppure uno qualsiasi degli esponenti del centrodestra sarebbe accaduta l’apocalisse. Speriamo che non distolgano lo sguardo, elettori e media in primo luogo.

 

Cosa deve fare la politica?

Le dico quello che ho fatto io. Provenivo dalla gestione delle aziende e divenni Ministro dello Sviluppo Economico. Il primo provvedimento che feci fu un regolamento, riprendendo quello della Commissione europea. Una normativa che è stata premiata come la più innovativa in Italia che diceva che non solo andava costituito un registro delle lobbies e tutti quelli che accedevano al Ministero dovevano registrarsi, ma che Ministro e Sottosegretario erano obbligati, a due mesi dall’avvenuto incontro con una lobby, ad esempio quella con Philip Morris, a notificarlo e a renderlo pubblico. La mia agenda, a due mesi dalla data, diventava pubblica.

 

E cosa è successo a questo regolamento?

Appena sono arrivati al potere i Cinque Stelle lo hanno fatto saltare. È arrivato Di Maio e subito è scomparso il registro dei lobbisti e l’agenda del Ministro, da aperta e pubblica che era con me, è diventata chiusa. Sigillata. Quando sono entrati nel fantastico mondo del potere loro, che erano quelli dell’onestà e della trasparenza, hanno immediatamente revocato tutto, richiuso i battenti.

(Il Riformista)

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