Sulla maxi consulenza incassata dalla Casaleggio Associati dalla Philip Morris arriva l’intervento della magistratura.
La Procura di Milano ha infatti aperto un fascicolo di inchiesta a “modello 45”, ovvero senza indagati o ipotesi di reato, per approfondire la natura della consulenza da oltre 2 milioni di euro incassata dalla società del socio e fondatore del Movimento 5 Stelle, negli ultimi tre anni, dalla big corporation del tabacco.
L’obiettivo dell’indagine aperta dal procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli, a capo del pool Anticorruzione, è capire la natura della consulenza fornita dalla Casaleggio Associati a Philip Morris e se vi sia un legame tra il denaro elargito dal gigante del tabacco alla società di Davide Casaleggio e gli interventi normativi sostenuti dal Movimento 5 Stelle in favore di una tassazione più ‘leggera’ per le sigarette elettroniche, di cui Philip Morris è leader del mercato con iQos.
A scrivere dell’esistenza di una inchiesta giudiziaria sulla vicenda Casaleggio-Philip Morris è stamattina il quotidiano La Stampa, dopo l’inchiesta portata avanti da Il Riformista sulla maxi consulenza fornita al gigante delle sigarette da Casaleggio, presidente di Rousseau, la piattaforma web dove vengono decise politiche e candidature del Movimento 5 Stelle.
Da parte sua il figlio di Gianroberto si è difeso accusando Il Riformista di “teorie fantasiose”. “Io non firmo decreti, né voto leggi, e non ho mai fatto ingerenze. Questi sono i fatti”, ha attaccato il patron di Rousseau, che vede però interessarsi del caso anche la procura milanese.
LE QUATTRO DOMANDE DEL RIFORMISTA – Soltanto ieri Il Riformista aveva pubblicato quattro domande a Casaleggio, Di Maio e alla Procura di Milano sul caso Philip Morris-Casaleggio.
1) A Casaleggio. Qui c’è un sacco di gente, a partire da diversi deputati ed ex ministri 5 Stelle, che testimoniano che lei era un deus ex machina del movimento. Se fosse così, sarebbe un bel problema giustificare quei due milioni di Philip Morris. Lei conferma, o tutte queste persone sono bugiarde e lei non è uno dei fondatori?
2) A Di Maio: lei ne sapeva niente di questi due milioni presi da Casaleggio dalla Philip Morris? Casaleggio gliene parlò o gli nascose la cosa?
3) Ancora a Di Maio: noi non possiamo credere che quello che stiamo per scrivere sia vero. La prego, ci smentisca. C’è chi sostiene che lei nell’ottobre di due anni fa, quando era ministro del Mise, inviò una autorevole delegazione a Ginevra per provare a bloccare una decisione dell’Oms contro i prodotti del tabacco riscaldato? È così o – come noi pensiamo – è una clamorosa balla?
4) Al Procuratore di Milano. Le notizie che noi abbiamo pubblicato, a occhio, che sono notizia di reato, stando alla legge Severino e alla sentenza recente della Cassazione sull’applicazione della Severino al reato di corruzione verso esponenti politici. La Procura ha deciso di aprire un’inchiesta su questa vicenda? Lei sa che noi non siamo mai stati favorevoli all’interferenza della magistratura in politica. E quindi speriamo che lei non abbia aperto un’indagine sui finanziamenti ai 5 Stelle. Però, quando si è trattato di indagare sulla Lega, per reati simili, mi pare che l’inchiesta sia stata aperta.
(Il Riformista)