“Ma niente baci e abbracci”
Quale esame scegliere, quanto tempo prima effettuarlo, come comportarsi con i bambini e quali atteggiamenti evitare. I provvedimenti annunciati in Senato dal ministro della salute Speranza resteranno in vigore dal 4 dicembre fin dopo l’Epifania
Il ministro della salute Roberto Speranza ha annunciato oggi in Senato le linee guida che il governo intende seguire per il Dpcm in arrivo nelle prossime ore e in vigore dal 4 dicembre: i provvedimenti dureranno fin dopo l’Epifania. Resta la linea del rigore e della massima prudenza col divieto di uscire dal Comune di residenza a Natale, a Santo Stefano e a Capodanno per una stretta ancora più incisiva che tenga a freno la curva dei contagi. Sarà comunque possibile andare a pranzo al ristorante.
No ai ricongiungimenti con i parenti o ai viaggi verso le seconde case fuori Regione. Stop alla mobilità dal 21 dicembre al 7 gennaio per evitare la terza ondata. No agli impianti sciistici aperti e no alle crociere. Coprifuoco alle 22, anche nei giorni di festa, Capodanno compreso. E chiusura di bar e ristoranti alle 18 anche nelle regioni gialle.
Per il momento, niente deroghe per raggiungere i parenti lontani e ricongiungersi con i familiari nei comuni in cui non si è residenti. Il sistema a zone con tre colori resta in vigore, la validità potrebbe durare almeno fino al 10 gennaio, ma c’è “un confronto in corso sulla ponderazione degli indicatori”, ha spiegato il ministro Speranza.
Sul fronte scuola, invece, il governo e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina puntano alla riapertura a gennaio se non addirittura prima delle vacanze natalizie, a metà dicembre. Per quanto riguarda gli alberghi in montagna: resteranno aperti. Ma alle 18 del 31 dicembre anche i ristoranti delle strutture alberghiere dovranno chiudere i battenti e sarà concesso solo il servizio in camera. Non solo. Dai dati emerge che è “possibile che tutto il Paese nelle prossime settimane arrivi in zona gialla”.
Quello che sta per arrivare sarà quindi un Natale, il primo dell’era Covid, pieno di raccomandazioni, con posti a tavola limitati agli affetti più stretti, mascherina e gel disinfettante a portata di mano. Auguri e brindisi, baci e abbracci a un metro di distanza. Fortemente consigliato il tampone antigenico rapido. Meglio quello molecolare, è più attendibile.
Una stretta dovrebbe arrivare anche sui cenoni natalizi. Probabilmente non verranno date indicazioni sul numero dei commensali ma, semmai, raccomandazioni: non più di 6-7 a tavola e tutti dentro la “bolla familiare”, ovvero parenti stretti ed eventuali conviventi. Insomma, il nuovo Dpcm prevederà “misure chiare e rigorose per non vanificare gli sforzi fatti finora”. Nel frattempo, la corsa al tampone è già iniziata.
Corsa al tampone per Natale, perché è consigliato sottoporsi all’esame
Il tampone è raccomandato soprattutto per chi incontra persone anziane o fragili e con patologie. Cinque giorni prima di andare dal parente è meglio sottoporsi al tampone molecolare. Solo così facendo si eviterà di trasmettere il virus a chi è a rischio. Nel caso in cui il responso del test non sia positivo, non bisogna comunque sottovalutare mai il rischio del falso negativo. La possibilità di essere infetti permane. Mascherina e distanziamento restano quindi fortemente raccomandati.
Come organizzarsi e quale test è preferibile fare
Il più veloce è il tampone antigenico rapido: in 20 minuti, grazie un prelievo nel naso, è infatti possibile avere il responso. E soltanto in caso di positività nella stessa struttura è possibile effettuare un tampone molecolare. Fermo restando che il tampone antigenico qualora negativo non può dare la certezza della non positività. Il tampone molecolare resta, insomma, quello più consigliato da fare perché più affidabile per stabilire il contagio da Sars-Cov2. Ne è fortemente convinta anche Mariastella Giorlandino, amministratrice delle reti Artemisia Lab. “Nei nostri centri – spiega Giorlandino – sono già circa trecento le persone che hanno prenotato un tampone a ridosso del Natale. Da venerdì scorso cerchiamo di accogliere le prenotazioni di tutti e ricordiamo sempre di ricontattarci qualche giorno prima per valutare le singole situazioni e stabilire i tempi e le modalità più opportune”.
