Il Movimento 5 Stelle implode sul Mes, il Fondo salva stati europeo. In una lettera inviata poco fa ai vertici del Movimento (al capo politico del Movimento Vito Crimi, a Luigi Di Maio, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, al capodelegazione al Governo Alfonso Bonafede, e ai capigruppo di Camera e Senato) in vista del voto in Parlamento il 9 dicembre, ben 16 senatori e 42 deputati pentestellati si dicono pronti a dire ‘no’ in Aula.
Nella lettera dei dissidenti grillini si legge che, pur non volendo “mettere a rischio” la tenuta dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, “chiediamo che nella prossima risoluzione parlamentare venga richiesto che la riforma sia subordinata alla chiusura di tutti gli altri elementi (Edis e Next Generation EU) delle riforme economico-finanziarie europee in ossequio alla logica di pacchetto, o in subordine, a rinviare quantomeno gli aspetti più critici della riforma del Mes sopra menzionati”.
Per i firmatari “è il momento di non arretrare su posizioni che non sono nostre. Ciò è ancora più vero in un momento storico in cui serve reale integrazione europea e spirito di solidarietà fra i Paesi dell’Eurozona, piuttosto che il potenziamento di istituzioni intergovernative esterne alle istituzioni comunitarie. In difetto, l’unico ulteriore passaggio che i parlamentari del MoVimento 5 Stelle avrebbero per bloccare la riforma del Mes sarebbe durante il voto di ratifica nelle due Camere”.
Secondo quanto appreso dall’Ansa, sarebbero questi i firmatari della lettera: Berardini, Berti, Cabras, Cancelleri Azzurra, Carabetta, Colletti, Corda, Costanzo, De Carlo, De Girolamo, De Lorenzis, Di Stasio, Emiliozzi, Fantinati, Ficara, Forciniti, Frusone, Giuliodori, Grillo, Grimaldi, Invidia, Lombardo, Maniero, Martinciglio, Megna, Olgiati, Parisse, Raduzzi, Rizzo, Romaniello, Sapia, Scanu, Sodano, Spessotto, Suriano, Tuzi, Vallascas, Vianello, Villani, Villarosa, Volpi, Zanichelli (deputati), Abate, Angrisani, Corrao, Croatti, Crucioli, Di Micco, Granato, Guodolin, Lannutti, Lezzi, Mininno, Morra, Romano, Russo, Trentacoste, Vanin (Senato).
Lettera condita da un giallo per quanto riguarda alcuni firmatari. “Ho più volte ribadito la mia contrarietà all’attivazione del Mes per il nostro Paese ma non ho mai firmato la lettera”, spiega la deputata Iolanda Di Stasio, mentre all’Ansa Mattia Fantinati sottolinea che “la mia firma è stata messa erroneamente”.
Per fare fronte alle divergenze interne è stata immediatamente convocata per venerdì alle 20.45 una assemblea congiunta del Movimento 5Stelle in videoconferenza con il capo politico Vito Crimi.
Una posizione, quella del Movimento 5 Stelle e dei suoi dissidenti, che non piace ovviamente al Partito Democratico. Per il capogruppo Dem al Senato, Andrea Marcucci, i parlamentari contrari alla riforma del Mes “dovrebbero come prima cosa leggere i testi dell’accordo e poi giudicare. L’accordo sottoscritto anche dall’Italia è oggettivamente migliorativo. Il dissenso che rischia di aprirsi nella maggioranza è comunque un problema che riguarda principalmente i capigruppo 5 Stelle”.
NO ANCHE AL DECRETO SICUREZZA
Il nutrito gruppo parlamentare in rivolta sul Mes si sta muovendo però anche su un secondo fronte, una raccolta di adesioni per votare contro il ‘nuovo’ decreto sicurezza che verrà votato il 9 dicembre prossimo alla Camera. Anche questa questione sarà discussa nell’assemblea convocata per venerdì dal reggente politico dei pentastellati Vito Crimi.
(Il Riformista)