Quanto tempo prima è necessario farlo
“Non bisogna avere fretta e anticipare i tempi”, ribasce più volte Giorlandino. I motivi sono molteplici. “Nella sesta/settima giornata dal contatto a rischio, ad esempio – spiega – va fatto un antigenico quantitativo e non un qualitativo che deve essere fatto al nono/decimo giorno per avere certezza dello stato del virus dell’antigene. Il primo quindi è più specifico del secondo. In entrambi i casi, comunque, se il risultato è positivo va obbligatoriamente verificato con il molecolare: l’unico che chiarisce se il virus in atto è quello del Covid, e che può essere fatto anche al quinto giorno”. Ma per quale motivo il test rapido antigenico non è bene farlo prima dell’ottava, nona giornata da quando si ha il sospetto? “Se qualcuno ha avuto un contatto a rischio 5 giorni prima di andare a trovare un parente ma ha fatto il test rapido qualitativo pochi giorni prima, può risutare negativo. L’antigene non vede il Covid, l’unico è il tampone molecolare che si può fare già in quinta, sesta giornata dal contatto della persona virulenta”. Anche sottoporsi al test sierologico in vista delle feste è comunque importante per avere un quadro generale: il risultato può dire se il virus è in corso, se non c’è aspetto vitale o se si hanno anticorpi sempre in settima giornata. Il risultato va comunque verificato nei giorni successivi con il molecolare.
Come comportarsi con i bambini
In vista dei festeggiamenti natalizi, il test antigenico rapido sia quantitativo che qualitativo è consigliato farlo fare ai bambini perché non è molto invasivo. Anche se, per il pediatra Giovanni Tomassini “sottoporre i più piccoli al tampone rapido può essere utile, ma non è risolutivo. Visto che sono tanti i falsi negativi”. Per maggiore sicurezza, dunque, “genitori e nonni, se necessario anche i più piccoli, dovrebbero sottoporsi al tampone molecolare, fermo restando che lo eseguono solo in alcuni centri e la risposta non è rapida”. Quello che consiglia Tomassini è di “non far vedere i nonni ai nipoti a pranzo e a cena, ma possibilmente fuori e all’aria aperta. Se proprio è indispensabile restare a casa, bisogna cercare di mantenere le finestre aperte o stare in terrazzo. Ma niente baci e abbracci”.
Quali comportamenti tenere
Il rispetto delle regole e delle norme anti-Covid è quello che gli esperti consigliano di continuare a fare: lavarsi le mani, sanificarle con il gel disinfettante, indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. “Festeggiare sì, ma in sicurezza. Stare in famiglia, ma non allargata. E solo se non necessario”, raccomanda Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma, il quale ricorda anche che “Natale non vuol dire liberi tutti”. Motivo per cui “essere prudenti è fondamentale in questo momento, soprattutto se si condividono gli spazi con persone anziane o con patologie pregresse: fare un tampone è necessario”. Altro consiglio: “Chi può si mobiliti a comprare i regali di Natale in questi giorni che precedono le feste per evitare assembramenti e calca”. Per quanto riguarda, invece, i comportamenti da attuare a tavola e a casa: “Chi deve raggiungere un parente lontano, si sottoponga al tampone e aspetti l’esito del test. Nel caso di persone che vivono nella stessa abitazione, basta essere prudenti e mantenere sempre il distanziamento. Anche perché con il calo delle temperature, difficilmente le persone terranno le finestre aperte. E in uno spazio chiuso e non arieggiato, la situazione è più a rischio”.
Dove è possibile farlo
Lo scenario cambia da regione a regione. Nel Lazio, ad esempio, è possibile eseguire il tampone rapido in molti laboratori privati e in 209 farmacie, molte delle quali si sono già attrezzate con gazebo esterni. I numeri parlano chiaro: “Sono oltre 15mila i tamponi rapidi effettuati in dieci giorni solo nelle farmacie del Lazio”. Lo dichiara il presidente di Federfarma, Andrea Cicconetti, il quale aggiunge che “nella giornata di sabato sono stati 3.500”. Per quanto riguarda, invece, il prezzo dei test, nel Lazio è regolamentato dalla Regione ed è pari a 22 euro. Mentre in Puglia è 25 euro, in Lombardia è molto più alto, supera anche i 50 euro. Il tampone molecolare, invece, può essere eseguito soltanto con la prescrizione medica in uno dei drive in della rete regionale oppure, a pagamento ma sempre con ricetta bianca del medico, in uno dei laboratori autorizzati dalla Regione.
(La Repubblica)